Libero it-Il preside della facoltà di sociologia di Roma Benadusi ad Affari: Il ddl Moratti? "Bocciato nel metodo e nel merito"

Il preside della facoltà di sociologia di Roma Benadusi ad Affari: Il ddl Moratti? "Bocciato nel metodo e nel merito"
Il governo pone la fiducia sul ddl che riforma lo stato giuridico dei prof. Scoppia la protesta dei docenti. Ecco cosa prevede il decreto

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"Il mio giudizio è decisamente negativo, sia per ragioni di metodo, sia di merito. Il governo cerca di far passare questo provvedimento sulla testa dell'Università senza il minimo ascolto dei pareri che sono stati espressi dai rettori, dalle conferenze dei presidi e da tutte o quasi tutte le facoltà italiane. Nel merito condannna i giovani ricercatori ad uno stato di precarietà prolungato". Così il preside della facoltà di Sociologia della Sapienza di Roma, Luciano Benadusi, intervistato da Affari, boccia su tutta la linea il decreto legge sullo stato giuridico e sul reclutamento dei professori universitari. E sulla fiducia posta dal governo sul ddl dice: "E' una fiducia che il governo chiede al Parlamento, ma è implicita la sfiducia nei confronti del sistema universitario e c'è una sfiducia del sistema universitario implicita anch'essa nei confronti del governo". In che direzione dovrebbe andare la riforma dell'università? "In quella opposta. Il ruolo dei ricercatori dovrebbe diventare una terza fascia docente"

Cosa pensa del ddl sullo stato giuridico e sul reclutamento dei professori universitari su cui il governo ha posto la fiducia?
"Il mio giudizio è decisamente negativo. Noi abbiamo approvato più di una mozione in consiglio di facoltà di sociologia contro il disegno Moratti. Il giudizio è molto negativo sia per ragioni di metodo, sia di merito"

Cosa contesta nel metodo?
"In tutta la fase di gestazione di questo provvedimento e in particolare in questa ultima fase si sta cercando da parte del governo di far passare questa riforma sulla testa dell'Università senza il minimo ascolto dei pareri che sono stati espressi dai rettori dalle conferenze, dai presidi e da tutte o quasi tutte le facoltà italiane. E' una legge che si vuole imporre a un mondo, quello universitario, di cui per altro verso invece si programma la giustezza dell'autonomia, ma le due cose sono assolutamente contraddittorie. Perché che autonomia ha un sistema al quale si disconosce la possibilità di partecipèare alle leggi che lo riguardano?"

E nel merito invece?
"Il ddl conduce a un'ulteriore dequalificazione dell'Università, non risolvendo il problema del reclutamento dei giovani docenti che vengono invece condannati ad uno stato di precarietà prolungato. Aggrava inoltre una situazione già drammatica come quella dell'invecchiamento della popolazione docente dell'Università, togliendo prospettive concrete di sistemazione nei ranghi universatari a migliaia di giovani che lavorano nell'università come sottoproletariato".