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Liberazione-I sindacati: la partita non è chiusa

I sindacati: la partita non è chiusa "Mobilitazione a settembre" "Non pensino, approvando la delega, di aver chiuso la partita; la mobilitazione sindacale continuerà durante tutto l'ite...

28/07/2004
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Liberazione

I sindacati: la partita non è chiusa
"Mobilitazione a settembre"
"Non pensino, approvando la delega, di aver chiuso la partita; la mobilitazione sindacale continuerà durante tutto l'iter dei decreti attuativi e rientrerà nelle motivazioni contro la finanziaria che il governo si appresta a varare". Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil, avverte l'esecutivo: la risposta dei sindacati ci sarà. Esaurite le iniziative già indette unitariamente, culminate ieri pomeriggio con un presidio simbolico davanti a Montecitorio, la lotta riprenderà dunque a settembre, mese in cui si terrà una grande assemblea unitaria delle tre confederazioni sindacali. La mobilitazione, come detto, non investirà solo il tema della previdenza ma riguarderà l'intera politica economica del governo. Terreno sul quale si annuncia un braccio di ferro durissimo. "Valuteremo una risposta generale", conferma Pierpaolo Baretta, segretario confederale Cisl. Anche la Uil continuerà la mobilitazione "convinta - afferma il segretario Luigi Angeletti - che prima del 2008 questa riforma verrà cambiata"
Nel merito, restano confermate tutte le critiche a un provvedimento che, come ha spiegato ieri Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil, a margine del presidio dei sindacati, "provocherà danni seri non solo alle giovani generazioni di oggi, ma anche a coloro che la pensione se la sono conquistata dopo tanti anni di duro lavoro". Con l'innalzamento obbligatorio dei contributi a 40 anni, sottolinea il segretario della Uil di Roma e del Lazio Giuseppe Moretti, il governo "cancella di fatto le pensioni di anzianità e non garantisce una pensione dignitosa ai giovani". Una riforma "sbagliata, sbagliata, sbagliata" ripete il segretario della Cisl Savino Pezzotta. "E' una risposta alla situazione delicata dei conti pubblici. Ma se c'è da pagare - obietta Pezzotta - perché far pagare solo qualcuno?".
La Cgil attacca il governo anche sul metodo seguito nella stesura del provvedimento, fino alla decisione di apporre la fiducia: "Non si tratta solo - fa notare Piccinini - di arroganza e di prepotenza di un governo che, dopo aver negato ogni reale confronto con il sindacato, ora impedisce anche al parlamento di discutere su un testo di legge così importante. Impedire il dibattito in aula - sottolinea la segretaria confederale della Cgil - denota anche la profonda debolezza e divisione all'interno del governo e della maggioranza che lo sostiene tanto da imporre un provvedimento blindato, proprio perché è sempre più evidente quanto sia iniquo, lesivo dei diritti di giovani e anziani". Ma il governo sostiene di avere accolto gran parte delle richieste dei sindacati... "Il testo di legge - ribatte Piccinini - è stato di giorno in giorno aggravato, tanto da uscire dal Senato addirittura peggiorato rispetto al testo iniziale".

Scontata l'approvazione della controriforma previdenziale, resta da definire come dovrà essere applicata. Ieri il ministro del Welfare Roberto Maroni ha annunciato che, in vista dei decreti attuativi, il governo aprirà il confronto con le parti sociali, a partire da settembre, su tre temi: Tfr, strumenti compensativi per le piccole e medie imprese; incentivi a restare al lavoro e Testo unico.

"Anche in quella sede - promette Piccinini - cercheremo di modificare gli aspetti più negativi della delega, anche perché è stata scritta in un modo molto contorto e quindi è difficilmente applicabile così com'è". Tuttavia, precisa la segretaria confederale della Cgil, "l'esito di questo confronto non cambierà il nostro giudizio sulla delega nel suo complesso. Oltretutto nel Dpef sono contenuti riferimenti a possibili anticipazioni degli effetti della riforma previdenziale, come la chiusura delle finestre. Anche per questo la mobilitazione - conclude Piccinini -deve continuare".

Roberto Farneti


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