Liberazione-Lettere dei lettori
Scuola: tempo pieno ma svuotato di valore In ruolo chi vuole il vescovo, ma i precari no Cortei vietati ai bambini: e le processioni? Scuola Tempo pieno ridotto a guardiania Caro dirett...
Scuola: tempo pieno ma svuotato di valore
In ruolo chi vuole il vescovo, ma i precari no
Cortei vietati ai bambini: e le processioni?
Scuola
Tempo pieno
ridotto a guardiania
Caro direttore, tempo pieno per la scuola elementare, vuol dire la realizzazione di un progetto didattico/educativo ulteriore rispetto al normale programma curriculare, attraverso lo svolgimento di una funzione docente atta a promuovere lo sviluppo e la cultura della personalità del discente in età evolutiva e a recuperare gli svantaggi psicofisici. Tempo vuoto per la scuola elementare, vuol dire realizzare semplicemente una funzione di guardiania attraverso badanti che consenta unicamente la permanenza a scuola di quegli alunni per i quali le famiglie non sono riuscite a trovare un'allocazione diversa. Ora, a me pare che questo decreto Moratti sul tempo pieno per la scuola elementare, per la facoltatività dello stesso (un optional?), per la sua prevista temporaneità, per la scarsa copertura finanziaria, sia ispirato a questa forma di realizzazione, già attuata negli istituti scolastici retti da enti ecclesiastici e cioè che si concretizzi in sostanza nella realizzazione di un tempo vuoto per la scuola elementare.
Un cittadino perplesso Roma
Inglese: un'ora in meno
per non impararlo
Caro direttore, il taglio di un'ora curriculare di inglese è una decisione incredibile in un momento in cui si dice di dare molta importanza allo studio delle lingue straniere! Come si può pensare che solo perché si fa cominciare obbligatoriamente la lingua inglese dalla prima classe elementare, ci si possa concedere il lusso di eliminare un'ora settimanale alle medie? L'apprendimento delle lingua straniere, alle elementari e alle medie, richiede un'attenta analisi delle caratteristiche cognitive degli alunni coinvolti, perché si prende in esame un ampio arco della vita evolutiva di questa fascia di alunni. C'è un periodo durante il quale l'approccio ad una lingua straniera deve essere fatto sottoponendo il discente al gioco (stadio dell'attività creativa), cosa che viene fatta prevalentemente alle elementari. Se davvero si vuole imparare una lingua, non è togliendo le ore di insegnamento curricolare che si riuscirà! Questi alunni andranno poi alle superiori, con che livello di preparazione? Credo valga la pena soffermarsi a riflettere su quello che potrebbe realmente rivelarsi un grave errore. Imparare una lingua straniera presuppone un grande sforzo ed impegno, dobbiamo dare ai nostri ragazzi il tempo per farlo.
Mari Vecchies Associazione docenti precari Milano e provincia
Benedizione
e posto fisso!
Caro direttore, leggo che è stato pubblicato il bando di concorso a ruolo per gli insegnanti di religione: concorso riservato agli insegnanti con anzianità di servizio continuativo di almeno quattro anni. Visto il modo con cui vengono scelti gli insegnanti di religione, basta un diploma di scuola secondaria, la raccomandazione del vescovo della diocesi, e nel peggiore dei casi, per accedere nelle scuole superiori, la frequenza di una scuola di teologia, ritengo che questa decisione di immettere in ruolo insegnanti che non hanno nemmeno la laurea sia un'ulteriore "offesa" nei confronti dei precari storici (con tanto di laurea, master, corsi di aggiornamenti etc.) e degli studenti delle Ssis che si trovano a sborsare, in due anni, una miriade di soldi per ottenere almeno la speranza di aver un posto nel vicino futuro.
Franco Fabris Chioggia (Ve)
Una divisa
per gli scolari
Caro direttore, bambine e bambini, ragazze e ragazzi di tutte le scuole dovrebbero andare con un vestito (una divisa, spiego meglio) eguale. Ti dico subito che l'illustrazione e il tentativo di convincere sulla giustezza egualitaria di questa proposta, ha ottenuto da mia figlia quattordicenne una risposta nettamente negativa. Lei è fierissima di vestirsi come cavolo vuole e di mostrare quanta pancia le pare& eppure io sono convinto che bisogna trovare un modo per stimolare la semplicità dei ragazzi e soprattutto frenare la corsa a un idiota consumismo erotizzante. Non sono un vecchio, ho 49 anni, simpatizzo per tutte le idee libertarie e ho votato sempre a sinistra.
Flavio Anania via e-mail
bambini
Nelle processioni sì
e nei cortei no?
Caro direttore, vorrei aggiungere una considerazione che mi pare manchi nell'eccellente "lettera del giorno" di Danilo Giorgi pubblicata oggi per mettere in risalto l'assurdità della proposta di proibire la partecipazione dei bambini alle manifestazioni politiche. Perché, a maggior ragione, non proibire ai bambini la partecipazione alle processioni religiose, dove spesso vengono addirittura travestiti da angioletti o vestiti nell'uniforme dei chierichetti e obbligati a cantare inni che hanno lo scopo di condizionarli e una capacità di riuscirci forse maggiori degli slogan politici?
Renzo Butazzi
Montefollonico (Si)
Manifestare
non è indottrinare
Caro direttore, sono mamma di una bambina di sette anni e lo scorso gennaio ho partecipato, insieme a mia figlia, alla grandiosa manifestazione contro la riforma Moratti. Non era la prima manifestazione, e tutte le volte la nostra partecipazione era stata preceduta e seguita da importanti scambi di vedute in famiglia. Lei aveva chiesto a noi genitori cosa significa manifestare, cosa significa protestare, per cosa manifestavamo e contro chi protestavamo. Noi le avevamo spiegato con parole semplici i motivi del dissenso, cercando di esplicitare bene i concetti e le diverse posizioni. Proprio così. Perché i bambini sono svegli, se li si abitua a pensare, e si rendono conto molto presto che le idee, perfino quelle dei genitori, sono solo un'espressione di tutte le idee possibili. E, se un genitore tiene alla salute mentale del proprio bambino, sta bene attento a non imporre le proprie idee seguendo il semplice principio di autorità. Dove sta la strumentalizzazione di cui ci si accusa? Siamo sicuri che non si tratti di una bandiera di facciata che serve a coprire altro? E' facile, davvero troppo facile, gridare allo scandalo contro i genitori che protestano contro questa riforma deprimente e che coinvolgono nelle loro azioni anche i soggetti direttamente investiti dalla riforma stessa, cioè i propri figli. Forse ciò che preoccupa la parlamentare di Forza Italia, fautrice della proposta di legge che vieta agli under 11 di partecipare alle manifestazioni, è altro e cioè la possibilità di fornire ai bambini un modello di comportamento che sia testimonianza di una volontà e capacità critica nei confronti di regole ingiuste e sbagliate. Se così non fosse sarebbe stato vietato da tempo l'utilizzo dei minori negli spot pubblicitari e nelle trasmissioni di varietà di serie C. E che dire del vero e proprio bombardamento mediatico a cui sono sottoposti i nostri figli quando il loro cartone viene interrotto ogni cinque minuti da pubblicità mirata?
Pina Calò via e-mail
Scuola: tempo pieno ma svuotato di valore
In ruolo chi vuole il vescovo, ma i precari no
Cortei vietati ai bambini: e le processioni?
Scuola
Tempo pieno
ridotto a guardiania
Caro direttore, tempo pieno per la scuola elementare, vuol dire la realizzazione di un progetto didattico/educativo ulteriore rispetto al normale programma curriculare, attraverso lo svolgimento di una funzione docente atta a promuovere lo sviluppo e la cultura della personalità del discente in età evolutiva e a recuperare gli svantaggi psicofisici. Tempo vuoto per la scuola elementare, vuol dire realizzare semplicemente una funzione di guardiania attraverso badanti che consenta unicamente la permanenza a scuola di quegli alunni per i quali le famiglie non sono riuscite a trovare un'allocazione diversa. Ora, a me pare che questo decreto Moratti sul tempo pieno per la scuola elementare, per la facoltatività dello stesso (un optional?), per la sua prevista temporaneità, per la scarsa copertura finanziaria, sia ispirato a questa forma di realizzazione, già attuata negli istituti scolastici retti da enti ecclesiastici e cioè che si concretizzi in sostanza nella realizzazione di un tempo vuoto per la scuola elementare.
Un cittadino perplesso Roma
Inglese: un'ora in meno
per non impararlo
Caro direttore, il taglio di un'ora curriculare di inglese è una decisione incredibile in un momento in cui si dice di dare molta importanza allo studio delle lingue straniere! Come si può pensare che solo perché si fa cominciare obbligatoriamente la lingua inglese dalla prima classe elementare, ci si possa concedere il lusso di eliminare un'ora settimanale alle medie? L'apprendimento delle lingua straniere, alle elementari e alle medie, richiede un'attenta analisi delle caratteristiche cognitive degli alunni coinvolti, perché si prende in esame un ampio arco della vita evolutiva di questa fascia di alunni. C'è un periodo durante il quale l'approccio ad una lingua straniera deve essere fatto sottoponendo il discente al gioco (stadio dell'attività creativa), cosa che viene fatta prevalentemente alle elementari. Se davvero si vuole imparare una lingua, non è togliendo le ore di insegnamento curricolare che si riuscirà! Questi alunni andranno poi alle superiori, con che livello di preparazione? Credo valga la pena soffermarsi a riflettere su quello che potrebbe realmente rivelarsi un grave errore. Imparare una lingua straniera presuppone un grande sforzo ed impegno, dobbiamo dare ai nostri ragazzi il tempo per farlo.
Mari Vecchies Associazione docenti precari Milano e provincia
Benedizione
e posto fisso!
Caro direttore, leggo che è stato pubblicato il bando di concorso a ruolo per gli insegnanti di religione: concorso riservato agli insegnanti con anzianità di servizio continuativo di almeno quattro anni. Visto il modo con cui vengono scelti gli insegnanti di religione, basta un diploma di scuola secondaria, la raccomandazione del vescovo della diocesi, e nel peggiore dei casi, per accedere nelle scuole superiori, la frequenza di una scuola di teologia, ritengo che questa decisione di immettere in ruolo insegnanti che non hanno nemmeno la laurea sia un'ulteriore "offesa" nei confronti dei precari storici (con tanto di laurea, master, corsi di aggiornamenti etc.) e degli studenti delle Ssis che si trovano a sborsare, in due anni, una miriade di soldi per ottenere almeno la speranza di aver un posto nel vicino futuro.
Franco Fabris Chioggia (Ve)
Una divisa
per gli scolari
Caro direttore, bambine e bambini, ragazze e ragazzi di tutte le scuole dovrebbero andare con un vestito (una divisa, spiego meglio) eguale. Ti dico subito che l'illustrazione e il tentativo di convincere sulla giustezza egualitaria di questa proposta, ha ottenuto da mia figlia quattordicenne una risposta nettamente negativa. Lei è fierissima di vestirsi come cavolo vuole e di mostrare quanta pancia le pare& eppure io sono convinto che bisogna trovare un modo per stimolare la semplicità dei ragazzi e soprattutto frenare la corsa a un idiota consumismo erotizzante. Non sono un vecchio, ho 49 anni, simpatizzo per tutte le idee libertarie e ho votato sempre a sinistra.
Flavio Anania via e-mail
bambini
Nelle processioni sì
e nei cortei no?
Caro direttore, vorrei aggiungere una considerazione che mi pare manchi nell'eccellente "lettera del giorno" di Danilo Giorgi pubblicata oggi per mettere in risalto l'assurdità della proposta di proibire la partecipazione dei bambini alle manifestazioni politiche. Perché, a maggior ragione, non proibire ai bambini la partecipazione alle processioni religiose, dove spesso vengono addirittura travestiti da angioletti o vestiti nell'uniforme dei chierichetti e obbligati a cantare inni che hanno lo scopo di condizionarli e una capacità di riuscirci forse maggiori degli slogan politici?
Renzo Butazzi
Montefollonico (Si)
Manifestare
non è indottrinare
Caro direttore, sono mamma di una bambina di sette anni e lo scorso gennaio ho partecipato, insieme a mia figlia, alla grandiosa manifestazione contro la riforma Moratti. Non era la prima manifestazione, e tutte le volte la nostra partecipazione era stata preceduta e seguita da importanti scambi di vedute in famiglia. Lei aveva chiesto a noi genitori cosa significa manifestare, cosa significa protestare, per cosa manifestavamo e contro chi protestavamo. Noi le avevamo spiegato con parole semplici i motivi del dissenso, cercando di esplicitare bene i concetti e le diverse posizioni. Proprio così. Perché i bambini sono svegli, se li si abitua a pensare, e si rendono conto molto presto che le idee, perfino quelle dei genitori, sono solo un'espressione di tutte le idee possibili. E, se un genitore tiene alla salute mentale del proprio bambino, sta bene attento a non imporre le proprie idee seguendo il semplice principio di autorità. Dove sta la strumentalizzazione di cui ci si accusa? Siamo sicuri che non si tratti di una bandiera di facciata che serve a coprire altro? E' facile, davvero troppo facile, gridare allo scandalo contro i genitori che protestano contro questa riforma deprimente e che coinvolgono nelle loro azioni anche i soggetti direttamente investiti dalla riforma stessa, cioè i propri figli. Forse ciò che preoccupa la parlamentare di Forza Italia, fautrice della proposta di legge che vieta agli under 11 di partecipare alle manifestazioni, è altro e cioè la possibilità di fornire ai bambini un modello di comportamento che sia testimonianza di una volontà e capacità critica nei confronti di regole ingiuste e sbagliate. Se così non fosse sarebbe stato vietato da tempo l'utilizzo dei minori negli spot pubblicitari e nelle trasmissioni di varietà di serie C. E che dire del vero e proprio bombardamento mediatico a cui sono sottoposti i nostri figli quando il loro cartone viene interrotto ogni cinque minuti da pubblicità mirata?
Pina Calò via e-mail