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Liberazione-Domani lo sciopero nazionale, mentre si tenta di riunificare i due cortei di Roma

Domani lo sciopero nazionale, mentre si tenta di riunificare i due cortei di Roma Il mondo della scuola si mobilita a difesa dell'istruzione pubblica C'è qualcosa che oggi in Italia un...

14/11/2004
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Liberazione

Domani lo sciopero nazionale, mentre si tenta di riunificare i due cortei di Roma
Il mondo della scuola si mobilita
a difesa dell'istruzione pubblica
C'è qualcosa che oggi in Italia unisce il mondo della scuola. Chi in essa ci lavora e chiede il rinnovo del contratto scaduto, certamente, ma anche i genitori, gli studenti e tanti cittadini, oltre alle forze politiche dell'opposizione: è il rifiuto del tentativo di smantellare l'istruzione pubblica portato avanti in questi anni dal governo Berlusconi tramite la riforma Moratti e la progressiva riduzione dei finanziamenti. Questo rifiuto, già manifestato in passato, sarà di nuovo visibile domani in occasione dello sciopero nazionale della scuola indetto da Cgil, Cisl, Uil e Cobas. Roma verrà infatti invasa da decine di migliaia di persone provenienti da tutto il paese, isole comprese, che sfileranno per le vie del centro. I cortei previsti, per il momento, sono ancora due: quello dei confederali, con partenza da piazza della Bocca della Verità e conclusione a piazza Navona, e quello del sindacato di base, che da piazza della Repubblica muoverà alla volta di piazza Venezia.
Una divisione che lascia l'amaro in bocca, dal momento che nei coordinamenti e nei comitati contro la riforma Moratti sorti spontaneamente sul territorio sono presenti lavoratori, genitori e studenti indipendentemente dalla loro appartenenza sindacale. Proprio questo spirito unitario ha ispirato la richiesta, uscita dall'ultima assemblea nazionale, di far parlare dal palco di Piazza Navona una madre napoletana che fa parte di questo movimento. E ieri è arrivata la risposta positiva di Cgil Cisl e Uil. "Un fatto molto positivo - commenta Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione - che può servire a far riunificare due cortei che partono da luoghi diversi in un'unica piazza, che è piazza Navona, e risolvere così la difficoltà dei molti che non vogliono essere messi nella condizione di scegliere un appuntamento".

I Cobas sembrano tuttavia intenzionati a concludere la loro manifestazione a piazza Venezia: "Abbiamo fatto un appello ai confederali - ricorda Piero Bernocchi - perché si arrivasse a un corteo unitario o almeno a una conclusione unitaria, con pari diritto di intervento per le forze promotrici. La risposta fino ad adesso è stata negativa, motivata con il fatto che le piattaforme per il rinnovo del contratto sono diverse. E tuttavia in questa giornata di lotta, che sconta il mancato coinvolgimento dell'Università, c'è un aspetto politico - sottolinea Bernocchi - che è altrettanto importante. Noi consideriamo decisivo che lo sciopero riesca e sia il più partecipato della storia della scuola italiana, sia per smontare le tesi del governo secondo cui si tratta di proteste di una minoranza, sia per bloccare l'applicazione, spesso illegale, della riforma". Secondo il portavoce dei Cobas, il corteo che partirà da Piazza della Repubblica avrà come obiettivo quello di abrogare le leggi Moratti, "mentre nell'altro corteo convive la posizione di chi vuole l'abrogazione con quella di chi ritiene che la riforma sia emendabile".

Sta di fatto che nella piattaforma di indizione dello sciopero, Cgil Cisl e Uil ribadiscono sia "il giudizio negativo sulla legge 53" (decreto applicativo della riforma della scuola) che "il più fermo rifiuto della regionalizzazione del sistema di istruzione" previsto con la devolution. "In tre anni di ministero Moratti - attacca Enrico Panini, segretario della Flc Cgil - la scuola ha pagato il suo obolo all'economia creativa e alla privatizzazione dell'Istruzione con 100mila posti di lavoro in meno ed una riduzione di oltre 2mila miliardi di vecchie lire di investimenti. Siamo di fronte a scelte irresponsabili che verranno pagate duramente dal lavoratori, dagli studenti e dalle famiglie. Esse ricadranno drammaticamente sul futuro dell'intero Paese".

Uniti contro la politica del governo sulla scuola anche i parlamentari della Grande alleanza democratica. In un comunicato Titti De Simone (Prc), Giovanna Grignaffini (Ds), Albertina Soliani (Margherita), Fiorello Cortiana (Verdi), Alba Sasso (Ds) sottolineano come lo sciopero generale indetto dai sindacati abbia "una importanza fondamentale per qualificare l'opposizione contro la riforma Moratti". Una legge "che distrugge l'idea stessa di scuola secondo Costituzione" e che per questo, dicono, dovrà essere "cancellata da un progetto di alternativa che offra più scuola, più cultura, più sapere per tutti".

Roberto Farneti


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