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Liberazione-Scuola, la ricetta reazionaria del governo

Scuola, la ricetta reazionaria del governo A S. Patrignano l'incontro informale dei ministri europei dell'istruzione su disagio giovanile e dispersione scolastica: una sede "non neutra", "cornice...

03/10/2003
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Liberazione

Scuola, la ricetta reazionaria del governo
A S. Patrignano l'incontro informale dei ministri europei dell'istruzione su disagio giovanile e dispersione scolastica: una sede "non neutra", "cornice" di una politica di criminalizzazione
Oggi a S. Patrignano si apre l'incontro informale dei ministri europei dell'Istruzione e del Welfare, che insieme alle associazioni delle famiglie e del volontariato, discuteranno di disagio giovanile e dispersione scolastica. L'incontro, organizzato dal ministro Moratti, fa parte di un elenco di impegni previsti dalla presidenza italiana dell'Unione Europea sui temi dell'istruzione e della cultura.
Sempre per oggi, a S. Patrignano, il movimento dei disobbedienti, la Cgil/Scuola, i Cobas, Rifondazione Comunista, i Verdi e altri soggetti del mondo della scuola hanno indetto una giornata di mobilitazione per contestare la scelta di discutere di queste tematiche all'interno della comunità di recupero. Come se dispersione scolastica e disagio giovanile fossero problemi da isolare che attengono al campo d'azione del volontariato e non riguardino in modo stretto l'intervento delle istituzioni.

La dispersione e il disagio non sono problemi da nascondere o trattare in sede separata e distinta dalle istituzioni scolastiche. Avremmo senz'altro preferito che di questo si discutesse in una delle tante scuole di "frontiera" esistenti nelle periferie delle grandi città italiane o nei piccoli centri della nostra provincia. Tant'è.

La scelta della sede desta preoccupazione non solo perché i contesti non sono "neutri", ma anche perché va inquadrata nella cornice di quanto sta avvenendo in questi giorni sia all'interno delle scuole italiane, sia sul versante delle tossicodipendenze. La presentazione del disegno di legge Fini, con il quale si elimina la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, l'irruzione di pochi giorni fa a casa di alcuni studenti romani del liceo "Virgilio" preceduta da una vera e propria operazione di intelligence all'interno dell'istituto, con poliziotti travestiti da bidelli, la circolare De Gennaro che militarizza le scuole italiane, sempre con l'obiettivo di reperire qualche grammo di hashish, e per prevenire eventuali insorgenze del movimento studentesco ci dimostrano come il governo Berlusconi abbia scelto la scuola come terreno "privilegiato" per esercitare controllo e repressione.

Il tentativo è quello di provare a bloccare una mobilitazione diffusa che coinvolge studenti, insegnanti e genitori, causata dai provvedimenti voluti da Moratti, (la controriforma, la non immissione in ruolo dei precari, il decreto che taglia il tempo pieno e il tempo prolungato) che con il passar dei giorni non può che aumentare ed estendersi. L'incontro di oggi è il prodotto di una cultura reazionaria che legge il fenomeno della dispersione e del disagio giovanile quasi come fenomeni "criminali", essendo incapace di dare risposte complesse a un fenomeno che ha diverse sfaccettature e che chiama direttamente in causa le politiche scolastiche attuate dai vari governi negli ultimi anni.

Come si legge nell'indagine sulla dispersione scolastica, realizzata dal Comitato della VII Commissione della Camera dei Deputati, l'assenza di infrastrutture, le difficoltà relative ai trasporti per gli studenti pendolari, il degrado ambientale e urbano insieme alle condizioni socio-economiche delle famiglie sono tra i fattori immediatamente discriminanti rispetto alla frequenza scolastica. Uno dei dati che colpiscono di più è che questo fenomeno colpisce non solo il Meridione, dove da sempre è più alto il tasso di evasione scolastica, ma irrompe in maniera prepotente nel ricco nord-est, per esempio nella tranquilla provincia bellunese, dove circa la metà dei ragazzi che si iscrivono alla scuola elementare non raggiunge poi il diploma della media superiore.

Questi dati ci confermano quanto già da tempo sosteniamo, cioè che per affrontare il fenomeno della dispersione c'è bisogno, innanzitutto, di maggiori investimenti nella scuola (l'Italia è al disotto della media europea con solo il 4,4% degli investimenti rispetto al Pil) e poi di una nuova politica scolastica concretamente incentrata sul diritto allo studio. Una politica economica e sociale che vada incontro alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi prevedendo assegni di studio da erogare come salario sociale. Un intervento che garantisca il diritto alla mobilità gratuita, almeno su tutta la linea di trasporto regionale, degli studenti e delle studentesse, che garantisca loro un pacchetto di servizi culturali gratuiti (dall'accesso al teatro, ai musei, ai cinema), che permetta ai fuori sede di poter fruire di mense e di residenze per gli studenti.

La dispersione si combatte con più scuola, con nuove e diverse funzioni per la scuola pubblica, che diano la possibilità agli studenti di esercitare le proprie attività creative, di "fare" produzione culturale autonoma, capace di interagire con il territorio e da lì con i propri bisogni.

Questa certo non è la scuola targata Moratti.

Walter Mancini


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