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Liberazione-Scuola, decreti e bugie

Il governo approva il taglio del tempo pieno e Berlusconi insulta la sinistra Scuola, decreti e bugie Non è bastata, per ora, la mobilitazione imponente di 150mila persone venute a Roma ...

24/01/2004
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Liberazione

Il governo approva il taglio del tempo pieno e Berlusconi insulta la sinistra
Scuola, decreti e bugie
Non è bastata, per ora, la mobilitazione imponente di 150mila persone venute a Roma sabato scorso, nè le lacerazioni della Casa delle libertà riluttante a ingoiare anche un provvedimento così impopolare e senza copertura finanziaria e neanche i dubbi del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, la stroncatura della Consulta, i pareri autorevoli del Cidi, le mille mozioni contrarie di altrettanti collegi dei docenti. Ieri mattina, Palazzo Chigi ha messo il timbro sul decreto che farà a pezzi il tempo pieno e un modello di scuola che mezzo mondo ci invidiava. Tornano il maestro unico, il doposcuola-parcheggio, le bocciature e l'ossessione del voto in condotta. Non pago, il premier, fresco di lifting, fa la voce grossa - anche per difendere Letizia Moratti che, mentre lui era in vacanza, pareva piuttosto isolata - tentando di riguadagnare terreno sulla china di una credibilità scesa a livelli bassissimi. Così le spara paradossali accusando i giornali e finanche le sue tv di aver sovraesposto la protesta popolare e occultato il suo illuminato riordino. Il Cavaliere di Arcore, poi, tuona contro la sinistra che "ha messo ha messo in mano a bambini di 5 o 6 anni cartelli non scritti da loro e con affermazioni false" e, ancora, accusa l'opposizione di usare "gli strumenti di Goebbels contro gli ebrei: una bugia ripetuta diventa verità". "Ho sentito un coro dalla strada - ha raccontato - che diceva "giù le mani dal tempo pieno". E' l'esempio di come la sinistra sia veramente capace di dire bugie e propagandarle come verità". L'equivoco su cui contano lui e la ministra Moratti è quello denunciato chiaramente dall'immenso "popolo della scuola pubblica": il tempo pieno è un progetto unitario che armonizza su tempi lunghi didattica, socializzazione, lavoro collettivo e gioco non certo l'aritmetica della riformulazione morattiana, "27+3+10", con cui si indicano le ore obbligatorie del mattino gestite dal maestro vecchio stampo, il "tutor", seguite da quelle del servizio mensa e del pomeriggio che saranno appaltate non si sa bene a chi. Il tutto spacciato per un formidabile arricchimento dell'offerta nel delirio semantico cui ci ha abituato questo governo.
La lettura del decreto non lascia campo ad ambiguità: serve solo ad avere una scuola più selettiva e con meno lavoratori. Chi vuole qualcosa di meglio se lo compri, se se lo potrà permettere. La questione fa infuriare anche i sindacati più timidi di Cgil e Cobas, con la Uil (pressoché invisibile il 17) che si sbilancia a sostegno della mobilitazione diffusa e contro la sostanziale riduzione dell'offerta formativa della scuola pubblica e le ricadute inevitabili sull'occupazione. Immediata, in mattinata, la proclamazione dello stato d'agitazione da parte di Cgil, Cisl e Uil irritate da un iter che ha ignorato le organizzazioni sindacali. I lavoratori temono le ripercussioni negative e, da tutti gli attori della vertenza - comitati, genitori, insegnanti, precari, cittadini, associazioni - si ripete l'appello per uno sciopero unitario "per la cancellazione di tutta la controriforma - spiega a Liberazione Loredana Fraleone della segreteria nazionale di Rifondazione comunista - sarebbe la prima volta che tutti insieme incrocino le braccia per questa ragione e servirebbe a ricomporre l'intero mondo della scuola".

Quanto alle accuse di aver detto bugie, un coro di reazioni respinge duramente le accuse al mittente: "La somma delle ore non sostituisce il progetto unitario del tempo pieno - continua Fraleone - e poi è il governo a doverci delle spiegazioni sui mezzi con i quali attueranno la riforma dopo i tagli di fondi per i comuni".

"Il vero Goebbels del 2000 è proprio lui - incalza Piero Bernocchi, portavoce Cobas - l'imbonitore massmediatico che ha costruito la sua fortuna sulla manipolazione delle informazioni e sul loro utilizzo per rovesciare la realtà". Certo le accuse di plagiare i minori suonano ancora più ridicole se pronunciate da chi li costringe a nutrirsi già in tenera età di programmi zeppi di spot e di pubblicità occulta o a sottoporsi fin dall'asilo nido a "overdosi" di catechismo (anche il cattolicissimo Giovanardi, infatti, si fa meraviglia dei bimbi portati al corteo ma incassa lo schiaffo di veder cancellati gli emendamenti del suo partito). Dall'Ulivo giungono anche dubbi sulla costituzionalità del decreto mentre comitati e coordinamenti che hanno promosso dal basso la mobilitazione in difesa del tempo pieno si moltiplicano i segnali di guerra al decreto. E oggi i confederali scenderanno in piazza a Torino, città particolarmente vivace su questo versante.

Checchino Antonini


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