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Libertà-Riforma della scuola: chi paga il conto?

Riforma della scuola: chi paga il conto? L'allarme è forte: i tagli ai fondi dello Stato, dell'ordine...

15/11/2003
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Libertà

Riforma della scuola: chi paga il conto?


L'allarme è forte:
i tagli ai fondi dello Stato, dell'ordine del 50 per cento, rispetto all'anno scorso, fanno presagire pesanti conseguenze come la drastica riduzione del numero delle classi a tempo pieno
La riforma Moratti non è ancora partita, ma già sappiamo chi dovrà pagarne gli alti costi: le famiglie e gli Enti Locali. Per questo, all'interno del Coordinamento Provinciale degli Eletti dell'Ulivo, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di informazione e mobilitazione sui temi della scuola che dovrà coinvolgere, oltre agli amministratori comunali e provinciali, le famiglie, gli insegnanti e gli studenti. Il primo passo di questo percorso è stato un incontro che abbiamo organizzato alcuni giorni fa a Piacenza, durante il quale gli amministratori locali hanno parlato della Riforma Moratti con il dott. Mauro Francia, dirigente del Comune di Modena e consulente dell'ANCI sui temi della scuola.
L'allarme è forte: i tagli ai fondi per l'offerta formativa, tagli dell'ordine del 50% rispetto allo scorso anno, fanno presagire conseguenze pesanti.
In primo luogo sui tempi scolastici.
Basti pensare che in provincia di Piacenza sono 5000 i bambini che frequentano il tempo pieno per un totale di 40 ore alla settimana. Con la riforma Moratti, il Ministero si dichiara disponibile a pagare un massimo di 27 ore. Le 13 mancanti sono un prodotto che qualcuno deve pagare.
Crediamo che non ci siano dubbi su chi dovrà sostenere la spesa: i Comuni e le famiglie.
Siamo fortemente preoccupati perché tutto questo sta avvenendo in assenza totale di informazione.
Ci preoccupano in particolare le sorti della scuola dell'infanzia, a cui la riforma assicura un orario minimo di 25 ore demandando ai Comuni il compito di pagare le ore rimanenti.
Quello che è successo lo scorso anno rischia di diventare la regola: il Ministero autorizza l'apertura di nuove sezioni, ma fornisce solo la metà degli insegnanti necessari per farle funzionare. Saranno i Comuni, con i loro bilanci, a pagare l'altra metà dei costi.
Altro capitolo nero è quello relativo ai disabili. Proprio nell'anno europeo del disabile, il Ministero dell'Istruzione riduce del 40% i fondi destinati ai progetti per il loro diritto allo studio.
Si tratta di una decisione inconcepibile. Il nostro modello di integrazione degli alunni disabili é invidiato da tutto il mondo e noi ci prepariamo a distruggerlo.
In qualità di componenti del Coordinamento Provinciale degli Eletti dell'Ulivo avanziamo una serie di proposte operative.
Nei prossimi giorni intendiamo inviare a tutte le Amministrazioni Comunali un documento che sintetizza i contenuti della Riforma Moratti e indica le prospettive di costi per gli Enti Locali. L'obiettivo è quello di sensibilizzare gli amministratori affinché anche nei consigli comunali il tema possa essere opportunamente dibattuto. Inoltre, nel mese di dicembre, organizzeremo un incontro pubblico con la presenza di testimoni qualificati, e successivamente una serie di iniziative nei singoli territori comunali per parlare con le famiglie, gli studenti e i docenti. La forte mobilitazione che stiamo preparando prevede anche la costituzione di forme di coordinamento permanente. In particolare, un coordinamento degli Enti Locali sui temi dell'istruzione che si occupi prevalentemente dei servizi legati alla scuola. E, in prospettiva più ampia, un'Associazione Provinciale Permanente che, sulla base della Legge Regionale sulla scuola, la cosiddetta Legge Bastico, elabori una visione di scuola alternativa a quella disegnata dalla Riforma Moratti e sostenga così le ragioni dell'Ulivo contro un progetto che riduce l'offerta formativa e contemporaneamente aumenta i costi per le famiglie e gli Enti Locali.
Coordinamento Provinciale degli Eletti dell'Ulivo



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