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Libertà/Pc: Commissari arrabbiati: poca chiarezza sulle trasferte e sui compensi per gli esami

«Ci sono discriminazioni incresciose - spiega Raffaella Morsia, segretaria della Flc

29/06/2007
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Libertà

Una vertenza davanti al giudice del lavoro, nel caso il Ministero della Pubblica istruzione non provveda a dare un compenso agli insegnanti precari, adeguato al loro impegno per l'Esame di Stato. È pronta ad aprirla la Cgil Scuola, per riportare giustizia nella situazione dei precari (e sono tanti nelle nostre scuole) che sono impiegati in questi giorni come commissari d'esame. «Ci sono discriminazioni incresciose - spiega Raffaella Morsia, segretaria della Flc, che esemplifica: «Un precario che durante l'anno ha lavorato su spezzone orario di 6 ore (quella totale è di 18, ndr), all'esame verrà pagato sempre per 6 ore, nonostante il suo impegno effettivo sarà triplo». I commissari sono impegnati a orario pieno: in questi giorni di colloqui, generalmente dalle 8 alle 13, e poi ancora per un'ora o due, a compilare verbali. Si resta anche fino a sera, per correzioni e operazioni di scrutinio.
«Un lavoro che quest'anno viene fatto al buio», denuncia ancora la Morsia. «A esame di stato iniziato da giorni, non esiste un provvedimento definitivo del Ministero sui compensi dei commissari. Non è mai accaduto, e a maggior ragione, non doveva accadere quest'anno, con la reintroduzione della commissione mista». Se il provvedimento ministeriale manca, è uscita sinora solo una tabella con cifre in euro abbinate a ore, o spezzoni di ore. Si divide la funzione (commissario interno, esterno, presidente) e la trasferta (un forfet per spostamenti, alloggio, pasti). È su quest'ultima che si sono scatenati tra i commissari, molti dubbi e qualche mal di pancia. «È stata introdotta la fascia della mezz'ora» spiega il sindacato, a cui sono giunte le lamentele dei docenti. Se un commissario raggiunge la scuola che gli è stata assegnata entro la mezz'ora, avrà diritto ad una trasferta di soli 170 euro lordi per tutta la durata dell'esame. «Peccato - osservano alcuni insegnanti - che la mezz'ora è virtuale, calcolata sugli orari dei mezzi pubblici più veloci. Se sulla carta sta scritto che da Piacenza a Castelsangiovanni, il treno ci impiega meno di 30 minuti, in realtà non si considerano ritardi dei treni, né spostamenti in auto scuola - stazione, né gli scioperi, che ci sono stati proprio nei giorni degli scritti». Forte l'incertezza sui commissari nominati su più sedi, anche a distanze diverse (ci sono commissari che lavorano sia a Piacenza che a Fiorenzuola, e presidenti che si dividono a cavallo tra la provincia di Piacenza e quella di Parma). Non se la passano meglio gli insegnanti di sostegno. «A tutt'oggi - spiega la Morsia - non si ha idea di quanto spetterà loro. Il 19 giugno è uscita una nota ministeriale che parla di "retribuzioni stabilite", senza dire da chi e quando siano state stabilite».

Donata Meneghelli


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