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Liberazione-Finanziaria "inaccettabile" Epifani: Si prepara una grande manifestazione sulla scuola

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono le dure critiche rivolte alla manovra per il 2004 ("penalizza tutti e non serve all'economia del Paese") e siglano un documento che spiega le ragioni dello sciopero genera...

16/10/2003
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Liberazione

Cgil, Cisl e Uil ribadiscono le dure critiche rivolte alla manovra per il 2004 ("penalizza tutti e non serve all'economia del Paese") e siglano un documento che spiega le ragioni dello sciopero generale del 24
Finanziaria "inaccettabile"
Una finanziaria tutta "da cambiare", composta da tre provvedimenti "inaccettabili" in quanto "penalizzano tutti e non servono all'economia del Paese". Cgil, Cisl e Uil bocciano senza appello la manovra per il 2004 messa a punto dal governo e confermano la ritrovata unità con un documento in dodici punti - che segue quello sulle pensioni della settimana scorsa - nel quale vengono spiegate nel dettaglio le ragioni dello sciopero generale proclamato per il 24 ottobre.
La critica all'esecutivo è durissima e riguarda sia il merito che il metodo seguito nel varo dei provvedimenti economici ("senza la concertazione"). Il governo, gridano in coro Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, "sembra aver scoperto solo ora l'emergenza economica per giustificare una manovra blindata da far digerire ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani: prendere o lasciare". E invece non si tratta di scelte inevitabili, come ha tentato di far credere il presidente del Consiglio nel suo messaggio a reti unificate e come ha ripetuto ieri il ministro Tremonti durante il programma "La vita in diretta". Suscitando la legittima reazione di Cgil, Cisl e Uil, che invocano la "par condicio".

L'idea di scaricare "interamente sulle pensioni l'onere di ridurre il deficit pubblico" nasce, secondo i sindacati, da una "falsa drammatizzazione" dei problemi del nostro sistema previdenziale, dettata "dalla necessità di coprire la incapacità del Governo stesso nel determinare una corretta politica di sviluppo e occupazione e di controllo della finanza pubblica". Problemi come quelli della scarsa natalità e dell'invecchiamento della popolazione, vanno invece affrontati "con una generale politica di welfare, non con tagli alle pensioni".

Ma la critica di Epifani, Pezzotta e Angeletti è a tutto campo: "Il Paese - scrivono - ha bisogno di un'analisi rigorosa delle ragioni che nei vari settori hanno portato a una crescita dei prezzi sopra la media e di indicare politiche a breve e a lungo termine contro l'inflazione strutturale". Il Governo, quindi, deve garantire "una previsione realistica dell'inflazione programmata e che tutti i soggetti economici e sociali si muovano coerentemente con le regole del protocollo; il tutto per favorire comportamenti virtuosi necessari a rilanciare la crescita e l'occupazione". Rilancio che, sottolineano, "non può avvenire attraverso inefficaci e generiche politiche di favore alle imprese".

Sarebbero piuttosto necessari "investimenti consistenti nei settori strategici della ricerca, dell'innovazione di prodotto, nella scuola e nella formazione". Ma le risorse previste nella finanziaria a questo proposito, fanno notare Cgil, Cisl e Uil "sono troppo limitate e disperse in sostegni a pioggia e non selettivi", mentre la parte della manovra che riguarda il Mezzogiorno è "solo un promemoria", una dichiarazione di intenti "ben lontana dall'avviare una ripresa degli investimenti".

Con questi presupposti, lo sciopero generale del 24 ottobre sembra solo l'inizio di una lunga lotta. "In questi giorni - annuncia Epifani - si sta discutendo su quando fare una grande manifestazione unitaria contro la riforma Moratti". Se questa iniziativa si concretizzerà, afferma il leader della Cgil "assisteremo dopo dieci anni alla più grande rivolta del mondo della scuola contro il Governo". Intanto alla protesta contro la riforma delle pensioni si unisce anche la Fnsi, il sindacato dei giornalisti: braccia incrociate il 23 nelle redazioni di radio e Tv, mentre lo sciopero di quotidiani e agenzia di stampa coinciderà con quello dei poligrafici già fissato per il 27.

Roberto Farneti


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