Liberazione: Scuola. Gelmini in aula e Veltroni all'attacco: «Così la strozzate»
Il voto in condotta, i tagli al corpo docente, il maestro unico, il destino dei precari e quello del tempo pieno
Romina Velchi
Il voto in condotta, i tagli al corpo docente, il maestro unico, il destino dei precari e quello del tempo pieno. Sono questi alcuni punti della riforma Gelmini - definito non un «progetto di riforma ma di tagli» - nel mirino del Partito democratico e del segretario Walter Veltroni che li ha fortemente criticati nel corso di un'affollata manifestazione organizzata al teatro Capranica a Roma contro il governo che «strozza la scuola». «Il destino di centinaia di migliaia di precari non interessa all'esecutivo e questo dimostra il disinteresse per la vita reale degli italiani che questo governo ha - dice Veltroni - Ma la notizia più grave del pacchetto Gelmini riguarda i ragazzi delle elementari e delle medie che, anche con una sola insufficienza, non passeranno alle classi successive. Repubblica lo ha scritto molto bene e non è stata smentita. Non è un caso - aggiunge il leader Pd - che anche la Lega e l'Mpa hanno espresso fortissime riserve».
Veltroni ha puntato il dito anche contro il tempo pieno: «Devono ancora spiegarmi come fanno riducendo numero di ore e di insegnanti a estendere il tempo pieno, che è esperienza educativa e non un parcheggio». Nel mirino anche il voto in condotta: «So come nascono queste cose - dice Veltroni - dai sondaggi. Ma è esattamente questa la politica che mi spaventa: spettacolare, fatta di annunci roboanti e di poca concretezza». Insomma, Veltroni sfida Gelmini: «Noi lanciamo una gara per l'innovazione. Lei dimostri di voler ascoltare il mondo della scuola»
Intanto, alla Camera è cominciata la discussione generale sul disegno di legge di riforma presentato dal ministro Gelmini, quello che, tra l'altro, introduce il maestro unico e il voto in condotta. In Aula lo ha illustrato il relatore del provvedimento, nonché presidente della commissione cultura, Valentina Aprea. La quale non ha mancato di difendere il maestro unico citando le considerazioni critiche sull'utilizzo dei docenti e sul rapporto statistico tra docenti e studenti contenute in un libro bianco elaborato dal governo Prodi.
Il dibattito in Aula è durato fino a notte perché il provvedimento ha tempi molto stretti. Che è uno dei motivi a suscitare polemiche. La commissione Bilancio di Montecitorio ha chiesto chiarimenti al ministero dell'Economia in particolare sulla copertura dell'articolo che introduce la figura del maestro unico. Una «bocciatura secondo Manuela Ghizzoni (capogruppo Pd in commissione cultura), un «problema tecnico che verrà risolto positivamente dal ministero» secondo Gaspare Giudice (vicepresidente della commissione bilancio, Pdl). Ma per Ghizzoni è la conferma «di quanto il decreto Gelmini sia stato scritto frettolosamente, senza la opportune verifiche, e di quanto sia più evidente la necessità di stralciare l'articolo sul maestro unico dal provvedimento».
In Aula, gli esponenti dell'opposizione sono tornati a lamentare i tempi troppo ristretti concessi a una materia così importante e complessa, dopo averla blindata con un decreto legge. Oltre tutto non è nemmeno escluso il ricorso alla fiducia se, in fase di esame degli articoli, l'opposizione decidesse per l'ostruzionismo: già ieri erano iscritti a parlare in 40, in stragrande maggioranza del centrosinistra. Un'eventuale decisione in tal senso verrà presa oggi.
Alle critiche, il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini risponde che «la sinistra si è impuntata nel dire che con l'introduzione del maestro unico verrà tagliato il tempo pieno e non ci sarà la possibilità di insegnare l'inglese: nulla di più falso. Con il nostro provvedimento ripristiniamo un buon modello di studio. Quindi le famiglie non hanno nulla di cui preoccuparsi», mentre la sinistra dovrebbe smetterla di «introdurre un clima di contrapposizione che non è utile alla scuola». Quanto allo strumento del decreto legge, la tesi è che «tra gli episodi di bullismo e il degrado in cui versa la scuola italiana, all'inizio dell'anno scolastico, l'urgenza mi sembra ci sia tutta». Ma se per Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat e dell'università Luiss, Gelmini è «sulla buona strada», per il presidente Napolitano, durante la cerimonia di apertura dell'anno scolastico al Quirinale col ministro a fianco, un «rinnovamento della scuola è necessario», ma senza «ripartire da zero ogni volta che con le elezioni cambia il quadro politico». E certo, dice il presidente della Repubblica, siccome c'è la necessità di ridurre «a zero il deficit pubblico», nessuna parte sociale o politica può sfuggire a questo imperativo, quindi anche la scuola deve fare la sua parte, con un «contenimento della spesa». Purché ciò avvenga in un «clima di dialogo».