Libertà-Funziona bene, sarebbe assurdo eliminarlo"
La perplessità degli addetti ai lavori: "Funziona bene, sarebbe assurdo eliminarlo" Dal "tempo pieno" al...
La perplessità degli addetti ai lavori: "Funziona bene, sarebbe assurdo eliminarlo"
Dal "tempo pieno" al "tempo flessibile", il cambiamento, ventilato dalla Riforma Moratti a partire dal 2004 (e solo per le prime classi), investirà in pieno anche le scuole elementari di Piacenza, dove circa il 67 per cento degli scolari frequenta oggi classi a "tempo pieno", modello la cui richiesta, dalle famiglie piacentine, risulta in costante aumento. Alcune scuole (come la Taverna, Sant'Antonio, Borgotrebbia o Mucinasso) risultano addirittura a senso unico (completamente assente il modulo); per altre scuole, il divario è macroscopico. Eclatante il caso della De Gasperi, dove su 200 scolari soltanto 16 fanno parte di classi a modulo, o della Carella (185 alunni nel tempo pieno, 12 per il modulo). La discussione aperta tra i dirigenti scolastici piacentini, oggi, non si concentra sulla bontà del tempo pieno o piuttosto del modulo (entrambi, sostengono, possiedono punti di forza che si intersecano con le singole esigenze delle famiglie). Bensì, ancora in attesa del decreto attuativo, l'interrogativo maggiore riguarda le modalità organizzative con cui si farà fronte al cambiamento ipotizzato. Forti preoccupazioni, non nasconde qualcuno degli addetti ai lavori, anche per i possibili esiti della modifica: il tempo pieno, così com'è oggi, sarà destinato a finire in pensione? Al momento, un'unica certezza: il tempo massimo di permanenza a scuola sarà mantenuto (fino alle 16 e 30 del pomeriggio). Ma quali saranno i servizi erogati dalle scuole? Le ore resteranno 40, ma gli insegnanti dovranno programmare le attività didattiche soltanto per le 27 obbligatorie; le 10 ore di mensa non saranno più tempo educativo (con possibili ricadute nella fissazione degli organici), infine, le 3 ore restanti saranno modulate sulla base delle richieste delle famiglie. "Il modello a tempo pieno - ritiene Francesca Sisto, dirigente didattica (VII Circolo) - oggi funziona molto bene, e sarebbe assurdo eliminarlo, perchè ciò sarebbe pure in controtendenza rispetto alle richieste delle famiglie". "La domanda - valuta Giampaolo Binelli (II Circolo) - è se lo Stato manterrà l'organico dei docenti ai livelli attuali. In caso contrario, c'è il rischio che, con una diminuzione degli insegnanti, la scuola possa non essere in grado di garantire con suo personale il tempo di mensa e dell'interscuola". "La scuola - giudica Lidia Pastorini (V Circolo) - vede come una minaccia l'ipotesi di scomparsa del tempo pieno. Ridurre l'orario, mettendo a repentaglio gioco e mensa, che hanno una valenza educativa, con l'interrogativo se resterà la doppia insegnante, significa abbassare la qualità della scuola". "Al cambiamento - dichiara Piera Trincianti (VIII Circolo) - non sarà indifferente neppure la materna. L'unica certezza, al momento, è il tempo massimo di permanenza a scuola, che sarà mantenuto. Tutto il resto rimane ancora nel campo delle ipotesi". Simona Segalini