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Liberazione: Il sindacato una casta in crisi? «Falsità. Vogliono condizionarci ma non ci riusciranno»

Nicoletta Rocchi, segretaria confederale Cgil. Il Corriere della Sera attacca i sindacati, definiti come una «casta in crisi». Ti senti parte di una casta?

07/04/2008
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Liberazione

Roberto Farneti

Nicoletta Rocchi, segretaria confederale Cgil. Il Corriere della Sera attacca i sindacati, definiti come una «casta in crisi». Ti senti parte di una casta?
Chi, io? (risata)... Ma se abito a Pietralata, che è un grande quartiere popolare di Roma. Mio marito è professore universitario e, ciononostante, conduciamo una vita assolutamente normale. Per parecchi anni lo stipendio è servito a pagare il mutuo della casa che ci siamo comprati e a far crescere e studiare nostro figlio.

In effetti, anche il prof. Dell'Aringa, chiamato dal Corsera a fare la parte dell'accusa nei vostri confronti, riconosce che «i sindacalisti in quanto tali, non godono di privilegi particolari». L'operazione politico/giornalistica è stata costruita mettendo insieme due cose: la vicenda Alitalia e un libro dal titolo "L'altra casta". Nel libro di Stefano Livadiotti si sostiene che il sindacato sarebbe in crisi di popolarità, in quanto non più capace «di farsi carico degli interessi generali del Paese». La fuga di Air France dal tavolo per l'Alitalia sarebbe, secondo l'articolo, la dimostrazione di questa tesi.
Nella vicenda Alitalia il sindacato non ha fatto altro che difendere il proprio ruolo negoziale. Noi vogliamo fare una trattativa, per poi arrivare a una mediazione. Questo finora non ci è stato consentito. Tra l'altro sottolineo come la posizione sindacale, a differenza di precedenti occasioni, stavolta sia sostenuta da tutte le sigle sindacali, anche quelle all'inizio più favorevoli ad Air France. Questo vorrà pur dire qualcosa. Le proteste di alcuni lavoratori? E' troppo facile, per chi è sicuro di rimanere in azienda, inscenare scioperi della fame a sostegno del nuovo acquirente...

La sensazione è che si stia cercando di montare un caso. La notizia di sedicenti comitati pro-Air France di piloti che, si dice, avrebbero riconsegnato le tessere dei sindacati, è stata smentita dall'Anpac. Altrettanto falso è che il giorno di riposo dei piloti Alitalia comprenda due notti e non debba mai essere inferiore alle 33 ore, come scrive il Corsera. Insomma, c'è il sospetto che la vicenda Alitalia sia presa a pretesto per attaccare il ruolo stesso del sindacato, in un momento in cui sono in discussione questioni fondamentali come la riforma del modello contrattuale. La tesi di fondo è che non vi siete evoluti abbastanza.
Non mi pare che il sindacato italiano possa essere accusato di scarsa disponibilità al cambiamento. Semmai il problema sta nella rappresentanza della parte imprenditoriale: non c'è nessuna volontà da parte loro di innovare realmente. Un esempio? Il contratto unico di ferrovieri e autoferrotranvieri, pensato come soluzione alla segmentazione del lavoro ma sui cui continuiamo a registrare forti resistenze proprio di Confindustria.

Probabilmente a qualcuno non piace che ci sia ancora chi - in particolare dentro la Cgil - insista nella difesa, almeno in parte, del ruolo solidaristico del contratto nazionale.
Forse c'è qualcuno che spera di condizionarci. Ma sbaglia. Sulla riforma del modello contrattuale e delle regole sulla rappresentanza il sindacato è in grado di fare in piena autonomia le proprie scelte. Il sindacato la trattativa la conduce e fa l'accordo se ci sono le condizioni. Se le condizioni non ci sono, il sindacato l'accordo non lo fa. Noi slegati dalla base? Abbiamo portato più di 5 milioni di lavoratori al voto sul referendum sul welfare. Ricordo che il tesseramento 2007 della Cgil si è chiuso con un record di iscritti, 5 milioni e 700mila, con un aumento dei lavoratori attivi dell'1,93%.


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