Liberazione-"Fermare Moratti si può", ecco il forum della scuola
Tra sabato e domenica a Firenze l'appuntamento nazionale del "popolo" della conoscenza "Fermare Moratti si può", ecco il forum della scuola Inizierà con il racconto delle giornate londines...
Tra sabato e domenica a Firenze l'appuntamento nazionale del "popolo" della conoscenza
"Fermare Moratti si può", ecco il forum della scuola
Inizierà con il racconto delle giornate londinesi - dove la questione scuola ha avuto uno spazio ampio e maturo - il "Forum nazionale dell'educazione e dell'istruzione", previsto per sabato e domenica al Teatro Puccini di Firenze con decine di relatori, dal fisico Marcello Cini al leader dei metalmeccanici Gianni Rinaldini. E sarà il primo di una lunga serie se le anime del "popolo della scuola pubblica" riusciranno a trovare un comune modo di opporsi alle controriforme, come viene chiesto loro da tempo da cittadini, studenti e lavoratori.
L'atteso appuntamento (promosso da Arci, Legambiente, Cgil, Cobas, Scuola per la Repubblica, Cub, Mce, Cidi, Cgd Uds, Rifondazione, giovani comunisti, e altre organizzazioni della sinistra del centrosinistra) cade mentre le università sono in subbuglio contro la precarizzazione e a poche settimane da uno sciopero generale della scuola finalmente unitario che si preannuncia dai grandi numeri ma che potrebbe dar vita a due distinte manifestazioni nazionali (se non verrà accolto l'appello di decine di coordinamenti di genitori e docenti) a danno dell'efficacia e della tenuta del movimento che, per dimensioni e capacità aggregativa, ha eguali solo nel "popolo della pace". Non a caso il nome del Tavolo riecheggia quello dei pacifisti: "Fermiamo la Moratti". Perché l'effetto delle cure iperliberiste (Moratti è solo l'ultima di una serie) su scuola, università e ricerca è quello di una guerra al diritto allo studio e ai diritti del lavoro. "Per questo sarebbe paradossale riunirsi attorno allo stesso tavolo e poi trovarsi in piazze differenti il 15 novembre", dice Piero Bernocchi dei Cobas ottenendo solo una fredda risposta della Cgil: "Non è compito del Forum decidere dei cortei ma delle segreterie sindacali".
I numeri ripetuti dai promotori del Forum non lasciano spazio all'immaginazione: l'Italia destina alla pubblica istruzione solo il 4, 4% del Pil (la media Ue è il 5%) e la finanziaria che viene non ha nulla per l'università e la ricerca mentre fa piovere 10 milioni di euro ai nidi aziendali. Non basta: all'asilo aumentano i bambini ma calano i docenti e il governo non trova neppure i soldi per finanziare l'anticipo delle iscrizioni a materna e elementare (tassello cruciale di una pessima riforma per propagandare la quale ha perfino assunto i costosissimi testimonial della Disney). E poi i precari della scuola sono ormai almeno 180mila, un terzo degli edifici è fatiscente o non a norma, le borse di studio "virtuali" perché le casse sono vuote ma i soldi alle private continuano ad arrivare. Perfino il tutor alle elementari, figura chiave del salto all'indietro morattiano (che in finanziaria trova complessivamente solo il 2% di quanto stimi lo stesso ministero), resta lettera morta poiché per i prescelti si prevede un cachet di appena 270 euro lordi l'anno. E per l'inglese, infine, si farà a meno degli insegnanti specialisti e tanti saluti alle tre "i".
Se la riforma perde pezzi diviene ancora più urgente immaginare l'altra scuola possibile. "Riforme sì - sintetizza Vittorio Cogliati Dezza di Legambiente - ma in direzione opposta a quella di Moratti". A tenere insieme il Tavolo "c'è il rifiuto dell'idea liberista di un'istruzione ridotta a merce - spiega Loredana Fraleone della segreteria nazionale di Rifondazione - e di università e ricerca ridotte a mercato". Per molti mesi il Tavolo ha lavorato all'allargamento del movimento e ora prova a dare voce a tutti i "soggetti esclusi da precedenti processi di riforma aggiunge Fraleone - dobbiamo intercettare questa domanda di riflessione", anche per "elaborare i segnali - come ricorda Diana Cesarin del Movimento di cooperazione educativa - in direzione dell'educazione alla pace e del multiculturalismo". Ma c'è chi - come la Quercia - immagina il Forum solo come "luogo di confronto" forse perché teme che l'unità e la radicalità dei movimenti inceppi la tentazione di "riformare la riforma" anziché cancellarla.
Checchino Antonini