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Liberazione- Arriva in Italia il Ritalin, la "pillola dell'obbedienza"

Arriva in Italia il Ritalin, la "pillola dell'obbedienza" Sotto accusa negli Usa Lo accusano di dare assuefazione e di provocare stati depressivi e istinti suicidi. Tanto da essere ribatt...

22/03/2005
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Liberazione

Arriva in Italia il Ritalin, la "pillola dell'obbedienza"
Sotto accusa negli Usa
Lo accusano di dare assuefazione e di provocare stati depressivi e istinti suicidi. Tanto da essere ribattezzato "pillola dell'obbedienza" o "pillola del maganello". Insomma, accuse e critiche piovono da ogni parte contro il Ritalin, il farmaco prodotto dalla Novartis (una multinazionale svizzera), del quale negli Stati Uniti associazioni di consumatori e genitori denunciano l'uso eccessivo.
Tolto dal commercio in Italia nel 1989 e inserito fino al marzo del 2003 nella "Sottotabella I" (insieme alla cocaina, agli oppiacei, all'eroina, all'Lsd), il Ritalin sta per tornare sui banchi delle nostre farmacie. Motivo? I bambini italiani sono "iperattivi". Questo almeno è quello che sostiene una ricerca-pilota, chiamata "Prisma", che ha visto il coinvolgimento dei genitori di bambini tra gli 11 e i 13 anni delle scuole medie inferiori di Milano, Lecco, Rimini, Pisa, Roma e Cagliari. Patrocinato dall'Istituto Superiore di Sanità, il progetto è stato condotto proprio con l'intento di verificare la sussistenza della patologia tra i bimbi in età scolare e, quindi, di preparare il terreno all'introduzione del farmaco che ha diviso la comunità scientifica internazionale. Sui questionari forniti per la ricerca genitori e insegnanti hanno trovato domande del tipo: il bambino fa errori di negligenza? Si dimena sulla sedia, corre o si arrampica? Parla troppo o interrompe? Risponde prima che sia terminata la domanda? E così via. Ad occhio e croce sembra l'identikit di un normale bambino. Eppure bastava rispondere sì ad alcune delle nove domande del test, per avere una diagnosi positiva della malattia.

Ne viene fuori un quadro davvero preoccupante, quanto per nulla affidabile: su 5.627 bambini, tra i cinque e i quattordici anni, il 9,1% soffrirebbe di disturbi psichici e che una parte di loro di "iperattività".

Certo il Ritalin potrà essere venduto solo dietro presentazione di una ricetta medica speciale, ma come sottolinea uno dei responsabili della ricerca Alessandro Zuddas, del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Cagliari, in Italia il 4% dei bambini in età scolare - percentuale che scende all'1% se si considera la fascia 11-13 anni - potrebbe essere affetto da questa malattia e "non sempre è necessaria la cura con il farmaco".

Comunque la protesta si è estesa in tutta Italia e internet è stato il veicolo preferito. Così è nata la "Campagna No Al Ritalin": decine di messaggi di genitori ed operatori che si dicono indignati per la scelta del ministero della Salute di reintrodurre la pillola (che ha gli stessi effetti di una droga pesante) tra le medicine prescrivibili. Ma sotto accusa ci sono anche insegnanti e genitori che, di fronte all'incapacità di stare dietro ad un alunno o figlio "svogliato e vivace", preferiscono la soluzione più semplice: ricorrere ad uno psicofarmaco.

Dal marzo 2003, per Decreto ministeriale, il Ritalin, anfetamina a base di metilfenidato, è appunto passato dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci. Da quella data il farmaco, appartenente alla famiglia della morfina e della cocaina, può essere usato per "curare" i bambini affetti dal presunto "Disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività" (Adhd o Ddai). Quella che una volta si chiamava vivacità oggi è classificata come una grave patologia psichica.

Eppure, la stessa casa produttrice nella scheda tecnica scrive che "un abuso del farmaco può indurre una marcata assuefazione e dipendenza psichica con vari gradi di comportamento anormale&". Nonostante ciò i piccoli americani "impasticcati" sono ormai sei milioni; alcune organizzazioni di genitori, di ricercatori e molte associazioni hanno persino denunciato casi di morte di minori sottoposti ad abuso di Ritalin e di tossicodipendenza sfociata in aggressività criminale.

Sa. Del.


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