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Liberazione-Ancora una bocciatura, ma poi Moratti passa

Il governo va sotto su un emendamento delle opposizioni al disegno di legge di riforma sullo stato giuridico dei docenti. Il provvedimento approvato passa ora al Senato Ancora una bocciatura, ma ...

16/06/2005
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Liberazione

Il governo va sotto su un emendamento delle opposizioni al disegno di legge di riforma sullo stato giuridico dei docenti. Il provvedimento approvato passa ora al Senato
Ancora una bocciatura, ma poi Moratti passa
Un replay grave per governo e maggioranza, battuti per il secondo giorno di seguito alla Camera durante le votazioni per il decreto legge sulla docenza universitaria. Come già ieri, erano ai voti gli emendamenti alla riforma Moratti, ma i tanti banchi vuoti nelle file della Casa delle libertà hanno avvantaggiato l'opposizione. Il centrosinistra ha così fatto passare un emendamento sulla formazione delle commissioni di concorso.
Dopo il voto la seduta è stata sospesa per circa mezz'ora, per consentire una valutazione dell'accaduto da parte del comitato dei nove, composto dagli esperti di maggioranza e opposizione che seguono il provvedimento in Aula. Il presidente della Camera Casini non ha nascosto il suo disappunto: "Certo - ha detto rivolgendosi ai banchi semivuoti della Casa delle libertà - che se una maggioranza ha 150 deputati in meno è difficile che possa governare". Il presidente ha rincarato la dose quando è uscito dall'aula, dichiarando ad alta voce: "E' intollerabile tutto questo assenteismo".

Il governo è andato sotto su un emendamento del centrosinistra, passato per soli due voti di scarto, sulla formazione delle commissioni di concorso. "Il fatto che anche oggi siano mancati all'appello circa 150 deputati della Cdl e che per la seconda volta la maggioranza sia stata battuta sul disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari, dimostra il malessere profondo della stessa maggioranza che non condivide la piega corporativa e conservatrice del ddl Moratti", commenta il diessino Walter Tocci. "Colpita al cuore la finta riforma universitaria della Moratti", dice Franca Bimbi, responsabile università della Margherita. "Il centrosinistra ha messo in difficoltà la maggiora su un punto qualificante del provvedimento". "Al ministro Moratti non resta che scegliere la ritirata", aggiunge Paolo Cento, coordinatore dei Verdi.

Tra i meno presenti in Aula i deputati di Forza Italia, il partito della ministra Letizia Moratti che ha messo a punto il decreto. Non si sono presentati nell'emiciclo di Montecitorio in 22. Senza contare i 30 che risultano in missione. Analoga la situazione in An: 14 assenti e 21 in missione. Hanno disertato la votazione, poi, dieci deputati della Lega: sette giustificati e tre no. Su 34 parlamentari dell'Udc non si sono fatti vedere in questa votazione in 15 (10 in missione e 5 assenti). Per andare a rimpinguare il numero dei deputati alla Camera, il Consiglio dei ministri è stato interrotto poco dopo il suo inizio. Silvio Berlusconi e i suoi ministri hanno deciso di trasferirsi in forze a Montecitorio per votare e alla Camera sono arrivati, oltre a Berlusconi, Fini, Matteoli, La Malfa, Alemanno, Maroni, Prestigiacomo.

Il tutto è successo mentre il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti stava cercando di spiegara a un convegno l'impegno del governo per la ricerca scientifica. "Ci sono segnali sicuramente incoraggianti, anche se dobbiamo continuare a lavorare su questa strada", stava dicendo il ministro più contestato d'Italia.

In serata la Camera ha comunque approvato il ddl Moratti di riforma sullo stato giuridico dei docenti universitari. La Casa delle libertà ha votato a favore, l'opposizione contro. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato.


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