Liberazione-Le alchimie per dividere i precari
Come (non) funzionano le scuole che sfornano i nuovi docenti Le alchimie per dividere i precari Le Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento secondario (Ssis) sono un percorso post laure...
Come (non) funzionano le scuole che sfornano i nuovi docenti
Le alchimie per dividere i precari
Le Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento secondario (Ssis) sono un percorso post lauream per chi vuole entrare nel mondo della scuola. Archiviato definitivamente il concorso ordinario, per accedere alla professione d'insegnante bisogna frequentare due anni di Ssis per essere immesso nelle graduatorie permanenti.
Previste dalla legge sull'autonomia universitaria del '90, le Ssis, secondo la riforma Moratti, dovrebbero essere abolite, fatto sta che ogni anno viene attivato un nuovo ciclo. Organizzate su base regionale, sono a numero chiuso e per accedervi è necessario un esame che si può comporre di uno scritto (quiz a risposta multipla o tema) e un orale; oppure due scritti, a seconda dell'indirizzo per cui si concorre.
La frequenza è obbligatoria e, sempre a seconda delle classi di abilitazione, gli specializzandi possono avere anche tutti i pomeriggi della settimana impegnati. Cento ore, comunque, sono le stesse per tutti: è la cosiddetta "area comune", ovvero quella che dovrebbe "insegnare a insegnare" e prevede lezioni di psicologia, sociologia, didattica, pedagogia e nozioni di normativa scolastica. Vi è poi l'area disciplinare (Italiano, matematica, storia e filosofia&) e, infine, 290 ore di tirocinio a scuola. Ogni "sissino" affianca un docente di ruolo in esperienze osservative e in vere e proprie lezioni. Ogni anno vi sono esami finali e, al secondo, l'esame di stato.
"Naturalmente" nessuna di queste attività è retribuita, ma è previsto il pagamento annuale delle tasse. Al termine del biennio, viene rilasciato il titolo che, oltre al punteggio dell'abilitazione, porta in dote i "famosi" 30 punti che sono il frutto del risultato algebrico di 24 (l'equivalente di due anni di supplenze annuali) e 6 di bonus per la prova concorsuale finale svolta. Negli ultimi due anni il ministero ha sistematicamente ricercato la contrapposizione fra "sissini" e precari "storici" togliendo o aggiungendo punteggio arbitrariamente.
Con il nuovo decreto vengono ricalibrati i punteggi nel loro complesso: da un minimo di 4 a un massimo di 12 i punti per l'abilitazione (anziché da 12 a 36); i 6 punti concorsuali vengono dati anche agli abilitati non Ssis; i famosi 30 punti degli specializzati varranno soltanto per una classe di concorso. Queste alchimie ministeriali non risolvono il problema. Tutto ciò è ampiamente provato dall'irrisorio numero d'insegnati che si vogliono assumere il prossimo anno: 7.500 docenti a fronte di quasi 100.000 precari in "lista d'attesa".
Dario Danti