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Liberazione: Scuola - Fallita la conciliazione, sindacati verso lo sciopero generale

I sindacati della scuola vanno verso lo sciopero generale:

10/11/2006
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Liberazione

I sindacati della scuola vanno verso lo sciopero generale: «Il tentativo di conciliazione svolto oggi (ieri, Ndr) al ministero della pubblica istruzione si è concluso con un nulla di fatto e nei prossimi giorni dovremo individuare, anche in relazione al dibattito sulla Finanziaria, la data per lo sciopero generale» ha fatto sapere Enrico Panini, segretario della Flc Cgil. I sindacati chiedono certezze sull’uso delle risorse contrattuali e una semplificazione dei passaggi burocratici successivi alla firma dei contratti per evitare inutili perdite di tempo per i lavoratori. Ma sul tavolo ci sono poi anche altre questioni, come il precariato degli Ata, riguardo al quale i sindacati giudicano insufficienti i posti resi disponibili per le immissioni in ruolo; il precariato dei docenti (i sindacati chiedono di cancellare la norma che prevede il superamento delle graduatorie permanenti); i lavoratori Ata e Itp trasferiti dagli enti locali, per i quali il governo precedente ha introdotta una norma, che i sindacati chiedono di cancellare, che impedisce il riconoscimento degli anni di lavoro effettivamente prestati e, infine, la carenza di risorse e strumenti per la scuola dell’autonomia e le negative riduzioni di organici e risorse introdotte nel comparto scuola.
Per quanto riguarda le risorse, i confederali si aspettano che vengano sbloccati i 150 milioni di euro derivanti da risparmi di sistema previsti nella scorsa Finanziaria: «Il ministero ci deve comunicare la disponibilità di queste somme - ha detto Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - si tratta di cifre derivanti da risparmi che dovevano essere già certificate nella loro disponibilità, destinati a valorizzare la professionalità docente e che dovrebbero aggiungersi ai 56 milioni di euro già certificati per il personale Ata». Nessuna di queste richieste ha avuto ieri una risposta e quindi le tre sigle hanno deciso di «confermare lo stato di agitazione». E lo sciopero è più vicino.


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