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Liberazione-"Almeno un merito va riconosciuto al ministro Moratti: è riuscita ad unificare ciò che per 20 anni è rimasto diviso"

"Almeno un merito va riconosciuto al ministro Moratti: è riuscita ad unificare ciò che per 20 anni è rimasto diviso" ha esordito Titti De Simone, deputata del Prc, trovandosi di fronte ad un'aula s...

14/10/2004
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Liberazione

"Almeno un merito va riconosciuto al ministro Moratti: è riuscita ad unificare ciò che per 20 anni è rimasto diviso" ha esordito Titti De Simone, deputata del Prc, trovandosi di fronte ad un'aula stracolma di docenti, ricercatori e studenti, tantissimi anche fuori dalla porta, venuti a discutere della "qualità dell'Università pubblica per il futuro del nostro Paese", tema dell'incontro organizzato nella facoltà di Fisica della Sapienza.
In tutta Italia gli atenei in rivolta sono arrivati a 35, e le mozioni pronunciate da senati accademici, consigli di facoltà e consigli di amministrazione sono ormai 150; in questo quadro, l'incontro di ieri alla Sapienza ha assunto le sembianze del primo appuntamento collettivo per decidere come andare avanti. Insomma, l'Università sembra proprio fare sul serio: "E' in gioco l'interesse del Paese, il ddl è solo la punta di quell'iceberg che è l'attacco all'università - ha attaccato il pro rettore Gianni Orlandi, fra i promotori dell'assemblea - ed è per questo che dobbiamo ottenerne il ritiro, per poi costruire una legge seria sullo stato giuridico e riforme serie per l'intero sistema". Quando sente pronunciare parole come "giornata di mobilitazione" e "abbracciare più temi", annuisce con la testa Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori: "Oggi la discussione in aula è stata ufficialmente calendarizzata a dicembre, ma noi siamo qua, e ci sono anche gli studenti, coloro che la Moratti pensava non ci fossero. D'altronde è in gioco la qualità della formazione che offriamo loro: in alcuni atenei stanno chiamando professori delle medie a sopperire alle nostre assenze". Tutti d'accordo: serve una giornata di mobilitazione, serve l'appoggio dei politici per lottare contro la Finanziaria, il contenitore dei tagli che ucciderebbero l'Università. Alla fine si decide per una settimana, dal 18 al 25 ottobre, nel corso della quale gli atenei decideranno come e dove muoversi. Prende campo anche l'ipotesi di unificare scuola e università nello sciopero generale del 15 novembre, scenario già discusso martedì fra le sigle sindacali unite dei docenti e ricercatori universitari e Fausto Bertinotti. Adesso le stesse sigle chiedono un incontro con tutte le altre forze politiche, al quale Ds e Pdci non dovrebbero negarsi, dato che ieri si sono espressi a favore della loro lotta per il ritiro della legge. Intanto anche la Cgil scuola minaccia bufere: "Ormai la protesta ha coinvolto la totalità degli atenei e nelle prossime settimane è destinata ad aumentare - ha detto Enrico Panini - quindi verrà rapidamente definito un blocco di scioperi proclamato dai sindacati confederali, visto che la Moratti continua a non volerci incontrare". Il ministro nel frattempo si dice "disposta a modificare la legge, ma non con un'ope legis per i ricercatori che hanno perso i concorsi", per loro "la collaborazione fra università e imprese aprirà le porte a nuovi lavori": facile come bere un bicchier d'acqua. Moratti si aggrappa anche alla Crui "dalla quale aspettiamo una proposta" che proprio ieri, con un comunicato stampa ha lamentato che "quasi nulla è stato recepito di quanto proposto dalla Conferenza, tantomeno sui nodi sostanziali".

Il movimento nel frattempo si prepara al primo forum nazionale di docenti e ricercatori su scuola e università, a Firenze il 23 e 24 ottobre. Per quel che riguarda la mobilitazione in corso, due parole d'ordine: scendere in strada e coinvolgere tutti, studenti in primis. Sono loro a chiederlo: "Protestiamo anche noi per ritirare il ddl Moratti, ma poi dobbiamo continuare sulla via della costruzione di una università diversa, di qualità. A noi interessano proposte fattive, non il politichese" ha precisato al microfono Cristina, del collettivo studentesco. Prima di lei avevano preso la parola i parlamentari invitati all'assemblea, fra cui Willer Bordon, Margherita, Walter Tocci, Ds, la già citata Titti De Simone e, in rappresentanza dei partiti, fra gli altri, Guido Porcaro, del Pdci e Vincenza Ferrara del Prc.

In mattinata, prima dell'assemblea, i ragazzi della facoltà di informatica hanno anche seguito un'inconsueta lezione: davanti Palazzo Chigi, un assegnista, un professore ordinario ed un ricercatore hanno tenuto corsi alternativi sull'Infinito, su come funziona un computer e sul quel che resterà dell'università del dopo-Moratti. Nonostante la pioggia, gli studenti ascoltavano attenti. Chissà che anche qualcuno, dalle finestre del palazzo, non abbia preso appunti.

Andrea Milluzzi


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