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Liberazione-Il Sud si ribella a Moratti

A Potenza, le comunità dei piccoli atenei del meridione provano a coordinarsi. Venerdì prossimo un'assemblea cittadina aperta anche agli enti locali Il Sud si ribella a Moratti Potenza ...

15/10/2004
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Liberazione

A Potenza, le comunità dei piccoli atenei del meridione provano a coordinarsi. Venerdì prossimo un'assemblea cittadina aperta anche agli enti locali
Il Sud si ribella a Moratti
Potenza
nostro inviatoChi lo ha chiamato "Campus" evidentemente non ha mai visto un campus. La struttura che contiene l'università della Basilicata è una serie di parallelepipedi di vetro, acciaio, cemento, costruiti una quindicina di anni fa.

Dopo anni di tagli e di "riforme" una cosa così grande è difficile da far marciare con i fondi limitati di un piccolo ateneo: quattro facoltà per meno di 10mila studenti. Autonomia, privatizzazioni e nuovi corsi non hanno mantenuto, qui come altrove, neanche una delle loro promesse e sul mondo accademico incombono il Ddl Moratti - che vuole precarizzare il lavoro docente - una finanziaria senza risorse e nuovi ritocchi ad ordinamenti già selettivi e senza sbocchi nel mitico mercato del lavoro. Precari i docenti, precari - in formazione - gli studenti. Fuori dall'aula magna si staglia uno striscione che dice: "Conoscenza bene comune". Nell'assordante silenzio della grande stampa, da tre settimane tutte le cittadelle universitarie sono in agitazione e proprio da Potenza è partito uno dei segnali più forti contro il Ddl Moratti con una delibera del Senato accademico che sospende l'avvio delle lezioni mentre un Coordinamento d'ateneo (studenti, ricercatori, docenti e lavoratori) ha fissato un calendario di lezioni alternative "per capire il Ddl, ma soprattutto per contrastare la mercificazione del sapere introdotta con le riforme. E poi per aprirsi alla città perché è una battaglia che riguarda tutti" - dice Francesco Donnola, giovane comunista iscritto a Scienze della comunicazione che, insieme al collettivo partecipa al Coordinamento d'ateneo. Questa vivace comunità universitaria, ieri mattina ha ospitato delegazioni provenienti da quasi tutto il Sud (Lecce, Salerno, Napoli, Bari, Foggia. Da Cosenza e L'Aquila sono arrivati solo messaggi di adesione perché anche lì erano in corso iniziative) ma non è tempo di grandi numeri. Si è realizzato, comunque, un primo spazio pubblico per scambiarsi esperienze. Per ora sono i ricercatori il motore della protesta. Già avevano bloccato le lezioni da due settimane. Il Ddl li vuole cancellare ma loro già svolgono quasi il 50% dei corsi, e gratis. Così spiega Paolo Fanti, entomologo alla facoltà di scienze: "Ormai l'ateneo spende quasi tutto per l'amministrazione e gli stipendi".

Di studenti ce n'è un bel po' ed è quasi un miracolo in una università di pendolari che ogni mattina arrivano da un raggio di 100 km. Alcuni ragazzi sono preoccupati dallo slittamento delle lezioni. Il "3+2" e il caro tasse hanno creato una generazione di studenti con i tempi stretti e l'incubo di laurearsi al più presto. Ma c'è voglia di partecipare, il dibattito è intenso, e anche chi chiede di tornare a lezione vorrebbe fare qualcosa, per esempio occupare un'autostrada come ha visto fare agli operai di Melfi e alla gente di Scanzano Jonico. Silvio De Siena, insegna fisica a Salerno (dove solo tra cinque giorni si deciderà il da farsi, uno dei problemi è proprio di sincronia e sintonia delle agitazioni) ed è venuto a potenza a raccontare come l'attacco all'università pubblica sia iniziato già 15 anni fa, spiega ai ragazzi come le lobbies trasversali abbiano privatizzato gli atenei e dirottato le risorse. "La posta in gioco è molto alta, è in ballo la qualità e l'accesso all'università e alla ricerca di base, quella che non crea profitto". Questo e altro scaturirà dall'incontro: pezzetti di analisi, scambio di informazioni, (ad esempio, la notizia che a Bari ben 120 corsi sono bloccati solo a Scienze o di come sia ambigua la conferenza dei rettori). Su una cosa sono tutti d'accordo: che sarà una battaglia di lunga durata e che riguarda tutti: "Quindi deve uscire dall'università fare mosse più radicali", come suggerisce anche Francesco Sunseri, ricercatore ad Agraria. I giovani comunisti (molti di loro stanno partecipando al Social forum di Londra) spingono per lanciare un appello ai movimenti e venerdì prossimo ci sarà un'assemblea cittadina aperta anche agli enti locali. Il prossimo appuntamento degli atenei del sud sarà a Napoli la settimana ventura.

Checchino Antonini


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