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Liberazione-Scuola, terremoto graduatoria

Il Tar del lazio dichiara illegittimo uno dei criteri di valutazione delle liste dei supplenti. Si dovranno rifare da capo? Moratti al contrattacco Scuola, terremoto graduatoria Non c'è ...

07/10/2005
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Liberazione

Il Tar del lazio dichiara illegittimo uno dei criteri di valutazione delle liste dei supplenti. Si dovranno rifare da capo? Moratti al contrattacco
Scuola, terremoto graduatoria
Non c'è pace per le scuole italiane. Una sentenza del Tar del Lazio rimette in dubbio le graduatorie che in agosto avevano fornito 100mila supplenti e confermato a circa 18mila precari il tanto agognato posto di ruolo, dopo anni di incertezze e anni scolastici tagliati a metà. Che ora si chiedono, con angoscia, se e quando verranno rifatte le graduatorie, e con quali conseguenze. Un vero terremoto.
Secondo la sentenza del Tar, valida per tutto il territorio nazionale, il cosiddetto "servizio non specifico", introdotto dal Ministero dell'Istruzione nel 2004, non è legittimo. Dunque, se fino ad ora i docenti abilitati in più classi di concorso hanno inserito il punteggio dimezzato nelle graduatorie delle discipline che nell'anno precedente non avevano insegnato, d'ora in avanti potranno inserire il punteggio pieno. Per le graduatorie, dove ci si accapiglia anche per un punto in più o in meno, è una rivoluzione.

"E' catastrofico sia dal punto umano, con i docenti ributtati nuovamente nell'angoscia, che dal punto di vista organizzativo", commenta Loredana Fraleone, responsabile Scuola del Prc. "E questo dimostra che le misure Moratti rispetto al precariato sono fallite", conclude, riferendosi anche alla controversa equiparazione tra i precari storici, con anni di insegnamento alle spalle, e i giovani diplomati della Ssis.

"Sentenza choc" pure per i docenti precari dei Cobas, per i quali è chiaro che ora migliaia di professori esclusi dalle graduatorie faranno ricorso per poter insegnare. Senza contare l'odissea professionale e personale dei precari che poche settimane fa avevano conquistato il ruolo e ora rischiano di ritornare nella bolgia. "Ma il punto è politico: il ministero così persegue la filosofia della precarizzazione". Nel senso che, spiega Domenico Damiani, si rende caotico e instabile il metodo delle graduatorie con il fine di abolirle e dare ai dirigenti scolastici il potere di nominare a chiamata i docenti.

La Moratti dirama un comunicato asciutto, nel quale "ritiene che la sentenza sia frutto di una non esatta valutazione di una situazione complessa" e si propone di appellarsi al Consiglio di Stato. Poi tranquillizza sui terremoti in arrivo e spiega che le graduatorie non verranno riviste. Ma per il leader della Cgil scuola, "l'inefficienza del ministero diretto da Moratti è tale che siamo ormai in cinque anni alla decima correzione delle graduatorie in seguito a sentenze del tribunale amministrativo".

Intanto il mondo della scuola si prepara ad un altro autunno rovente: se non saranno le graduatorie da rifare, ci penseranno le mobilitazioni contro la riforma Moratti delle primarie e delle secondarie: 60 istituti su 100 si rifiutano di applicarla. E ieri il tavolo nazionale "Fermiamo la Moratti" ha presidiato Montecitorio, dove in questi giorni si sta discutendo la riforma. "Fermiamo la Moratti" boccia la riduzione del tempo scolastico, l'obbligo di scegliere a 12 anni l'indirizzo della scuola superiore e il "doppio canale" che separa i licei dalla formazione professionale.

La. Edu.


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