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Liberazione-E ora Berlusconi vuole vendersi anche le scuole

La finanza creativa si abbatte sul diritto allo studio E ora Berlusconi vuole vendersi anche le scuole Scuole cartolarizzate, proprio come le strade e gli uffici pubblici e poi riaffittat...

06/10/2004
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Liberazione

La finanza creativa si abbatte sul diritto allo studio
E ora Berlusconi vuole vendersi anche le scuole
Scuole cartolarizzate, proprio come le strade e gli uffici pubblici e poi riaffittate agli istituti scolastici a prezzi di mercato. La nuova frontiera della "finanza creativa" passa per questa ipotesi (e sulla pelle del diritto allo studio) in cantiere al ministero che Siniscalco ha ereditato da Tremonti e anticipata ieri dal quotidiano specializzato
FinanzaMercati.
E' lo stesso giornale diretto da Osvaldo De Paolini a chiarire che non ci sono conferme ufficiali ma che il progetto sarebbe stato già illustrato informalmente al pool di banche che assiste Via XX Settembre nei processi di privatizzazione. Così anche Liberazione procederà con i condizionali a spiegare un'operazione che potrebbe partire nel primo semestre del 2005 "clonando" il fondo previsto per la cartolarizzazione degli uffici pubblici che ancora non ha avuto il via libera dalla Banca d'Italia. Se questo riuscisse a decollare in un secondo tempo potrebbero essere messi in vendita anche gli edifici scolastici con una previsione di fare cassa per un minimo di 2 e un massimo di 6 miliardi e mezzo. Il meccanismo potrebbe essere il seguente: gli edifici verrebbero conferiti dal demanio a un fondo immobiliare ad hoc e riaffittatti al ministero dell'Istruzione a condizioni di mercato, una condizione necessaria per evitare un fermo da parte di Eurostat, che controlla i conti dei paesi Ue.

Ma l'interesse dei privati, a detta del pool di banche, per questa tipologia di immobili sarebbe tutto da verificare. Questo, tuttavia, non sconvolgerebbe i piani del Tesoro che, nero su bianco, ha già scritto nella relazione che accompagna la Finanziaria (articolo 13, comma 19) che "in generale si ipotizzano uno o più fondi immobiliari". Più avanti si aggiunge che "successivamente al collocamento del fondo immobiliare attualmente in fase di strutturazione saranno disponibili immobili a uso governativo per un totale di oltre 20 miliardi tra i quali identificare quelli che non abbiano particolare pregio architettonico o rilevante valore storico".

Dunque le strade pubbliche ad alto scorrimento diventeranno autostrade a pagamento e anche per scuole, asili, licei (e chissà che fine faranno le università) si pagheranno pedaggi, ossia affitti.

La ministra Moratti, tuttavia, non sembra allarmata dalla prospettiva e continua a sbandierare presunti benefici della manovra di luglio sulla scuola. Snocciola cifre roboanti e promesse come la generalizzazione della scuola dell'infanzia o la lotta alla dispersione scolastica cercando di coprire con le parole le condizioni disastrose della pubblica istruzione dove si prepara uno degli scioperi più imponenti della storia della Repubblica. Solo ieri le agenzie riportavano il pellegrinaggio romano di alcuni sindaci del Veneto (da Salzano, Preganziol, Padova) che sono venuti a protestare per la mancata assegnazione di 400 docenti alle nuove sezioni di scuola dell'infanzia statale e dalla provincia di La Spezia, la Cub scuola denunciava l'aumento, dopo i tagli, di costi supplementari per le famiglie che vogliono mantenere i figli al tempo prolungato.

Un degrado cui la Finanziaria risponderà con misure simboliche e demagogiche come l'obbligo di zaini più leggeri e l'idea di scaricare libri su internet. Tutto a costo zero mentre la realtà che Moratti e Berlusconi tentano di coprire è quella di un terzo degli edifici scolastici dello Stivale che non è a norma se non proprio fatiscente e da due anni il fondo per il diritto allo studio non è più finanziato con le borse di studio divenute ormai virtuali. Una situazione denunciata dalla campagna "Sbilanciamoci" che contropropone di stanziare 350 milioni per l'edilizia scolastica e per il diritto allo studio.

Checchino Antonini


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