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Liberazione-Appello di solidarietà ad un'insegnante indagata ingiustamente

Appello di solidarietà ad un'insegnante indagata ingiustamente Controlli a scuola, intento repressivo Questo appello è stato promosso dal Dipartimento nazionale scuola del Prc. Per aderire...

14/07/2004
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Liberazione

Appello di solidarietà ad un'insegnante indagata ingiustamente
Controlli a scuola, intento repressivo
Questo appello è stato promosso dal Dipartimento nazionale scuola del Prc. Per aderire inviare una email al seguente indirizzo: scuola. prc@rifondazione. it

Con lo stupore di chi pensa di svolgere, in ogni circostanza, un ruolo di tutela dei ragazzi e delle ragazze che frequentano la scuola e con l'indignazione di chi vede negato questo compito fondamentale dell'insegnamento, abbiamo appreso che una nostra collega di un istituto professionale di Viterbo, Patrizia Roselli, insegnante di sostegno, ha ricevuto un avviso di garanzia, per aver negato l'accesso in classe ad alcuni agenti, che in compagnia di cani antidroga volevano effettuare un controllo sugli studenti.

La pratica di effettuare tali controlli nelle scuole superiori si è intensificata negli ultimi tempi, con la motivazione della crescita del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti di vario genere, da parte dei giovani. Normalmente queste azioni vengono concordate con i responsabili delle scuole ai vari livelli, per non turbare gli studenti con azioni, che sono rivolte a tutti indistintamente e che già nelle modalità con cui vengono effettuate, l'uso dei cani ad esempio, assumono un carattere unicamente repressivo e perciò antieducativo.

Nel caso di Viterbo poi, la nostra collega Roselli si è trovata di fronte ad un tentativo d'ingresso in una classe prima, quindi costituita da minori e per di più con la presenza di alunni portatori di handicap psichico. La sua reazione, negando l'accesso in classe agli agenti con i cani, è stata proprio motivata dall'esigenza di tutelare quella serenità che ogni scuola dovrebbe garantire ai propri allievi.

Patrizia Roselli dunque non ha fatto altro che il suo dovere, impedendo un'azione lesiva della natura educativa della scuola, luogo per definizione accogliente e deputato ad una formazione dialogante con i giovani, non certo all'intimidazione ed al sospetto.

Siamo consapevoli dell'entità e della gravità del fenomeno delle tossicodipendenze da sostanze fortemente nocive alla salute e all'equilibrio dei giovani, un fenomeno in crescita e strettamente legato a ciò che viene genericamente definito "disagio giovanile", ma che non può certo essere combattuto, ammesso che ve ne sia davvero l'intenzione, su un terreno tutto repressivo.

Siamo quotidianamente coinvolti dalle incertezze di ragazze e ragazzi su un futuro sempre meno rasserenante, per certi versi siamo in trincea, consapevoli che la scuola rappresenta oggi uno dei pochi baluardi all'intolleranza, alla violenza, all'assenza dei valori percepiti come diritto alla cittadinanza.

Per tutto questo, esprimendo la nostra solidarietà a Patrizia Roselli, ci dichiariamo pronti, in situazioni analoghe, a seguire la stessa pratica di tutela dei nostri allievi.


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