Liberazione-Contratto pubblico impiego, sindacati sul piede di guerra

Contratto pubblico impiego, sindacati sul piede di guerra
"In assenza di rapide risposte ci sarà un'inevitabile ripresa della conflittualità a settembre". Sui rinnovi dei contratti del pubblico impiego Cgil, Cisl e Uil attendono ancora una risposta dal governo. A due mesi dall'ultimo incontro a palazzo Chigi, infatti, i sindacati accusano l'esecutivo di "non aver dato seguito a nessuno degli impegni assunti in quell'occasione". Sono i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Pier Paolo Patta, Nino Sorgi e Antonio Foccillo a dar voce alle critiche contro il permanere di "un silenzio assordante" da parte del governo e a sollecitare "la convocazione dei tavoli stabiliti e l'avvio di un confronto che possa consentire l'avvio della tornata contrattuale, nonché la chiusura di tutti i contratti della tornata precedente". "A questa gravissima inadempienza il Governo fa seguire la prossima approvazione della delega previdenziale, sulla quale Cgil, Cisl e Uil - proseguono ad una sola voce Patta, Sorgi e Foccillo - hanno già espresso un giudizio estremamente critico e che, inoltre, concretizza una ulteriore penalizzazione per il pubblico impiego, sia per quanto attiene all'armonizzazione, sia perché nel pubblico impiego stenta ancora a decollare la previdenza complementare".
Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che è inaccettabile proseguire senza risposte sui temi contrattuali e previdenziali, perché in questo il modo il governo si assume la responsabilità di penalizzare i lavoratori in maniera doppia, minandone attualmente il potere d'acquisto e le prospettive previdenziali. Patta, Sorgi e Foccillo ricordano, infine, che è tuttora in atto la mobilitazione dei lavoratori pubblici e che, in assenza di rapide risposte, si verificherà una inevitabile ripresa della conflittualità in autunno.