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Liberazione-Scuole occupate e proteste in tutta Italia contro la riforma

Scuole occupate e proteste in tutta Italia contro la riforma "Il tempo pieno non si tocca" "Scuola occupata, contro la riforma Moratti, per il tempo pieno e prolungato". Lo striscione bianco...

16/01/2004
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Liberazione

Scuole occupate e proteste in tutta Italia contro la riforma
"Il tempo pieno non si tocca"
"Scuola occupata, contro la riforma Moratti, per il tempo pieno e prolungato". Lo striscione bianco che campeggia fuori dalla scuola elementare "XXV aprile" a Roma nel quartiere periferico di Primavalle non lascia dubbi. E qualora il messaggio ancora non fosse chiaro, a precisarlo ci pensa Simona de Carli del comitato "Genitori, alunni" (uno delle migliaia creati in tutta Italia dietro la spinta del "Coordinamento nazionale per il tempo pieno e prolungato" nato a Bologna circa un anno fa): "Questa riforma non ci piace, vogliamo una scuola pubblica e il ritiro del decreto di attuazione".
Al di là del cancello, l'aria è quella della mobilitazione e la prima cosa che più colpisce sono le urla dei bambini nel piazzale e i visi dei protagonisti. Non i soliti "giovani idealisti e speranzosi in cerca di emozioni" ma genitori che non si sarebbero probabilmente mai sognati di occupare un edificio scolastico. Donne e uomini che hanno deciso di passare la notte nelle aule dove di giorno i propri figli fanno lezione e che ora diventa luogo di aggregazione e di protesta. Sacchi a pelo, vivande, voci e tanta allegria, per animare una lotta che chiede più insegnanti e collegialità nella formazione, tempo pieno e prolungato assicurati, ma soprattutto chiede il ritiro del decreto che "affossa la scuola pubblica" e contribuisce "alla costruzione di una formazione per privilegiati".

"Ho due figli da mantenere e devo obbligatoriamente lavorare" ci racconta Simona, mentre attraversiamo via Buonarroti (di fronte la scuola), per l'ennesimo blocco stradale della giornata. "Se mi tolgono il tempo pieno chi li tiene i miei bambini?". E ancora: "Mi sono informata anche presso una struttura privata ma mi hanno chiesto 250 euro mensili (per bambino) esclusa la mensa. Qui sono tutti matti". Nel frattempo centinaia di palloncini, con su scritto: "No alla riforma Moratti" colorano il cielo mentre i genitori dei circa cinquecento alunni della "XXV aprile", urlano slogan dai megafoni e distribuiscono volantini agli automobilisti curiosi ma anche un po' infastiditi. "Questa volta ci siamo attrezzati e nulla ci fermerà" aggiunge Claudia, altra "madre coraggio" che ci mette tutto l'impegno possibile affinché sua figlia abbia "una scuola migliore della precedente e più valida di quella futura disegnata dal decreto".

Quella della "XXV aprile" però non è un caso isolato. Un'altra scuola della capitale è stata occupata, sempre a Primavalle, mentre altri istituti hanno dato vita ad altre forme di lotta. Alla scuola elementare "Di Donato", vicino la stazione Termini, l'attrice Stefania Sandrelli ha voluto partecipare, all'incontro che genitori ed insegnanti hanno tenuto con l'assessore alla scuola del comune di Roma. E ha portato la sua solidarietà: "Prima che un personaggio dello spettacolo sono una madre - ha detto - e capisco i problemi di una famiglia dove lavorano entrambi i genitori e che non sanno come accudire i propri figli. A questo ci dovrebbe pensare lo Stato".

In vista della grande manifestazione che si terrà domani a Roma, (appuntamento alle 14 a piazza della Repubblica) indetta dai vari comitati "Genitori insegnanti" e "coordinamenti per il tempo pieno e prolungato" di tutta Italia, il dibattito sulla Riforma Moratti rischia di farsi sempre più aspro anche perché a contestare la "legge 53" questa volta c'è un movimento ampio e compatto. Sempre ieri, a Bologna la scuola "Fortuzzi" è stata occupata, mentre i genitori di altri istituti hanno riempito piazza Malpighi bloccando ad intermittenza il traffico. A seguire, Torino, Genova, Firenze, Fano, Trieste e così via. "Una alleanza sociale - spiega Sandro Palmi del "coordinamento per il tempo pieno di Bologna" e sindacalista Cobas - che premia il lavoro di un anno e che grazie al sostegno di tutti può fare ancora di più. Bloccare il decreto di attuazione (e ci si può riuscire) significa svuotare di ogni significato tutta la legge quadro della Riforma voluta da Moratti".

Giuliano Rosciarelli


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