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Liberazione: Tagliando tagliando torna la scuola che discrimina

Mimmo Pantaleo

07/02/2010
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Liberazione

I l riordino della scuola secondaria superiore non ha nulla di epocale ma risponde essenzialmente alla rigorosa applicazione dei tagli decisa dal Ministro Tremonti. Da anni la Flc-Cgil chiede una efficace riforma della scuola secondaria superiore, sostenuta da adeguati investimenti, attrezzando un progetto educativo che preveda l'innovazione dei programmi, la razionalizzazione degli indirizzi di studio, il potenziamento delle ore di laboratorio ed interventi di edilizia scolastica.
Invece l'impianto predisposto dalla Ministra Gelmini, pur stabilendo lo sfoltimento degli indirizzi, si muove in direzione opposta. Non è previsto nessun intervento significativo per rendere più unitario il biennio iniziale in cui assolvere l'obbligo d'istruzione; si conferma, al contrario, un biennio dei licei a sole 27 ore. Né si incrementano le ore di laboratorio del biennio iniziale di tecnici e professionali come richiesto dal Parlamento. L'avvio delle riforma riguarderà solo le prime ma resta ferma la riduzione oraria indiscriminata nelle classi successive alle prime ma solo per tecnici e professionali. Le ore che si taglieranno riguarderanno le materie professionalizzanti che comporteranno una minore qualità di apprendimento.
A percorso formativo abbondantemente iniziato negli anni precedenti, gli studenti degli istituti tecnici e dei professionali, vedranno stravolto quello scelto inizialmente. Si determina, così, una accentuata separazione tra i diversi segmenti della scuola secondaria superiore, accentuando una divisione sociale grave ed inaccettabile tra i giovani sulla base del censo, delle condizioni sociali e culturali di partenza. In realtà si parte dalla scuola per ridefinire le gerarchie sociali nella società stabilendo un percorso formativo per le future classi dirigenti, un altro per le figure tecnico- specialistiche e un altro ancora che conduce direttamente al lavoro. Se aggiungiamo l'emendamento approvato dal Parlamento, circa la possibilità di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico nell'apprendistato e l'ulteriore attacco ai diritti dei lavoratori, il quadro è quello di una ancora più accentuata precarietà del lavoro che passa attraverso la mercificazione dei saperi. La scuola torna ad essere, quindi, luogo della separazione sociale, violando i principi e i valori della nostra Costituzione. Le conseguenze sul personale saranno lo svilimento delle professionalità ed una drastica riduzione degli organici con tantissimi insegnanti in sopranumero e con il prevedibile licenziamento di altri precari. Siamo in presenza di una vera e propria macelleria culturale e sociale! Si prospetta, inoltre, una situazione ordinamentale molto confusa e sfilacciata che determinerà ancora maggiori difficoltà alle scuole nella predisposizione dei piani dell'offerta formativa e non garantirà un quadro certo per le scelte di studenti e di genitori.
Non ci rassegniamo alla distruzione della scuola pubblica perché saranno i più deboli a pagare i costi di una operazione improntata unicamente ad una logica di risparmi. Il 17 febbraio terremo una grande Assemblea nazionale, aperta agli studenti, alle associazioni e a tutti i partiti di opposizione per mettere in campo le iniziative di mobilitazione anche in vista dello sciopero generale del 12 marzo proclamato dalla Cgil.


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