Liberazione - Apprendisti a undici anni
In nove 'raccomandazioni' il nuovo attacco del governo alla pubblica istruzione Apprendisti a undici anni Nei piani della ministra Moratti una scuola dove si sceglie prestissimo tra avviamento e lic...
In nove 'raccomandazioni' il nuovo attacco del governo alla pubblica istruzione
Apprendisti a undici anni
Nei piani della ministra Moratti una scuola dove si sceglie prestissimo tra avviamento e liceo. Studenti e genitori: "Come negli anni '50, si torna alla selezione di classe"
Ascuola fino a diciotto anni ma già a 12 si può retrocedere in 'serie B', ossia nel canale dell'avviamento professionale, mentre la 'serie A', il liceo tradizionale, potrà dilatarsi lungo altri anni di specializzazione non universitaria destinata a pochi eletti. L'ultimo anno di asilo, inoltre, potrà essere 'detratto' dal monte dei 12 anni di un obbligo scolastico 'virtuale'. Sono queste solo alcune delle novità che ha in mente Letizia Moratti, la manager milanese insediata alla pubblica istruzione da Silvio Berlusconi, per il futuro prossimo della scuola pubblica. Un futuro che sarà a tinte fosche, se verranno confermate le linee di tendenza, come già anticipato dai tagli contenuti nella finanziaria e contestati dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. Il Moratti-pensiero è condensato in nove brevi 'raccomandazioni' che hanno guidato il lavoro di un gruppo ristretto incaricato, dallo scorso luglio, "di svolgere una complessiva riflessione sul sistema d'istruzione e fornire riscontri per l'attuazione del riordino dei cicli o per le sue eventuali modifiche". La mini-commissione è agli ordini del professor Giuseppe Bertagna, docente di didattica e pedagogia in vari atenei. Nell''Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche', che si può leggere sul web, si legge che Bertagna "ha sempre aderito ad un orientamento pedagogico basato sulla convinzione che dovrebbe essere la scuola ad adattarsi alle esigenze di crescita educativa degli allievi e non viceversa". A leggere i nove punti, si direbbe che il professore abbia mutato rotta visto che la novità più sconcertante all'orizzonte è proprio quel "percorso di formazione professionale parallelo a quello scolastico" di cui parla la quinta raccomandazione della Lady di Ferro di viale Trastevere e che costringerà ragazzini e ragazzine a scegliere il proprio futuro già all'inizio della seconda media. In sintesi si torna alla vecchia divisione elementari-medie ma con un piano di studi organizzato in cicli biennali che servirebbero a saldare le elementari col primo anno di superiori. L'auspicata secondaria superiore "di elevata qualità" sarebbe il risultato di una immane opera di selezione di classe al fine di separare i figli delle famiglie per bene da quelli che vivono situazioni sociali più svantaggiate e che non reggerebbero il ritmo degli studi. Nei disegni della ministra ci sarebbe un'investitura pubblica da ricevere nel corso di non meglio precisati 'Stati generali' della scuola previsti per la metà di dicembre e, allestiti, parrebbe, dalla società di Maurizio Costanzo. Un bagno di folla composta da organizzazioni compiacenti già viste in occasione delle mobilitazioni per la parità, ecco quello che vorrebbe Moratti ma il piano Bertagna avrà il suo battesimo del fuoco nel vivo dello scontro sociale visto che già tra pochi giorni, il 12, scenderanno in piazza Cgil, Gilda, Usi e Cub-scuola e che i programmi mantengono la previsione di un taglio drastico dell'occupazione. Così, a primo acchitto, non pare che il progetto riscuota plauso neppure tra altri settori della società civile. Genitori, docenti, studenti: a tutti la proposta Moratti appare come un clamoroso 'salto all'indietro'. "Scuola e formazione professionale non possono essere considerate in alternativa l'una all'altra - dice ad esempio Ermanno Testa del Cidi (il Centro di iniziativa democratica degli insegnanti che sul prossimo numero della rivista 'Insegnare' pubblicherà un'analisi punto per punto del piano in questione) - l'esperienza che porta al lavoro non può essere al posto di una scuola per la cittadinanza, sono cose diverse". "Ma come? In tutto il mondo si dilatano i tempi dell'infanzia e dell'adolescenza e qui si vuole orientare a 11 anni i più sfortunati?", si domanda Angela Nava del Cgd (Coordinamento genitori democratici, sigla convocata con altre associazioni per una convention ministeriale in un albergo dei Parioli sabato prossimo). E, ancora: "Come si fa a quell'età ad aver chiaro il proprio futuro? Ad essere esclusi dall'istruzione di serie A saranno i figli degli immigrati e i ragazzi cresciuti in situazioni di degrado e disagio sociale". Anche per gli studenti "si verrebbe a configurare una società divisa tra chi ha accesso al sapere e chi è destinato al lavoro manuale - spiega l'Uds annunciando un faccia a faccia per il 9 tra Moratti e associazioni giovanili - è un'idea di società da respingere".