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Liberazione: Scuola, torna il tempo pieno e la caccia ai "fannulloni"

Varato dal Cdm il decreto per l'avvio dell'anno scolastico. Oggi Fioroni innalza l'età dell'obbligo scolastico a 16 anni

06/09/2007
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Liberazione

Carlo Magi
Dopo i programmi, l'età dell'obbligo. Continua l'opera di riforma della scuola del ministro Giuseppe Fioroni che oggi presenterà l'innalzamento fino a 16 anni dell'obbligo di istruzione. Fioroni però non si ferma e annuncia anche nuove iniziative nei confronti dei prof. "fannulloni": «Chi ha commesso reati gravi già passati in giudicato non può continuare a insegnare. Le mele marce, che per fortuna sono poche, vanno licenziate senza complicazioni burocratiche». Il decreto varato ieri dal governo prevede infatti una nuova ipotesi di provvedimento con la quale si dispone l'utilizzazione in compiti diversi dall'insegnamento del docente «che abbia avuto comportamenti lesivi della dignità della persona, del prestigio e del decoro dell'amministrazione scolastica che hanno provocato grave turbamento nell'ambiente scolastico e pregiudizio nel rapporto fiduciario tra scuola e famiglie». Il dirigente scolastico adotta questa procedura, salvo successiva convalida del dirigente dell'ufficio scolastico regionale, entro 15 giorni. La competenza viene attribuita direttamente al Ministero dell'economia e delle finanze. Occhio anche al bullismo con nuovi provvedimenti in arrivo per quei ragazzi e quelle ragazze che contravverranno alle norme disciplinari: «Ogni violazione del rispetto e della dignità che si deve alla persona verrà sanzionato con una sospensione anche superiore ai 15 giorni e, nei casi più gravi, con la non ammissione allo scrutinio finale o all'esame di maturità». Un'altra novità rispetto alla riforma della ministra Moratti è il reintegro del tempo pieno nella scuola primaria, salutato con piacere dal segretario della Flc Cgil, Enrico Panini, che invece esprime qualche dubbio sulle norme disciplinari: «La necessità di prevedere interventi urgenti, a fronte di una ipotesi di reato, non può configurare soluzioni che rischiano di essere discrezionali. Per queste ragioni ci riserviamo un attento esame del testo del decreto legge non appena sarà reso noto». Soddisfatta del ritorno del tempo pieno si è detta anche Titti De Simone, capogruppo del Prc in commissione cultura della Camera: «È un premio alla forte opposizione dimostrata da tutto il settore della scuola contro la riforma Moratti». Fra le altre novità varate ieri dal consiglio dei ministri per l'avvio dell'anno spiccano anche le supplenze disponibili tutto l'anno (grazie allo spostamento delle risorse dal ministero dell'istruzione a quello dell'economia).
Le novità della scuola targata Fioroni che più fanno dibattere riguardano soprattutto l'insegnamento, fra cui il ritorno agli esami di riparazione: «Non sarà il vecchio esame, ma un altro passo verso la serietà». "Serietà" è la parola d'ordine in base alla quale Fioroni ha riscritto i programmi delle scuola primarie. A cominciare dall'esame di terza media dove sarà reintrodotto il "giudizio di ammissione". Sui contenuti, ritorno alla sintassi e alle tabelline di matematica, al latino, alla geografia e alla storia del Novecento nel corso dell'ultimo anno delle medie. Delle tre "i" della riforma Moratti rimangono in qualche modo l'informatica e l'inglese, mentre sparisce praticamente del tutto l'"impresa". Oltre all'inglese, che sarà obbligatorio per tutto il primo ciclo nella scuola secondaria di primo grado verrà insegnata anche una seconda lingua comunitaria.
Ultima cosa, ma non per importanza, l'inasprimento delle procedure per chi ha intenzione di conseguire il diploma da privatista. Una novità accolta con favore dall'Unione degli studenti: «Negli ultimi anni le procedure avevano favorito scorciatoie mercantiliste nel conseguimento del titolo di studio. Adesso però - conclude Uds - è necessario andare molto oltre: ci aspettiamo che il ministro Fioroni delinei un complesso di interventi che a partire dalla prossima Finanziaria investa fortemente sulla scuola pubblica come elemento di crescita dell'intera società».
Infine, il commento del premier Romano Prodi: «Quelle che abbiamo preso sono misure necessarie perché si possa programmare l'anno scolastico con ordine nelle diverse regioni e aree del Paese».


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