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Liberazione-La scuola e' gioia, non Letizia"

scuola e' gioia, non Letizia" Oltre 80mila bambini, genitori e insegnanti sfilano a Milano: "Moratti se ne deve andare". Colori, girotondi e canti: tre cortei contro la riforma Milanonostro s...

15/02/2004
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Liberazione

scuola e' gioia, non Letizia"
Oltre 80mila bambini, genitori e insegnanti sfilano a Milano: "Moratti
se ne deve andare". Colori, girotondi e canti: tre cortei contro la riforma
Milanonostro servizioGli oltre 80mila che hanno sfilato ieri a Milano per la difesa della scuola pubblica e il ritiro dei decreti Moratti, alla fine, hanno ringraziato proprio lei: "Grazie ministra perché ci hai fatto tornare nelle scuole - grida dal microfono una genitrice del Forum delle scuole - e non ce ne andremo più, almeno finché non te ne andrai tu". Attorno, piazza Duomo è gremita di colori, girotondi, canti. Una festa unica e ripetibile. Vedendo la risposta dei milanesi, genitori e insegnanti non molleranno facilmente, per le elementari così come per i restanti decreti ammazzascuola pubblica in approvazione già dalla prossima settimana (a partire dalla controriforma delle superiori). La saldatura tra genitori, studenti e docenti si è allargata ai medi e alle superiori (in mattinata in 5mila erano sfilati con i Collettivi studenteschi). Alle materne e ai comitati "chiedo asilo". Stessa lotta, stesso obiettivo.
"Innamorati della scuola pubblica": è in questo aggettivo che si esprime la novità politica di queste giornate. Le scuole sono diventate laboratori di partecipazione. I cittadini si sono riappropriati degli spazi, insieme agli insegnanti e si sono organizzati, conoscendosi e divertendosi. In piazza si sono moltiplicati oltre ogni aspettativa. "Sono qui per imparare la democrazia" portavano scritto molti bambini sui giubbotti.

La manifestazione è commovente per creatività. Hanno inventato magliette di ogni genere: dall'homo erectus che ridiventa scimmia con la scuola "morattizzata", allo "svendesi scuola pubblica, 15 aule, 20 bagni, refettorio e giardino, possibilità acquisto insegnanti, per informazione rivolgersi a Moratti". Cani, carrozzine, biciclette costeggiano piazza Santo Eustorgio in Porta Ticinese dove si raccoglie uno dei concentramenti. All'angolo un McDonald's in cui non entra nessuno. Lo striscione più grande: "Uniti e compatti contro la Moratti". Il più lungo: "Diamo un taglio ai tagli". Il più ridicolo: "O mangio la maestra o mi butto dalla finestra". I più politici: "Riforma Moratti, atti osceni in scuola pubblica" e "ci consenta, la scuola non è un'azienda". Tanti si sono portati le pentole da casa come nei cacerolazos argentini, alcuni hanno cappelli d'asino in testa con un solo nome scritto sopra. I bambini tirano coriandoli e stelle filanti che lasciano una scia di carnevale nelle strade. Tanta musica con la banda degli Ottoni e i genitori delle medie a indirizzo musicale (in marcia con i violini). Alcune insegnanti regalano arance con disegnata una faccina sorridente con lo slogan del Forum delle scuole che ha organizzato la manifestazione: "La scuola sono io". Martina, nove anni, porta un cartello che ha inventato e fatto da sé: "La scuola è gioia, non Letizia".

Si sono organizzati da soli, con l'aiuto di un sito diventato il centro delle informazioni e del coordinamento (www. retescuole. net). "Siamo un movimento diretto da nessuno". Da tutte le scuole della provincia (alla fine ne conteremo più di duecento) hanno cominciato a ritrovarsi e poi a costruire la protesta. Per alcuni è la prima manifestazione. Teresa, una madre, ci dice: "Ho manifestato solo per la pace, ma questa è una cosa troppo seria, rischia di cambiare tutto con questa legge". Cosa? "Cambia la qualità della scuola, il lavoro degli insegnanti che rischiano di diventare "monodeliranti", il rapporto con il mondo esterno, visto che sarà impossibile organizzare escursioni a musei o gite". Poco più in là uno striscione dice: "No al pensiero unico, no al maestro unico". Silvana insegna alle elementari: "Non ci aspettavamo una risposta tale. I genitori sono stati incredibili, a partire dal lavoro fatto insieme sulle schede di spiegazione di cosa significa in concreto la riforma, d'altronde a sentire i media nulla cambia, invece sarà un disastro". Con lo spezzone partito da Porta Venezia, entra in piazza un pinocchio alto quattro metri tirato da bambini e genitori. Sopra c'è scritto: "Le bugie hanno le gambe corte". Subito dietro una cinquantina di bambini canta e salta al ritmo di "olé olé la Moratti sul bidet", sembra l'abbiano inventato loro.

La dimensione "movimento" ha portato tutti a impegnarsi, dal basso, nelle scuole e nei comitati genitori. Ora sperano che sindacati e politica gli diano una mano senza sovrapporsi. In piazza, a sostegno, c'erano SinCobas, Cobas e molta Cgil senza bandiere, oltre al Prc, ai Ds e ai Verdi.

Alla fine, stanchi morti, piccoli e grandi vanno alla spicciolata ad attaccare le "valentine" ai muri della direzione scolastica e poi tutti a casa. Fino a lunedì.

Claudio Jampaglia


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