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Liberazione-Scuola, da tutta Italia per il "tempo libero"

Scuola, da tutta Italia per il "tempo libero" Per bloccare la riforma Moratti insegnanti, bambini e genitori hanno dato vita a un coordinamento nazionale che sarà in piazza sabato a Roma...

13/05/2004
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Liberazione

Scuola, da tutta Italia per il "tempo libero"
Per bloccare la riforma Moratti insegnanti, bambini e genitori hanno dato vita
a un coordinamento nazionale che sarà in piazza sabato a Roma
La Riforma Moratti si può ancora fermare! Noi, il popolo della scuola pubblica, il popolo del tempo pieno, ci crediamo e continuiamo il nostro percorso per bloccarla perché la scuola non si blocchi.
Nel marzo 2003 ci siamo trovati in 150 in una scuola bolognese a discutere di tempo pieno, mentre la Riforma Moratti otteneva il consenso di Parlamento e Senato. Sapevamo che questo modello di scuola, la scuola a tempo pieno, è l'antitesi simbolica e concreta del modello Moratti, l'esatto opposto: tempi distesi, rispetto dei ritmi di crescita delle bambine e dei bambini, attenzione reale all'uguaglianza e alla socializzazione, collaborazione alla pari fra insegnanti, rifiuto della selezione e massima apertura all'integrazione. Sapevamo anche che il tempo pieno risponde ad un'esigenza sociale fondamentale delle famiglie e delle donne.

Così, in 150 abbiamo cominciato a raccogliere delle firme e di lì a pochi mesi ci siamo accorti di essere molti di più, decine di migliaia. Per cui abbiamo pensato che non potevamo lasciar fare, che avevamo la responsabilità di difendere la nostra scuola, la scuola pubblica. Avevamo chiaro che i tagli di risorse che colpivano da anni la scuola pubblica erano uno dei filoni principali dell'offensiva neoliberista che mira a diminuire le spese statali nei settori pubblici, rendendo questi servizi sempre meno efficienti. Anche la politica dei passati governi, compreso il centrosinistra, era andata in questa direzione, legge di parità, abolizione del tetto di alunni per classe ecc& Questo processo avviene nel medio periodo, ma ogni tanto subisce delle accelerazioni, come quelle della Riforma Moratti, in cui tutto avviene, e tutto contemporaneamente.

Così è nato questo movimento di dissenso. Dalle scuole. E si è allargato a macchia d'olio in tante città, Bologna, Trieste, Padova, Fano, Genova, Torino, Modena, Milano, Venezia Udine, Firenze, Lucca, Pisa, Livorno, Roma, Napoli&
Dopo la raccolta di firme e le prime manifestazioni locali in settembre, che hanno visto per la prima volta in piazza insieme lavoratori e lavoratrici della scuola, genitori, bambine e bambini, è stata la volta delle mille "mobilitazioni creative".

Così le abbiamo chiamate e così, come un tam tam, si sono diffuse. Le "passeggiate sulle strisce pedonali" con i cartelli, parlando con gli automobilisti che all'inizio non capivano, ma poi hanno anche suonato i clacson al ritmo dei nostri slogan. Le prime "occupazioni" di scuole elementari con genitori, insegnanti, bidelli, bidelle, bambini e bambine tutti insieme, che finivano con balli e musica per festeggiare questa nostra scuola e la determinazione a difenderla
L'azzardo del primo "sciopero dei bambini", una giornata tutti a casa perché la Moratti deve capire che noi siamo disposti a tutto.

E poi le autogestioni, le fiaccolate, le biciclettate, i presìdi&e anche la resistenza dentro la scuola: le mozioni dei Collegi dei Docenti per mantenere la stessa organizzazione oraria e didattica degli anni precedenti, il rifiuto a stabilire i criteri per la nomina del tutor, il rifiuto di adottare libri di testo con le nuove indicazioni ministeriali, le assemblee dei genitori.

E le due grandi manifestazioni nazionali indette dai Coordinamenti, a Bologna il 29 novembre e a Roma il 17 gennaio. 150.000 in piazza, nonostante la censura dei media!

Contro lo smantellamento della scuola pubblica, è scesa in piazza la società civile. Ora è importante l'allargamento del fronte, anche gli altri ordini di scuola sono già stati duramente colpiti dalla ministra, con i tagli del personale. Per l'università è arrivato un decreto nefando e per la scuola superiore è in arrivo. Per questo, sabato 15 maggio, saremo tutti insieme in piazza a Roma, dalla scuola materna all'università contro la distruzione del sapere.

Perché la Moratti deve sapere che noi, il popolo della scuola, non ci arrendiamo.

Marzia Mascagni
coordinamento nazionale per la difesa del tempo pieno e prolungato


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