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Liberazione: Finanziaria, sindacati uniti:«Ci aspettiamo i dettagli»

si vedranno le segreterie, l’obiettivo è arrivare ai tavoli con documenti comuni

08/09/2006
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Liberazione

Andrea Milluzzi
Il 14 settembre si vedranno le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, la settimana prossima inizieranno gli incontri fra governo e sindacati e partiranno i primi tavoli di confronto sugli specifici temi oggetto della Finanziaria. Sono questi, e soltanto questi, gli elementi certi dell’infinito dibattito di questi giorni in vista della stesura della manovra. Tutto il resto sono posizionamenti, strategie e annunci più o meno fondati. Questo è quanto emerge ascoltando e leggendo quanto i sindacati hanno da dire: sul tavolo ancora non c’è niente su cui discutere e in assenza del merito tutta l’attenzione si sposta sul metodo. E’ in questa ottica che va letto il veloce botta e risposta di ieri fra il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e il suo pari grado della Cisl, Raffaele Bonanni, con il primo che invita il secondo a «non rilasciare un’intervista al giorno sulle pensioni», ricevendo di contro l’invito a «parlare di più per rendere chiare le posizioni del sindacato». Nella confusione più generale, quello che resta sono le indiscrezioni e l’ultima riguarda sempre gli interventi sulla previdenza, con la chiusura di 2 delle 4 finestre di uscita per anzianità previste nel 2007, un aumento del 3-4% dei contributi per i parasubordinati e un contributo sociale del 3% sulle pensioni d’oro, senza però sapere quante queste siano. E pare che il contributo di solidarietà sarà esteso anche ai parlamentari. .. Anche qua però manca un elemento decisivo, ossia sapere se gli interventi saranno contenuti dalla Finanziaria o in un decreto legge che potrebbe accompagnarla o se saranno trattate ad inizio 2007, quando questo capitolo sarà chiuso. Ed è una distinzione non da poco, visto che la Cgil non è proprio disposta a discutere di una manovra che incorpori anche una riforma delle pensioni della portata, tanto per fare un esempio, di quella del precedente ministro Maroni che non a caso fu costretto a scriverla a parte. Finché si tratta di interventi minimi e giustificati se ne può parlare, se si vuole discutere di un’idea più ampia, che incorpori anche il discorso sui parasubordinati, ci vediamo dopo Capodanno. Che le pensioni non debbano entrare in Finanziaria è ferma convinzione anche di Rifondazione comunista che per prima fra i partiti di governo ha evidenziato questa necessità. Non suona strano quindi che al termine dell’incontro fra Epifani e Franco Giordano di mercoledì, il documento unitario a doppia firma, primo caso nella storia di Cgil e Prc, sottolinei la comunità di vedute su questo tema e sulla necessità di ridurre i tagli alla spesa. Stamani il segretario del Prc si vedrà con il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, e con Franco Giordano nei giorni scorsi ha parlato anche Bonanni e pure la Cisl si è posizionata, con il numero due Baretta sulla linea della «netta separazione» fra Finanziaria e pensioni.
Previdenza a parte, è ancora l’entità della manovra a far discutere. Tutti capiscono la voglia di rigorismo di Padoa Schioppa e company, ma le cifre che quotidianamente arrivano a segnalare la ripresa dell’economia e i primi frutti della lotta all’evasione fiscale non lasciano indifferenti i sostenitori di una Finanziaria più leggera, o comunque incentrata più sugli investimenti che sui tagli. In sintesi, la tesi del sindacato è che i numeri sono cambiati da quando è stato scritto il Dpef ad adesso e quindi ci sono spazi di manovra più ampi. Ancora una volta però, tutto il ragionamento assume contorni fumosi, dal momento che proposte concrete sul tavolo non ce ne sono. Senza parlare poi della spesa sanitaria che si preannuncia essere uno degli argomenti, se non l’argomento, più spinoso da affrontare, anche se in questo momento resta in secondo piano.

La settimana prossima sarà decisiva, dicevamo. Nel frattempo governo da una parte e sindacati dall’altra sono alle prese con discussioni interne. Il ministro Damiano e Baretta stesso ieri hanno sottolineato l’opportunità che Cgil, Cisl e Uil si presentino alla trattativa con una posizione e con proposte unitarie. E’ proprio su questo versante che si sta svolgendo il lavoro dei sindacalisti ed il percorso sembrerebbe sgombro da ostacoli insormontabili. Si tratterò di vedere dove e come limare eventuali posizioni divergenti, ed un caso potrebbero essere proprio le pensioni, ma l’esito finale dovrebbe essere l’unità. Al momento di confrontarsi con il governo poi, tutti sono consci delle differenze che lo attraversano e sapranno interloquire di conseguenza, pienamente consapevoli che comunque l’interlocutore principale avrà nome e cognomi: Tommaso Padoa Schioppa.


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