Liberazione-La ministra non risponde
Letizia Moratti riceve gli studenti del Tasso, ma non replica a nessuna domanda sulla sorte dell'istruzione pubblica La ministra non risponde Letizia Moratti non risponde. Quali garanzie per l'i...
Letizia Moratti riceve gli studenti del Tasso, ma non replica a nessuna domanda sulla sorte dell'istruzione pubblica
La ministra non risponde
Letizia Moratti non risponde. Quali garanzie per l'istruzione pubblica? Quali per la laicità della scuola? Che fine fanno gli insegnanti di religione cari alle curie? Precise e puntuali le domande degli studenti del Tasso. Evasiva e inconsistente la risposta della ministra. "Una farsa. Una cosa scandalosa. Ha parlato per mezz'ora senza replicare a nessuno dei nostri quesiti. Un discorso in quel modo lo so fare pure io" ripete incredulo Jacopo, uno dei ragazzi scesi in sciopero della fame per costringere la ministra a un incontro. "Alla fine viene e che fa? Ci prende per il culo" chiosa uno per tutti nei corridoi del liceo. "C'è venuta a dire: una riforma? quale riforma? per ora ci sono solo proposte da valutare". La cronaca della giornata più deludente del Tasso in rivolta è presto fatta. Dopo settimane di attesa, dopo lo sciopero della fame collettivo, dopo giornali e tv venuti a raccontare le facce di sedicenni a digiuno pur di strappare un appuntamento alla ministra, Letizia Moratti è costretta a rispondere. Questa volta non li invita a una e-mail, ma intorno a un tavolo vero nella sede del dicastero a Viale Trastevere. Loro ci sono tutti, puntuali. Otto in delegazione, centinaia sotto in strada ad aspettare. E lei? Arriva con un'ora di ritardo. Pronuncia quattro paroline vaghe vaghe e se ne va. "Ora devo scappare in Parlamento". Non fa in tempo a dirlo che già sta per le scale. Ai ragazzi del Tasso aveva addirittura chiesto un faccia a faccia di preparazione. Avrebbero dovuto vedersi prima dell'incontro con gli studenti del Forum (al quale partecipano componenti dell'Uds e delle varie destre). Loro sono rimasti chiusi in una stanza ad aspettare invano finché l'hanno comparire insieme alle altre delegazioni. Fuori, tra i cartelli e gli striscioni del sit-in delle scuole in agitazione venute ad attendere l'esito dell'incontro, la notizia corre con un: "Noi le abbiamo chiesto: e la scuola pubblica? E lei: s'è fatto tardi...". Ora che sono stati ricevuti per finta a viale Trastevere, cosa faranno gli studenti? "Ci rivedremo in piazza" rispondono. "L'abbiamo detto dall'inizio: se non ci sarà il dialogo, ci sarà la protesta". "Vogliamo una scuola laica. Torneremo a chiederla in piazza" dicono al Tasso. Ieri era per il liceo romano l'ultima giornata prevista di occupazione. "Si va avanti con sit-in, manifestazioni, blocchi stradali. Per ora lo sciopero dellla fame è sospeso, ma continueremo la mobilotazione in mille forme" promette Jacopo. "Contro gli Stati generali che piacciono alla Moratti costruiremo un forum vero insieme al Mamiani, al Visconti, a tante scuole che in tutta Italia stanno protestando. Noi del tasso abbiamo avuto la fortuna di essere seguiti dalla stampa. Intendiamo usarla a beneficio di una lotta collettiva. E' per questo che alle manifestazioni in giro per il Paese si trovano cartelli con scritto: Tasso vai avanti". E' vero. La protesta si estende. A Roma da ieri il liceo 'Plinio' è in assemblea permanente e il 'Platone' è occupato. I ragazzi del 'Plinio' spiegano così la mobilitazione: "Il 'capitale umano' del nostro liceo scientifico statale non vuole rimanere indifferente alle recenti riforme proposte dal governo". Il Platone è un ginnasio a due passi della Terza Università della capitale. "Non vogliamo la guerra. Non vogliamo la finanziaria di guerra. E nemmeno la riforma Moratti - ripete Simone al telefono - In questa scuola manca tutto, tranne la barriere architettoniche. Le nostre aule fanno gola con la terza università in costruzione qui a fianco. I professori dopo la nostra assemblea sono usciti dalla scuola senza che chiedessimo nulla. Sanno che abbiamo ragione. Stanno con noi". Ondata di mobilitazioni anche in provincia. Da ieri è in autogestione pure il liceo classico Torlonia di Avezzano. Decisione presa all'unanimità in uno dei più grandi istituti d'Abruzzo. "Protestiamo per i finanziamenti e i diritti degli studenti cancellati da una riforma che dimezza i fondi alla scuola pubblica, finanzia gli istituti privati e peggiora le condizioni di lavoro degli insegnanti". Domani si torna in piazza. La manifestazione organizzata a Roma dall'Uds si annuncia partecipata. Ieri è giunta l'adesione dei Giovani comunisti. "Contro il progetto di smantellamento della scuola pubblica, contro la proposta di riforma degli organi collegiali, contro ogni finanziamento all'istruzione privata il movimento studentesco, insieme a tutto il movimento antiglobalizzazione - annunciano - si continuerà a mobilitare per una scuola diversa".
Beatrice Macchia