Liberazione-No alle riforme Moratti, diritto allo studio per tutte e tutti
15 novembre, sciopero generale della scuola e delle università No alle riforme Moratti, diritto allo studio per tutte e tutti Forse in quest'universo d'incertezze in cui viviamo, drammatica...
15 novembre, sciopero generale della scuola e delle università
No alle riforme Moratti, diritto allo studio per tutte e tutti
Forse in quest'universo d'incertezze in cui viviamo, drammaticamente rappresentate da guerra e precarizzazione anche nell'immaginario collettivo, l'accesso alla conoscenza appare come un'utopia che ancora merita di essere perseguita. Perciò i luoghi del sapere vengono ancora vissuti come depositari della cittadinanza, prima e più di altri diritti.
Luoghi franchi, dove è possibile esercitare la partecipazione e dunque la democrazia. Sarà anche per questo che nelle scuole viene espressa, da alcuni anni, una resistenza tenace all'attacco liberista al sapere, che punta alla sua mercificazione ed omologazione.
Gli ostacoli incontrati dai provvedimenti del governo, su questo terreno, sono oggi ancor più interessanti, perché posti da soggetti non riducibili al mondo tutto interno alle scuole.
Indubbiamente vi contribuisce la politica liberista, che col suo colpire alla cieca compie passi falsi in continuazione. Arriva così ad offendere il senso comune, come nel caso recente delle belle scuole venete rimaste chiuse perché non vi sono stati assegnati insegnanti, nonostante la richiesta di aprirle a bambine e bambini che ne hanno bisogno.
Allora, come in molti altri casi in questo periodo, le amministrazioni locali sono scese in campo a sostegno dei genitori, come accadeva in tempi migliori.
La scuola pubblica, d'altro canto, continua ad essere largamente preferita dagli italiani ed il suo impoverimento desta scandalo. Per questo la prossima legge finanziaria deve rappresentare un'occasione da non perdere, per riaffermare la centralità dell'istruzione pubblica e ribadire il dissenso verso le politiche liberiste e le riforme Moratti.
Per questo gli appuntamenti di mobilitazione, di lotta e di riflessione in calendario si arricchiscono di coinvolgimenti più ampi nella società, a partire dalle amministrazioni locali, che ormai hanno chiaro come lo stato sempre più precario delle scuole pubbliche si scaricherà inevitabilmente su di loro.
Una morsa dalla quale è possibile sfuggire solo assumendo un ruolo vertenziale nei confronti del governo centrale. Questo dovrebbe far riconsiderare il ruolo stesso delle amministrazioni locali ed in tempo di elezioni, anche quello più insidioso delle regioni.
Il livello amministrativo che ha conteso al governo, anche nelle regioni governate dal centrosinistra, la prerogativa di svolgere scelte sull'istruzione a prescindere da quelle nazionali, anticipando nei fatti la filosofia che avanza con la devolution.
In questi giorni sembra scendere in campo anche l'università, modificata geneticamente dalla riforma del precedente governo ed oggi colpita ancora più gravemente dalla Moratti. Lo sciopero generale della scuola del 15 novembre, che coinvolgerà anche gli atenei, si carica perciò di una valenza sempre maggiore. Uno sciopero atteso e ben accolto, anche se considerato non del tutto soddisfacente, nella piattaforma, dai coordinamenti e dai comitati, che insistono giustamente su parole d'ordine chiare e vincolanti anche per futuri assetti di governo alternativi a quelli di centrodestra.
Una scadenza di lotta provvidenziale per assestare un duro colpo anche alla devastante quanto traballante finanziaria di Berlusconi, che diviene sempre più il banco di prova del governo, ma anche delle forze d'opposizione, per le quali si gioca la credibilità nel mostrare capacità d'alternativa alle politiche del centrodestra.
Domenica scorsa a Napoli coordinamenti e comitati hanno affilato le armi per riprendere una mobilitazione all'altezza degli appuntamenti che sono in agenda.
Il prossimo 23/24 ottobre a Firenze si riunisce il primo Social Forum italiano per l'educazione. Se alla critica radicale delle politiche liberiste si uniscono una riflessione unitaria sulle prospettive di lotta e proposte che ricollochino il tema della conoscenza nel diritto allo studio per tutti e per tutte, avremo fatto un tratto di strada verso l'uscita dalle tenebre in cui sembriamo piombati da un po' di tempo a questa parte.
Loredana Fraleone