Libertà/Pc: «Noi professionisti della scuola esclusi da questa riforma»

(pin) Riforma della scuola, i professionisti dell'istruzione contestano il metodo adottato dal ministro. «Non siamo stati coinvolti» denunciano i rappresentanti delle associazioni professionali, firmatari di un comunicato in cui si chiede la sospensione del decreto 137. «In una società complessa, multiculturale come la nostra - dice Roberto Lovattini del movimento di cooperazione educativa - non si può "rubare" tempo ai bambini, ridurre il tempo scuola significa impedire il confronto costruttivo tra ragazzi e insegnanti». «L'innovazione non si fa guardando indietro - aggiunge Maria Antonietta Stellati, dell'Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) -, quando c'è in gioco un tema così importante per il paese come la scuola. E' giusto risparmiare sulla spesa pubblica, ma non s può compromettere il futuro della nostra società». Marco Natali di Legambiente ricorda l'esperienza positiva, avviata dall'associazione, di educazione ambientale avviata nelle scuole e che ora rischia di essere compromessa. Graziano Sartori, rappresentante dei dirigenti scolastici, sottolinea la difficoltà «dei presidi nel gestire le scuole nella situazione attuale, di grande incertezza. Con il ritorno ai voti sarà difficile articolare il giudizio». Marco Di Stefano, dell'associazione professionale Proteo Fare Sapere, fa notare che «qui si vuole danneggiare la scuola pubblica, con il taglio di risorse, organici, tutto a vantaggio della scuola privata». Maria Stella Spezia, della associazione maestri cattolici, non nasconde che il decreto del ministro Gelmini abbia lasciato spiazzati per modalità di presentazione. Lucia Galeazzi, rappresentante Cidi, contesta il ricorso alla fiducia per l'approvazione del decreto, fiducia negata, dice, al mondo stesso della scuola.