FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3798951
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Liberazione-Senato, botte ai prof

Liberazione-Senato, botte ai prof

Ddl Moratti sulla ricerca Senato, botte ai prof In due anni di vita, il ddl ha ricevuto il no sdegnato di chiunque abbia a che fare con l'Università. E ieri, per protesta, tutti gli aten...

29/09/2005
Decrease text size Increase text size
Liberazione

Ddl Moratti sulla ricerca
Senato, botte ai prof
In due anni di vita, il ddl ha ricevuto il no sdegnato di chiunque abbia a che fare con l'Università. E ieri, per protesta, tutti gli atenei hanno chiuso i battenti.
Davanti palazzo Madama si ritrovano non solo ricercatori - precari e di ruolo - ma anche professori, dottorandi, studenti. E persino pro-rettori, come Piero Marietti de La Sapienza di Roma: "Sono qui come cittadino e poi come professore. Questa riforma non piace a nessuno. Il governo ha tenuto un atteggiamento arrogante perchè non ha mai impostato un vero dialogo col mondo universitario". Poco più tardi, quando un manipolo di carabinieri guidati dal servizio d'ordine del Senato - rimbrottato poi dai senatori dell'opposizione - malmena una decina di manifestanti che stanno bloccando il traffico, strappando loro gli striscioni e mettendone due in stato di fermo, Marietti tenterà di spiegare agli agenti: "Stiamo manifestando anche per voi. Un giorno i vostri figli magari andranno all'Università, no?". Perché anche questo è il senso dell'agitazione. "Non è una rivendicazione di categoria", ci tiene a sottolineare Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori, "nel senso che se passerà il ddl l'Italia perderà la ricerca e perderà l'Università pubblica. Così i migliori cervelli saranno costretti a emigrare".

I manifestanti gridano slogan: "Moratti boia", "Basta precarietà, Moratti fuori dall'Università". La rabbia è tanta. Esplode anche contro i senatori del centrosinistra (Albertina Soliani e Willer Bordon della Margherita, Maria Chiara Acciarini dei Ds, Fiorello Cortiana dei Verdi) scesi al presidio per solidarizzare con i manifestanti. "Scendete in piazza e protestate con noi, chiedete con noi le dimissioni del governo, visto che siete così indignati", è la dura reazione dei capi della protesta. Tra la folla c'è anche il senatore Luciano Modica, dei Ds, contestato perché si è espresso a favore degli "atenei fondazione". L'opposizione prende atto del colpo di mano di Moratti, e Bertinotti sintetizza: "ogni giorno che passa, questa maggioranza dimostra di essere dannosa per il paese".

La protesta si dirige a Piazza Rondanini, sede della Crui. Il presidente dei rettori, Piero Tosi, accoglie una nutrita delegazione. E parla: "La riforma è dannosa. Ma non abbiamo ancora letto il testo definitivo della legge, ci pronunceremo in futuro". Una cautela che all'assemblea non piace per niente, si comincia a chiedere a gran voce: "Dimissioni".

La sala affrescata rimane ai manifestanti. Giuseppe Allegri, della rete nazionale dei ricercatori precari, non ha dubbi: "Chiediamo ai rettori italiani di lasciare il proprio incarico per dare un segnale forte". Una richiesta che estende a tutti i rappresentanti istituzionali accademici. E ricorda che anche i rettori francesi scelsero questa strada, bloccando con successo le proposte del governo. Al termine della discussione - cui prende parte anche il sindacato degli studenti Udu: "Il dinamismo che pretendono di importare dall'America qui è solo precarietà: al contrario dell'Italia, negli Stati Uniti la ricerca gode di molti finanziamenti" - i manifestanti elaborano un comunicato, chiedono a tutti di continuare la lotta "con forme più incisive" e promettono di protestare finché "questa o un'altra maggioranza" non abrogherà la riforma. Le associazioni e i sindacati di categoria chiamano le università italiane al blocco delle attività dal 10 al 15 ottobre. Per quella data il ddl dovrebbe essere già in discussione di nuovo alla Camera.

La Moratti si difende: "Stiamo riportando ordine nel reclutamento, e non c'è stato nessuno strozzamento dell'iter".

Intanto l'appuntamento è per questa mattina al Senato: dentro la maggioranza - alcuni a malincuore, perché non approvano la riforma - voterà la legge. Fuori, la protesta.

La. Edu.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL