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Liberazione Scuola egiziana - Un’altra integrazione è possibile

Giansandro Barzaghi assessore all’Istruzione ed Edilizia scolastica della Provincia di Milano

15/10/2006
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Liberazione

Caro direttore, in merito alla scuola egiziana di via Ventura abbiamo assistito in questi giorni ad una semplificazione del dibattito, che ha visto contrapporsi favorevoli e contrari all’apertura della scuola in relazione alla concessione delle relative autorizzazioni. Entrando nel merito della questione, non vi è alcuna ragione per respingere l’avvio di questa scuola, visto che dal punto di vista normativo ne è contemplata l’esistenza. Il problema reale da affrontare è piuttosto quello dell’integrazione interculturale degli studenti stranieri, che non si può certo affrontare con l’apertura di istituti egiziani, tedeschi, americani o di qualsiasi altra nazionalità, perché questa prassi tende a ghettizzare etnie e culture invece di avvicinarle. E’ proprio in virtù di questa ghettizzazione che la destra ha poi gioco facile a fomentare lo scontro di civiltà, attraverso una colpevolizzazione di chi professa religioni diverse da quella cattolica, arrivando a sostenere in modo irresponsabile che si tratta di “una scuola per piccoli terroristi”. Non è dunque sufficiente che la sinistra dica che la scuola ha diritto di esistere e che aprirà solo in possesso delle relative autorizzazioni, ma è necessario avviare una riflessione per favorire l’integrazione tra studenti di diversi Paesi, rinforzando la scuola pubblica, adeguando la proposta formativa ad una realtà sociale che è profondamente mutata, con la presenza in alcuni quartieri di scuole in cui i ragazzi italiani sono ormai la metà degli alunni iscritti. Anche se coloro che hanno scelto di iscrivere i propri figli alla scuola di via Ventura, preferendola alla scuola pubblica, sono un numero tutto sommato esiguo di famiglie, non possiamo non interrogarci su cosa si debba migliorare per rendere la scuola pubblica più attrattiva e vicina ai bisogni dei cittadini. La Provincia di Milano in questa direzione ha sperimentato nelle scuole superiori laboratori di accoglienza, laboratori linguistici e percorsi di integrazione che mirano a trasformare le diverse provenienze culturali in un’opportunità per tutti.


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