Liberazione-Le grigie aule del revisionismo
Riscrittura dei manuali di storia: una risposta al disegno di legge del forzista Garagnani Le grigie aule del revisionismo "La scuola fascista attua il principio d'una cultura del popo...
Riscrittura dei manuali di storia: una risposta al disegno di legge del forzista Garagnani
Le grigie aule del revisionismo
"La scuola fascista attua il principio d'una cultura del popolo, ispirata agli eterni valori della razza italiana e della sua civiltà" (da "La Carta della Scuola"). Mussolini precisa: "Un altro Regime che non sia il nostro, un Regime demoliberale, un Regime di quelli che noi disprezziamo, può ritenere utile rinunziare all'educazione delle giovani generazioni. Noi no. Su questo siamo intrattabili. Nostro deve essere l'insegnamento... Abbiamo bisogno di dare a questi giovani il senso della virilità, della potenza, della conquista, sopratutto abbiamo bisogno di ispirare loro la nostra fede e accenderli delle nostre speranze".
Non conosco l'età del deputato forzista Fabio Garagnani autore di un testo di legge (9/7/2002, n. 2991) che esorta i manuali scolastici a tener "conto in modo obiettivo di tutte le correnti culturali e di pensiero, per un confronto democratico e liberale che assicuri un corretto apprendimento del passato con particolare riferimento a quello più recente". Secondo Garagnani, "nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, e in particolare di quella contemporanea" deve "svolgersi attraverso l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico".
Fatti i dovuti conti, credo di poter esser certa che il Garagnani non ha l'età per esser stato educato sui testi fascisti che ho citato all'inizio. Qualora ne avesse bisogno, potrei mettergliene a disposizione molti altri, essendo io, diversamente da lui, cresciuta dalla prima elementare alla terza liceo, all'ombra di quei testi, unici ed obbligatori per tutti. Non sono una storica, né intendo entrare in un dibattito che mi pare assurdo sin dalle sue più lontane premesse. Quale persona di cultura appena media può pensare che siano possibili giudizi sull'"assoluto rigore scientifico" di un testo, sia esso letterario, storico, scientifico? E chi, d'altra parte, conoscendo anche sommariamente la scuola italiana, ignora che essa da anni si è data regole e iter interni attraverso i quali le scelte dei testi, fatte autonomamente dagli insegnanti, vengono esposte e dibattute in sedi collettive (consigli dei docenti, ecc.)?
Il problema mi pare un altro. Il deputato forzista non può non sapere che è impossibile giudicare "l'assoluto rigore scientifico" di un testo e quindi altro vuol dirci e altro è ovviamente il suo intento. Egli si ripromette di "spingere" la scuola, attraverso una norma giuridica e tutto ciò che egli è forse convinto che essa comporterebbe (timori, servilismi, arrivismi, ecc.), a intraprendere quella via al revisionismo della storia italiana degli ultimi cinquant'anni necessario per spazzar via i fondamenti della nostra Costituzione (quella, per intenderci, nata dalla Resistenza).
Ora è proprio qui l'errore in cui la giovane - o media o comunque non tarda - età induce il Garagnani. L'inesperienza lo espone a una duplice illusione. La prima è che, ammesso anche che il Parlamento la votasse, la legge porterebbe decine di migliaia di insegnanti ad adottare testi revisionisti. E' vero che, imperante il fascismo, furono solo dodici i professori universitari a rifiutare il giuramento di fedeltà a quel partito, ma non è un caso che il fascismo sia caduto senza colpo ferire, e che, alle sue ceneri, anziché schiere di ragazzi pronti a morire per esso, siano sorte le formazioni partigiane formate proprio da quei giovani che il fascismo si era illuso di aver "educato" sui testi unici e obbligatori. Oggi, e sia certo il deputato forzista che dico il vero, ogni anno, quale vecchia partigiana, vengo chiamata nelle elementari, nelle medie, nelle superiori da decine e decine di classi di tutt'Italia per raccontare la Resistenza, ed altrettanto so che accade ai miei compagni ancora viventi. Certo, siamo rimasti in pochi ormai, ma sono tanti, proprio tanti gli insegnanti che vogliono sentire la nostra testimonianza. Basterebbe, crede l'onorevole, una norma di legge, oltretutto assurda e inapplicabile, per tacitare il loro desiderio di conoscere in presa diretta la storia che ha dato vita alla Costituzione e che ha alimentato le sue basi storiche e politiche? Un desiderio che, in occasione degli incontri con le classi, insegnanti e studenti - sempre più spesso anche scolari di quinta elementare - appare concretamente alimentato da un riconoscersi nella Costituzione che dalla Resistenza è nata e che quindi, una volta esaurite le fonti dirette, continuerebbe a riflettersi nella ricerca e nell'adozione di testi che in tali valori si riconoscono.
E, infine, la seconda, vana illusione del Garagnani. Dovrei aver assimilato a scuola, dai testi fascisti, "gli eterni valori della razza italiana" e dovrei aver acquisito "il senso della virilità, della potenza, della conquista". E invece a diciassette anni ho preso le armi e ho sparato contro nazisti e fascisti per dare pace e democrazia al mio Paese. E non ero certo sola: erano con me tanti altri giovani e ragazze che la scuola fascista aveva cercato di educare secondo l'imperativo del "credere, obbedire, combattere". Evidentemente non era bastato "truccare" i libri di testo, obbligare gli insegnanti alla "fedeltà" al regime, costringere tutti i bambini e le bambine fin dalla prima elementare a giurare di "eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze, e se è necessario col mio sangue la Causa della Rivoluzione Fascista".
Non appena siamo stati in grado di comparare parole e fatti, non appena i bombardamenti sulle città indifese, i massacri dei soldati, mal armati e mal guidati, in Unione Sovietica e in Africa, e più tardi le razzie degli ebrei ci hanno aperto gli occhi, abbiamo saputo scegliere di non obbedire, di non credere e di non combattere dalla parte sbagliata.
Oggi ovviamente il contesto è del tutto diverso e nessun panorama tanto drammatico ci si schiude davanti: però sia concesso a noi vecchi antifascisti, drizzare le orecchie anche di fronte alle avvisaglie più lontane e balbettanti. Certo, il Garagnani sarà inesperto e forse anche giovane, e dovremmo avere per le sue illusioni e le sue eccitazioni un po' di comprensione e di tenerezza, ma, tutto sommato, la tenerezza è meglio conservarla per i nostri gatti, che non pretendono "testi di assoluto rigore scientifico" e si accontentano di una razione di bocconcini.