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Liberazione-"Devolution contro l'unità del lavoro

La lettera dei segretari di Cgil, Cisl e Uil che domani incontreranno Casini "Devolution contro l'unità del lavoro" Riforma costituzionale da bocciare secondo i tre segretari di Cgil Cis...

04/10/2004
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Liberazione

La lettera dei segretari di Cgil, Cisl e Uil che domani incontreranno Casini
"Devolution contro l'unità del lavoro"
Riforma costituzionale da bocciare secondo i tre segretari di Cgil Cisl e Uil che incontreranno lunedì il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. L'incontro fa seguito a una lettera inviata nei giorni scorsi anche al presidente del senato Marcello Pera.
I tre segretari rilevano come le riforme costituzionali determinino, per la loro portata generale in termini di assetti ed equilibri istituzionali, "immediate ricadute sulla società civile, sul mondo del lavoro, sul sistema dei diritti civili e sociali". L'introduzione della cosiddetta devolution, con l'attribuzione di competenze alle regioni su materie fondamentali come scuola, sanità e sicurezza, potrebbe comportare il rischio di sperequazioni territoriali e "così come si sta definendo, contraddirebbe quelle garanzie di unitarietà" concernenti i diritti civili e sociali e prevedendo i poteri sostitutivi dello Stato. Sotto un profilo più propriamente sindacale, Epifani, Pezzotta e Angeletti ritengono che "il passaggio di competenze dallo Stato centrale alle Regioni, come configurato dalla devolution potrebbe determinare per i dipendenti pubblici di settori quali sanità, scuola, sicurezza, enti locali, il rischio che venga meno il complesso di garanzie e di tutele determinato dall'unitarietà, sull'intero territorio del paese, del contratto collettivo nazionale di lavoro".

In termini più generali, poi, per quanto riguarda la riforma del modello di bicameralismo perfetto, prosegue la lettera ai vertici del parlamento, "ci siamo sempre espressi a favore della istituzione di una seconda Camera che rappresenti le Regioni ed i loro interessi, ma il modello proposto dal disegno di legge costituzionale appare confuso e contraddittorio, quindi riteniamo che il tema della composizione del Senato e la esatta configurazione dei suoi poteri e delle sue funzioni richiedano ulteriore approfondimenti". Perplessità suscita anche la forma di governo: "pur essendo favorevoli a misure che garantiscano stabilità all'Esecutivo", "riteniamo comunque che il principio della corretta ed equilibrata divisione dei poteri sia un elemento irrinunciabile per garantire assetti allo stesso tempo efficienti ed effettivamente democratici". Il modello proposto dalla riforma, pur parzialmente mitigato dalle ultime modifiche, "estenderebbe eccessivamente i poteri del presidente del consiglio, con la richiesta di scioglimento della camera, indebolendo di conseguenza, il ruolo e la funzione di garanzia del Capo dello stato e compromettendo, quindi, quel bilanciamento dei poteri cardine in molti sistemi presidenziali di altri paesi". Da ultimo, "evidenziamo come, in tema di federalismo fiscale, si continuano a prevedere dei tempi eccessivamente dilazionati". Invece è necessario "dare rapida attuazione al dettato dell'articolo 119 della Costituzione, per garantire a Regioni ed Enti Locali, senza costi aggiuntivi per i cittadini, le risorse necessarie per esercitare i nuovi poteri attribuiti e per realizzare, attraverso i meccanismi della perequazione, un modello compiuto di federalismo cooperativo e solidale".


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