Liberazione-Educazione civica
In 150mila a Roma per il tempo pieno e contro la riforma Moratti Educazione civica "Non toccare niente, rovineresti tutto!", "Moratti va a lavare i piatti", "Ministra vai dietro la lavag...
In 150mila a Roma per il tempo pieno e contro la riforma Moratti
Educazione civica
"Non toccare niente, rovineresti tutto!", "Moratti va a lavare i piatti", "Ministra vai dietro la lavagna che la scuola ci guadagna": ai "bambini a tempo pieno" dell'Albertazzi di Bologna piace sia andare a scuola sia fare le manifestazioni. In tutt'e due i casi si tratta di operazioni di impegno e fantasia da fare insieme a genitori e insegnanti. Sono proprio loro ad aprire uno dei più grandi cortei della storia della scuola - quasi 150mila persone a inondare Piazza del Popolo - con uno striscione colorato e denso di pensierini scritti a pennarello mentre i "grandi" pare vogliano esercitarsi in aritmetica con il loro cartello che spiega come "27+3+10", le ore di scuola concesse da Moratti, non siano la stessa cosa delle 40 di tempo pieno.
E' a Bologna che ha preso il via, a fine estate, l'esperienza straordinaria di comitati e coordinamenti di genitori, insegnanti, cittadini che ha contagiato città e province in nome di una conquista strappata nell'autunno caldo dall'incontro tra i movimenti degli operai, degli studenti, delle donne. In poche settimane la spinta dal basso s'è irradiata ovunque al punto che, a fianco delle scuole delle grandi città, sfilano spezzoni di paesi mai arrivati alla ribalta delle cronache (Pietrasanta, Fiorano, Colle Salvetti, Fano, Bassano Romano ecc...) se non ora che l'intera cittadinanza s'è mobilitata per strappare i propri figli dalle grinfie della ministra iperliberista, come a Osio Sotto (sud ovest bergamasco). Viene da lì quella giovane madre che tenta di spiegare al segretario generale Cgil, Epifani (mischiato alla folla con altre personalità politiche) come sia importante che tutto il sindacato si faccia carico di questa vertenza popolare perché i suoi gemelli, senza tempo pieno, rischiano di essere parcheggiati di fronte a un televisore.
Alcuni scolaretti hanno sui cartelli i nomi dei maestri per contestare il salto all'indietro che farebbe ripiombare le aule alle cupe atmosfere anni '50, con un maestro tutor, ossia unico, e un doposcuola mortificante. Da Bologna è arrivata anche Titti De Simone, la più giovane deputata di Rifondazione comunista, 33 anni, felice per il "nuovo protagonismo dal basso capace di ricucire distanze sedimentate in questi anni. Ora sono finalmente insieme docenti, precari, studenti, genitori, cittadini ed è possibile bloccare il decreto Moratti ancora arenato alle camere e che crea problemi alla stessa maggioranza".
La spinta formidabile dei coordinamenti ha prodotto anche il miracolo di tenere insieme Cgil, Cobas, Cub, Usi, enti locali, associazioni (Cidi, Cgd, "Per la scuola della Repubblica", Mce, Arci, Legambiente, ecc. ..), partiti della sinistra e perfino di far arrivare a Roma qualche bandiera della Cisl. Travolgente l'affetto tributato al sindaco di Roma Veltroni e al direttore di Liberazione Alessandro Curzi (il cui messaggio sarà letto dal palco) riconosciuti come parte di un popolo che rivela di essere lo stesso che si batte contro la guerra con migliaia di bandiere arcobaleno che spiccano tra i palloncini colorati e i drappi rossi di Rifondazione (presente a tutti i livelli), Cgil, Cobas. Ma la parte del leone la fanno le scuole e i bambini che soffiano nei fischietti fino a diventare paonazzioppure scimmiottano i grandi "incordonandosi" severamente (o quasi) dietro uno striscione. Alla fine vincono gli arlecchini, i maghi merlini, gli ottoni, le tammorre, i giocolieri e un sound system che spara "Torero camomillo" anziché la techno. E' il patrimonio immenso di socialità e creatività possibile solo con per chi va a scuola "con gioia ma senza Letizia", dice un bimbo-sandwich. "Se non saranno ingannati - commenta un assessore del popolare quartiere romano di S. Lorenzo, Roberto Rossetti - ricorderanno questa giornata come una indelebile lezione di educazione civica". I nomi delle scuole, tranne i più scontati risorgimentali richiamano l'Italia delle battaglie per la scuola di tutti e tutte: "Fabrizio De André", "XXV Aprile", "Anna Magnani", "Aldo Fabrizi". Il taccuino del cronista registra i docenti del liceo Tasso, uno spezzone enorme di medi e universitari e gli organetti del circolo "Gianni Bosio" accompagnati da Sandro Portelli, americanista alla Sapienza: "Oltre alla difesa di una conquista - dice a Liberazione - mi sembra che oggi si esprima un rifiuto dell'egemonia della cultura aziendalista, la stessa che ha ispirato il riordino all'università (che precarizza ricercatori e docenti, ndr)". E' un movimento di resistenza, spiega Marcello Vigli di "Scuola per la repubblica" che ha "inceppato le politiche calate dall'alto senza inceppare il funzionamento delle scuole". Sotto il palco, Lucia Costa, esperta di marketing bolognese, madre del piccolo Giangiacomo, spiega di aver scelto il tempo pieno "perché è un progetto serio", che suo figlio ne ha bisogno "per crescere non solo per cercare un lavoro ben remunerato", dice che bisognerà restare protagonisti mentre dal microfono i comitati rilanciano le occupazioni delle scuole (Livorno), una campagna per le dimissioni di Moratti (Torino), il rifiuto delle iscrizioni anticipate (Firenze) e la presenza martedì sotto Montecitorio.
Bernocchi, portavoce dei Cobas, si dice orgoglioso di questa "unità dal basso nelle mani dei cittadini, perchè non è una questione da addetti ai lavori". Un fatto straordinario anche per Enrico Panini, leader della Cgil scuola, che annuncia un'ondata di assemblee in tutte le scuole: "Moratti ha diramato le materie della maturità proprio oggi per distrarre l'opinione pubblica e occupare qualche riga sui giornali anziché rispondere a questa piazza ritirando decreto e circolare, ambedue illegittime"
Purtroppo c'è anche chi non è potuto venire, così come a volte non può neanche andare a scuola. "Come i 27 piccoli disabili di Anzio - denuncia Marco Laurini dell'associazione "Nati due volte" - ai quali è stata tagliata l'assistenza".
Checchino Antonini