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Libertà/Pc: «Ultima campanella per 270»

flc cgil Lanciate le t-shirt della protesta: "Nella scuola per scelta, precari per forza" I precari della scuola piacentina: a settembre senza contratto

12/06/2009
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Libertà

In due sommano 30 anni da precarie della scuola, tutto il gruppetto - sette persone, tra docenti e Ata - supera abbondantemente il mezzo secolo di lavoro senza contratto a tempo indeterminato.
A Piacenza i precari della scuola sono circa 1.500 (il 30 per cento di 5mila lavoratori). A settembre - secondo la Flc Cgil - solo le scuole di Piacenza e provincia perderanno 200 posti da docenti e altri 60-70 Ata. Per il sindacato è una chiamata alle armi, per i lavoratori e le lavoratrici della galassia del precariato soltanto l'ultima tegola, che fa il paio con la doccia gelata piovuta in capo dopo che nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha decretato una sospensiva delle graduatorie esistenti (a seguito del ricorso di un'associazione di categoria, l'Anief).
Raffaella Morsia (Flc Cgil) lancia la singolare protesta, che verrà messa in campo da oggi fino a settembre in tutte le pubbliche riunioni dei lavoratori all'ex Provveditorato e in altre sedi ritenute di volta in volta idonee alla mobilitazione. Prof e Ata che lo vorranno indosseranno le t-shirt presentate ieri, con la scritta "Nella scuola per scelta, precari per forza". Sarà - la loro - una protesta pacifica e silenziosa, ma senza sconti e senza passi indietro. Al fianco della Morsia, ieri in Cgil, Pio Prosperi (insegnante tecnico pratico, precario da 6 anni), Maria Grazia Rinaldi (un anno da precaria), Sara Canclini (sostegno, al secondo anno senza contratto a tempo indeterminato), Maria Giordano (docente di inglese, 15 anni precaria, abilitata dal 1990), Paola Poggi (3 anni da precaria, «maestra precaria e aspirante professoressa precaria»), Mariangela Fabrizi (10 anni da precaria amministrativa), e la prof di inglese-tedesco (16 anni senza impiego fisso).
«Il quadro è drammatico ma non molliamo - rilancia la Morsia - dall'ultima riunione al ministero di ieri è uscita la percezione che almeno l'emergenza dei precari sia stata ammessa dai pubblici amministratori. Ma finora non è avvenuto niente, neppure quell'elemosina di 20mila immissioni in ruolo promesse. Di certo sappiamo dei tagli che verranno attuati nel triennio, 42mila posti in meno tra i docenti, 15mila posti in meno per gli Ata». Una scure che cadrà sulla testa dei precari, inutile sottolinearlo, «licenziati di fatto senza ammortizzatori», denunciano i diretti interessati. Nelle ultime ore, da parte ministeriale, si sarebbe fatta strada l'ipotesi-salvataggio di un contratto di "disponibilità", «fattispecie inesistente sotto il profilo giuridico e che non ha copertura finanziaria», stigmatizza Morsia.
L'elenco delle richieste da parte sindacale e da parte dei singoli lavoratori in testa ha la domanda di stabilità. Poi vengono il decreto di immissione in ruolo, la rimozione dei tagli nella Finanziaria, procedure chiare e urgenti per il conferimento supplenze annuali. «Il rischio concreto - sostiene l'Flc Cgil - è che il primo settembre questi precari non abbiano il contratto». L'elenco delle richieste prosegue con un piano di assunzioni pluriennali per l'esaurimento delle graduatorie esistenti, soluzioni anche per chi non è in graduatoria, e supplenti pagati dal primo settembre dal Ministero delle finanze e non dalle scuole.
Simona Segalini
simona. segalini@liberta. it


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