Liberazione-Regressiva e populista" Il direttivo Cgil boccia la manovra
Sciopero riconfermato. Due milioni e 800mila le firme per i due sì e i due no "Regressiva e populista" Il direttivo Cgil boccia la manovra Fabio Sebastiani "Regressiva e populista". Anche ...
Sciopero riconfermato. Due milioni e 800mila le firme per i due sì e i due no
"Regressiva e populista" Il direttivo Cgil boccia la manovra
Fabio Sebastiani
"Regressiva e populista". Anche il direttivo della Cgil boccia senza appello la legge finanziaria varata domenica dal governo. E il segretario Guglielmo Epifani, che in una pausa dei lavori ha trovato il tempo per convocare una conferenza stampa, carica le parole di un'enfasi particolare. Insomma, man mano che le nebbie della legge di bilancio si diradano e vengono fuori i contenuti reali del provvedimento - "ogni giorno ce ne è una", commenta il segretario della Cgil - lo sciopero indetto per il 18 settembre si carica di nuovi elementi di protesta. "Uno sciopero per l'Italia", torna a definirlo Guglielmo Epifani, anche in risposta alla Uil, che proprio ieri è tornata ad attaccare la scelta della Cgil definendola "unilaterale e pregiudiziale". Intanto, le firme per "i due sì e i due no" toccano quota 2 milioni e 800mila.
L'Italia chiamata a raccolta dalla Cgil è quella che esce letteralmente a pezzi da questa sequela di tagli e di furberie, di giochi delle tre carte e di spostamento di debiti sia verso le generazioni future che verso i più deboli, in questo caso gli enti locali. Per il 15 ottobre, amministratori locali e imprenditori del Sud si vedranno con Epifani per un convegno di studio proprio per analizzare le conseguenze della Finanziaria sul sistema paese.
La Cgil la sta passando al setaccio. Per il sindacato di Epifani "è senza rigore e non crea sviluppo". "La riduzione dell'Irpef, poi, è finanziata con impegni già presi dai precedenti governi e non mantenuti - sottolinea Epifani - ed è il preludio a un riordino non accettabile, disegnato nella delega fiscale, tutto a favore dei più ricchi".
Ma la critica più forte il segretario della Cgil se la riserva per gli obiettivi generali fissati dal governo: altro che saldo, il rapporto deficit/pil sarà dal 2, 4% al 3%. Due i motivi di questa vera e propria voragine: nessuna possibilità di raggiungere i 16mila miliardi di gettito dal concordato fiscale e Pil decisamente in discesa. Senza rigore, quindi. E anche senza sviluppo. Una finanziaria senza qualità che offre alle imprese un "quadro desolante". Frecciatina a Confindustria: "Valeva la pena di dare quel sostegno al governo?".
Non è certo meno desolante per i cittadini, ai quali il governo toglie da sotto il naso una bella fetta di aumenti delle pensioni minime, riduce il fondo sanitario nazionale, attacca l'autonomia degli enti locali. Senza parlare dei dipendenti pubblici, che si vedono bloccare le assunzioni e sottrarre risorse per il rinnovo dei contratti.
Intanto, il segretario della Cisl Savino Pezzotta prima si limita a ravvisare "criticità" nei provvedimenti sul Meridione, poi di fronte al viceministro Micciché - ospite a "Porta a Porta" per eseguire diligentemente il ruolo dell'uomo-sandwich (da una parte la faccia di Berlusconi e dall'altra la scritta "W la finanziaria") - sbotta: "La modifica dei meccanismi per l'erogazione degli aiuti al Mezzogiorno è un disastro, sia per il credito di imposta che per il bonus per l'occupazione". Sono momenti difficili per la Cisl costretta ad essere più "realista del re". Al segretario della Cisl, non piacciono condoni e concordati fiscali. "Le persone che rappresento pagano. Condonare è un comportamento non virtuoso. Avrei preferito un inasprimento della lotta alla evasione fiscale".
Cgil, Cisl e Uil si ritrovano insieme su un punto: l'attacco alle pensioni, anche nell'ultima versione dei "disincentivi per chi si ritira dal lavoro anticipatamente" contenuta nel Rapporto del ministero del Welfare che sarà inviato a Bruxelles. Per il segretario della Cisl il capitolo pensioni ormai "è chiuso". Inoltre, ieri hanno deciso, sempre insieme, di chiedere a Tremonti e Lunardi un icnotnro urgente per il sostegno alla politica della casa.
Infine, il direttivo Cgil di ieri ha votato anche un documento sui contratti. In sostanza c'è la riproposizione del modello uscito dal congresso di Rimini: inflazione più produttività di settore. Il direttivo ha accolto tutta una serie di emendamenti presentati da Giorgio Cremaschi su vari aspetti, non ultima la questione della democrazia. In una prima redazione, infatti, la parte sulla democrazia di mandato non veniva definita come vincolante. "I risultati del direttivo sono positivi - ha commentato Cremaschi - ora ci vuole coerenza".