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Liberazione-Vanno difesi gli organi collegiali

Vanno difesi gli organi collegiali Oggi e domani si vota in tutta Italia per il rinnovo dei Consigli di circolo e d'istituto. Può sembrare strano che in regime di autonomia delle singole sedi sc...

25/11/2001
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Liberazione

Vanno difesi gli organi collegiali

Oggi e domani si vota in tutta Italia per il rinnovo dei Consigli di circolo e d'istituto. Può sembrare strano che in regime di autonomia delle singole sedi scolastiche si sia voluto mantenere il carattere nazionale di queste elezioni. Si tratta in realtà di una pura formalità: il dimensionamento selvaggio abbattutosi su tanti istituti, con gli accorpamenti attuati nel corso di questi ultimi anni, ha determinato di fatto il rinnovo anticipato di numerosi consigli alterando così la portata della scadenza nazionale; inoltre, l'indifferenza nei confronti di questi organismi, o meglio il loro costante depotenziamento a fronte della valorizzazione del ruolo del capo d'istituto - ufficialmente sancita dal precedente governo - hanno spento già da tempo il primitivo entusiasmo per queste elezioni. Trent'anni di storia contraddittoria stanno alle spalle degli organi collegiali della scuola. Contestati da ciò che restava dei movimenti del '68 al momento della promulgazione della legge (1973) per quello spirito familistico di marca democristiana di cui portavano evidenti segni, erano apparsi alla loro entrata in vigore strumento di grandi potenzialità - soprattutto a sinistra - per avviare processi di democratizzazione in strutture rimaste impermeabili negli anni a ogni istanza di gestione pluralistica. La rapida caduta d'interesse nei loro confronti è stata attribuita loro scarsa incisività. La scuola continuava di fatto a essere terreno pressoché esclusivo dei capi d'istituto e delle burocrazie ministeriali, centrali e periferiche. L'autonomia scolastica non ha certo contribuito a rafforzare gli organi di autogoverno della scuola. Al contrario, si teme una legge di riforma che per armonizzarli alle nuove responsabilità del dirigente scolastico, li riduca a semplici consigli di amministrazione delle singole istituzioni. A questo punto una riflessione è d'obbligo. La scarsa incisività di cui questi organi sono incolpati, non è anche il frutto di una progressiva indifferenza per quei valori democratici che dovrebbero fare della scuola dello Stato la scuola della Costituzione? I criteri per la formazione delle classi, per l'orario, per l'assegnazione dei docenti ai corsi, per i viaggi d'istruzione, per gli indirizzi di politica scolastica oggi calati nel Pof non sono ancora e sempre competenza esclusiva dei Consigli di Circolo e Istituto? E non sono forse questi gli ambiti in cui si realizza la democrazia del sistema scolastico, nella quotidianità della vita delle scuole? Ecco perché questi organi, proprio oggi, vanno difesi e sostenuti, vanno rivisitate le loro attribuzioni, va creata nelle nuove generazioni informazione e partecipazione intorno ai loro compiti, che rappresentano l'affermazione di quei valori la cui sottovalutazione ha consentito già troppi guasti nella scuola dello Stato, allontanandola dalla sua funzione prioritaria, di essere davvero la scuola di tutti per tutti.

Antonia Sani


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