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Liberazione-Dpef, si prevedono lacrime e sangue

Dpef, si prevedono lacrime e sangue Il documento che sarà approvato domani dal governo è un'ulteriore stretta al welfare Altro che nessun taglio a scuola, sanità e servizi, come ripeto...

28/07/2004
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Liberazione

Dpef, si prevedono lacrime e sangue
Il documento che sarà approvato domani dal governo è un'ulteriore stretta al welfare
Altro che nessun taglio a scuola, sanità e servizi, come ripetono in continuazione dall'esecutivo: il Dpef e la conseguente finanziaria sembrano configurarsi come un'ennesima ghigliottina al welfare italiano. E' d'altronde difficile credere che si possa varare una manovra da 24 miliardi di euro senza prevedere alcun taglio alla spesa. L'unica incognita riguarda dove direzionare questi tagli e, stando alle indiscrezioni emerse e a quanto raccontano i rappresentanti sindacali presenti all'incontro a Palazzo Chigi, è ancora una volta lo stato sociale la vittima sacrificale.
Ad iniziare dal risparmio di 1 miliardo e mezzo di euro, interamente ricavato sulla pelle della sanità: 1 miliardo dalla spesa farmaceutica e 500 milioni dalla spesa sanitaria. Nel primo caso, si legge nel documento del ministero dell'Economia, si procederà o abbassando al 4, 79% "lo sconto sul prezzo al pubblico" dei farmaci (adesso è del 5,5%) o introducendo un "ticket nazionale di 4 euro a confezione fino ad un massimo di 8 euro per ricetta"; nel secondo si farebbe pagare ai cittadini il ricovero in ospedale: 6, 22 euro per ogni giorno di degenza o un ticket medio per ricovero di 38,61 euro. Come in hotel, insomma. Giro di vite anche per le pensioni di invalidità, con l'obiettivo di incassare 0,3 miliardi di euro. Si passa poi ai tagli alle spese degli enti territoriali che, data la loro portata, dovranno "interessare anche le Università, gli enti previdenziali e gli enti di ricerca" per arrivare ad una riduzione complessiva "del 13-15%", pari a 4 miliardi di euro. Non manca un ritocco alle pensioni, con la proposta di anticipare la riforma pensionistica al 2005 riducendo da 4 ad 1 le finestre d'uscita (resterà quella di luglio). Ma su questo punto la strada per un accordo è ancora lunga. Altri interventi che andranno a toccare la nostra vita quotidiana sono le tasse del decreto Tremonti che interesseranno l'imposta sostitutiva sui mutui, quella sulle cooperative ed infine le sigarette, andando ad incassare complessivamente altri 2 miliardi. Altrettanto si spera di ricavare dall'aumento del 650% dei canoni per la concessione dei beni demaniali, come le spiagge dove i gestori stanno giusto aspettando il boom estivo.

Note dolenti anche per le imprese che con la creazione di un fondo rotativo riceverebbero non più contributi statali a fondo perduto, ma soltanto prestiti: "Nella situazione attuale in cui ci sono sia segnali di ripresa, soprattutto per l'agricoltura ed i servizi, il governo interviene penalizzando le imprese con il taglio agli investimenti" spiega Marigia Maulucci, della segreteria Cgil e presente all'incontro a palazzo Chigi. "Si crea così una situazione indeterminata che non potrà non avere contraccolpi a livello industriale tali da chiudere ogni spiraglio di ripresa. Soprattutto al Sud, già colpito duramente dalla manovra correttiva". Proprio dalla "manovrina" e dagli effetti degli interventi del 2004, l'esecutivo conta di raccogliere altri 8 miliardi di euro.

Ci sono infine i 7 miliardi di "una tantum", che significano niente altro che condoni (si parla anche dell'Iva), vendite di beni statali e tagli agli apporti statali per Ferrovie ed Anas. "Sebbene sia migliorata la qualità dei rapporti, diventata normale in un Paese normale, le politiche economiche e fiscali non sono cambiate, permane l'iniquità. Il governo ha fallito e ci ha imbevuto di fandonie per 3 anni; almeno adesso speriamo che i conti siano veritieri e chiari. Anche se qualcuno già parla di una previsione reale per il rapporto deficit/Pil del 5% per il prossimo anno" conclude Maulucci.

Il segretario della Cisl, Savino Pezzotta propone un'ulteriore via d'uscita: "Abbiamo chiesto al governo che vengano ridotte le spese militari, utilizzando un nuovo modo di combattere il terrorismo e rafforzando invece la cooperazione e la formazione". Anche per Pezzotta comunque per ora ci sono solo linee guida e "il vero problema sarà affrontare queste questioni nella Finanziaria dove si deciderà nel merito". Per ora sono solo indiscrezioni, ma domani sera, salvo imprevisti dell'ultima ora, il consiglio dei ministri varerà il Dpef. E allora vedremo se saranno realmente lacrime e sangue come sembra.

Andrea Milluzzi


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