Liberazione: Scuola, Gelmini dà i soldi alle private, a Roma si danno preservativi anti-Aids
Cgil contro il ministro, destre contro la Provincia capitolina
Saranno stati contenti Oltrevere ieri sentendo le parole della ministra dell'istruzione Mariastella Gelmini che è entrata a piedi pari in quello che è il più grande cruccio del Vaticano nei confronti di questo governo: le scuole private. Ieri la ministra ha affermato che in una delle riforme che sta studiando prevede di inserire un «sostegno economico per studia nella paritarie». Questa la spiegazione: «Costituzione alla mano, voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria». Per questo, «siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle. Un pò come già succede in Lombardia». Sulla possibilità che tale riforma comporti un costo aggiuntivo per l'erario, il ministro afferma che «sono tante le riforme che si possono fare risparmiando soldi e facendo funzionare la scuola. I dati Ocse - aggiunge -, ad esempio quelli che riguardano la Finlandia, dimostrano che non è vero che bisogna puntare sulla quantità di soldi, di ore di insegnamento, bensì sulla qualità». Contro questa ipotesi si è subito scagliata la Flc Cgil, che con un comunicato del segretario Mimmo Pantaleo ricorda come «da mesi sosteniamo che l'obiettivo vero del ministro Gelmini è distruggere la scuola pubblica per far posto alle private. Finalmente si ammette che avevamo ragione. Non si possono utilizzare strumentalmente i dati Ocse - continua Pantaleo - che peraltro dimostrano come le politiche di questo governo si muovono in direzione opposta rispetto ad un miglioramento della qualità negli apprendimenti, per sostenere che bisogna favorire le scuole private. Il ministro Gelmini e il governo sappiano che, se è quella la strada che intendono perseguire, la mobilitazione riprenderà con un' intensità ancora maggiore a partire dal primo giorno del nuovo anno scolastico - ha concluso - perché è in gioco il diritto all'istruzione per tutti che è tra i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale».
Intanto a Roma scoppia la polemica per l'approvazione di una mozione in consiglio provinciale, presentata dal coordinatore del gruppo federato della sinistra, Gianluca Peciola, che prevede l'istituzione nei licei e negli istituti superiori di Roma e Provincia i distributori di preservativi. La richiesta dei distributori dei preservativi nelle scuole era stata sostenuta anche da una migliaio di firme raccolte dai giovani del Partito Democratico.
Paralellamente all'installazione de distributori di profilattici partirà anche «una campagna di informazione, prevenzione e sostegno alla ricerca nella lotta contro il diffondersi del virus hiv e della altre malattie a trasmissione sessuale» oltre che «una campagna per l'insegnamento dell'educazione sessuale negli istituti superiori».
La mozione è passata con i 18 voti favorevoli (16 Pd, 2 Sinistra e libertà), 7 contrari (Pdl e Udc) e un astenuto (La Destra).
La notizia ha immediatamente provocato una bagarre politica anche a livello nazionale, a partire dal vicepresidente della commissione Cultura e Politiche giovanili, Federico Iadicicco del Pdl che ha tuonato: «A scuola si va per studiare non per accoppiarsi, non vi è nessun motivo per installare distributori di preservativi negli istituti». Favorevole invece il vice ministro alla salute Ferruccio Fazio: «Credo che per contrastare l'Aids
tutti i mezzi siano utili». «Quella della distribuzione di preservativi nelle scuole è una iniziativa positiva che va vista nel campo della prevenzione» ha commentato Cesare Cursi, responsabile sanità del Pdl.