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Liberazione-Lezioni di democrazia a cielo aperto

La società civile riprende la parola per un'appassionata difesa del tempo pieno Lezioni di democrazia a cielo aperto Come descrivere la mobilitazione di oggi a Roma? Certamente come una ...

18/01/2004
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Liberazione

La società civile riprende la parola per un'appassionata difesa del tempo pieno
Lezioni di democrazia a cielo aperto
Come descrivere la mobilitazione di oggi a Roma? Certamente come una grande manifestazione di massa, al di là di ogni più rosea aspettativa. Riempire piazza del Popolo comporta uno sforzo che non tutte le organizzazioni, anche le più grandi si sentono sempre di compiere, per cui a vedere dal palco la piazza fitta fitta di un popolo, che includeva tanti bambini e bambine, quasi a simboleggiare una loro protezione per l'oggi e per il futuro, è stata davvero una di quelle emozioni, che ti ripagano e fanno sperare nella possibilità di vincere.
Sarà per questo che la descrizione, attraverso le sole parole è così difficile e rischia di apparire persino retorica o banale.

Bisognava vederla quella lavoratrice napoletana salita sul palco con la sua bambina attaccata alla gonna, a rivendicare che non si cancellasse un diritto che segna la condizione quotidiana della vita di madre e figlia. Bisognava vedere, oltre che ascoltare, il gruppetto di bambini napoletani saliti, a loro richiesta, sul palco per recitare in dialetto uno sberleffo alla ministra, tanto efficace quanto divertente. Presenze assolutamente impreviste da noi organizzatori, preoccupati del fatto che tutti i comitati, decine e decine di tante città diverse volevano parlare, portare la loro testimonianza e non ci sarebbe stato il tempo per consentirlo a tutti. Anche per questo abbiamo rinunciato a parlare come membri del comitato organizzatore, ci sembrava fondamentale dare voce direttamente ai soggetti che in questi ultimi mesi si sono mobilitati, è apparsa necessaria una sorta di restituzione della parola in pubblico a chi ne è sistematicamente espropriato. I bambini e le bambine, invece, hanno considerato quel palco come un luogo dove potersi esprimere ed alla fine se ne sono appropriati, esattamente come possono fare ogni giorno di quella scuola che persino loro sentono minacciata. Avranno ascoltato certamente i discorsi preoccupati dei genitori e dei loro insegnanti, e percepito che bisogna reagire a qualcosa di minaccioso che avanza, ma c'era anche farina del loro sacco nella difesa appassionata della scuola, che vivono con naturalezza come uno spazio per rielaborare ed esprimersi, uno spazio intelligente, che serve ad alimentare intelligenze.

Infatti è proprio questo che risulta difficile da comunicare: quella manifestazione, quella piazza erano diventati come una scuola gigante, dove ci si ascoltava, dove ci si esprimeva liberamente, dove ci s'incontrava. Non è forse questo il clima che si vive nella grande maggioranza delle scuole di base? E non è in particolare in quelle a tempo pieno che si stabiliscono rapporti di scambio, così significativi, da coinvolgere affettivamente tanto coloro che ci lavorano che coloro che ci stanno per imparare?

Una gigantesca scuola a cielo aperto, ecco cosa sembrava l'insieme di genitori, insegnanti e bambini in piazza del Popolo. Un pezzo di società che ha avuto la capacità di autorappresentarsi, di autorganizzarsi ed indurre al sostegno della propria iniziativa anche forze, che non hanno vissuto la riforma Moratti come un grave attacco alla scuola pubblica ed alla civiltà di questo paese. Molti di noi stanno all'interno di questo movimento, come insegnanti o come genitori, oggi siamo stati assolutamente indistinguibili dagli altri nella manifestazione, perché oggi è scesa in piazza la scuola della Repubblica.

Loredana Fraleone


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