Liberazione-"Casca il mondo, cascala Moratti, tutti soddisfatti
"Casca il mondo, cascala Moratti, tutti soddisfatti" Al corteo dei sindacati confederali contro la riforma della scuola pubblica ieri a Roma hanno partecipato in centomila "Giro giro tondo, cas...
"Casca il mondo, cascala Moratti, tutti soddisfatti"
Al corteo dei sindacati confederali contro la riforma della scuola pubblica ieri a Roma hanno partecipato in centomila
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la Moratti tutti soddisfatti". Giuditta canta con tutta la voce che ha in gola e lo fa per ben due ore di corteo. Incurante della grandine che va e viene e del freddo. Giuditta è una bambina "estremista", per dirla con l'ex comunista Sandro Bondi, oggi portavoce del premier Berlusconi, che ieri mattina al chiuso e al caldo dell'Hotel Parco dei Principi si è scagliato contro le menzogne della sinistra che "strumentalizza i bambini" portandoli alle manifestazioni.
Sono le 14 e 30 e piazza della Repubblica è gremita di insegnanti, bambini, genitori, rappresentanti sindacali arrivati da tutta Italia. E grandina ad intermittenza e tira vento e fa freddo. Ma la protesta non si fa intimidire e la testa del corteo parte. I fischietti danno il via e la musica di De Andrè accompagna lo striscione di apertura: "Di nuovo in piazza. Perché una scuola diversa è possibile" firmato Cgil, Cisl e Uil. Questo è infatti il corteo dei confederali.
Siamo quasi 100 mila" dicono gli organizzatori dopo che il serpentone è arrivato a Piazza del Popolo. Ci sono le mamme che temono per la fine del tempo pieno, gli studenti che vogliono "una scuola pubblica per tutti, senza discriminazioni per i figli delle famiglie povere" i precari che "perché dopo aver girato mezza Italia per elemosinare supplenze, continuo ad essere precario". Alla testa del corteo il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, con il leader della Cisl Savino Pezzotta e Luigi Angeletti della Uil reduci dall'incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario Letta sulla vicenda Alitalia. E a proposito di vertenze scottanti, in corteo, ci sono anche i lavoratori della Parmatour.
"Giro giro tondo, casca il mondo, casca la Moratti tutti soddisfatti". Sei anni, un sorriso che segnala l'assenza provvisoria di due denti, Giuditta ha all'attivo ben due occupazioni di scuola, elementare naturalmente, e il corteo unitario dei centomila del 17 gennaio scorso, di cui lei è stata una dei trenta mila bambini in marcia per una scuola pubblica di qualità. Così, forte della sua esperienza nel movimento, Giuditta ieri pomeriggio si è impossessata del microfono sistemato sull'Opel Astra Verde, spartiacque tra la testa del corteo guidato dai confederali e la coda unitaria del coordinamento romano in difesa della scuola pubblica e quello in difesa del tempo pieno: uno accanto all'altro, singole scuole, famiglie al completo, maestri e prof di ogni ordine e grado e soprattutto bambini e bambine. E in questo pezzo di corteo, che invoca uno sciopero generale unitario per la scuola, tra i comitati e i coordinamenti insegnanti-genitori anche i Cobas e Rifondazione comunista. E per la segreteria nazionale del Prc Loredana Fraleone, Vincenza Ferrara del dipartimento scuola-università e Federico Tomasello dell'esecutivo nazionale dei Giovani comunisti.
"Nonostante l'approvazione del primo decreto della controriforma Moratti il movimento di genitori e insegnanti sta crescendo sempre più è questo un fatto straordinario" commenta Fraleone. Una moltitudine inaspettata anche per Piero Castello, maestro, esponente dei Cobas: "L'esito di questa manifestazione era inaspettato, difficile da prevedere perché da parte dei confederali non c'è stato nessun impegno verso la base, neanche per i pullman da Firenze per esempio ne hanno organizzati soltanto due. E' andata bene nonostante la delusione della base per la non adesione allo sciopero generale unitario della scuola".
E Giuditta alza di nuovo la voce: "Non una maestra per risparmiare, ma due per imparare". Lidia cerca di riparare con i tre figli sotto un portone, piove ancora grandine: "Ce li vogliono crescere come tanti piccoli soldatini, allevati nella scuola-azienda". E mentre la testa del corteo arriva quasi a Trinità de' Monti, con la "Storia siamo noi" di De' Gregori come sottofondo, la coda ha appena lasciato piazza della Repubblica.
"Moratti bocciata", recitano tantissimi cartelli. Mentre i megafoni scandiscono: "Tremonti, Moratti. Poi faremo i conti". Enormi pacchetti di sigarette esibiscono la scritta ormai celebre: "Moratti. Nuoce gravemente alla salute". E non manca lo striscione, divenuto ormai un classico, in quella che è la terza manifestazione in due mesi: "Vogliamo andare a scuola con gioia. Ma senza Letizia". Sono quasi le cinque e il palco in piazza del Popolo è circondato da decine di migliaia di persone che bocciano Moratti. "Annunciamo per il mese di marzo - dichiara il segretario generale della Cgil Scuola, Enrico Panini - uno sciopero generale della categoria. Vogliamo una riforma vera. O saremo ascoltati o andremo avanti". Poi Pezzotta, il leader Cisl, ripete che obiettivo del sindacato è spingere affinché si intraprenda "un percorso nuovo e forte per cambiare l'agenda dei progetti politici del Paese, dando priorità a temi fondamentali come quelli del lavoro, del Mezzogiorno e della scuola". E per la scuola, rilancia Pezzotta: "non basta solo lo sciopero, serviranno anche altre iniziative e le metteremo in campo tutte". La manifestazione si scioglie.
Intanto i Cobas per domani invitano tutti i docenti e il personale della scuola "indipendentemente dalla collocazione sindacale" ad aderire allo sciopero generale e scendere in piazza. Echi di movimento e occupazioni arrivano intanto anche dalle università. Moratti è sola. "Giro giro tondo, casca il mondo, casca la Moratti tutti soddisfatti".
Sabrina Deligia
sabrina. deligia@liberazione. it