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Liberazione-Addio alla previdenza pubblica

incentivi a restare: ennesima picconata al sistema solidale e universale Addio alla previdenza pubblica Dopo mesi di tira e molla la legge sulle pensioni verrà in queste ore definitivament...

28/07/2004
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Liberazione

incentivi a restare: ennesima picconata al sistema solidale e universale
Addio alla previdenza pubblica
Dopo mesi di tira e molla la legge sulle pensioni verrà in queste ore definitivamente approvata dal centro destra. Negli ultimi giorni anche questa legge è diventata materia di scambio e ricatto da parte della Lega.
Il prezzo che pagheranno i lavoratori e le lavoratrici ed in particolare le nuove generazioni sarà elevato: un'altra picconata viene assestata al sistema pensionistico pubblico, solidale, universale.

La truffa della pensione privata
Il capitolo più corposo della nuova legge è dedicato alla previdenza integrativa. Attraverso incentivi e norme "coercitive" si vuole imporre al mondo del lavoro di proteggersi dalla vecchiaia pagandosi la pensione privata: affidando cioè quote crescenti del salario ai mercati finanziari. Le liquidazioni (Tfr) che sono salario (il 7,7% di quello annuo) vengono scippate e trasferite forzosamente ai fondi pensione: viene lasciato aperto solamente uno stretto pertugio difficilmente praticabile, rappresentato dal silenzio-assenso.

Il governo sostiene che la pensione privata è la risposta al mondo del lavoro precario e più in generale ad un sistema pensionistico pubblico che in futuro garantirà meno della metà di quanto avviene oggi. Le nuove generazioni oltre ad un'occupazione precaria ed a salari modesti regolati da contratti atipici dovrebbero risparmiare e farsi carico individualmente di costruirsi la pensione. Il risultato della previdenza integrativa è legato agli andamenti dei mercati finanziari, ed in questi anni, anche in Italia, gli incrementi dei versamenti affluiti nei fondi pensione sono risultati modestissimi. Non solo, il rischio di ritrovarsi, quando si diventa vecchi, con un pugno di mosche è reale, come dimostrano i tanti fondi falliti o in crisi, ultimo in ordine di tempo quello dei carpentieri e minatori dell'Alaska che aveva acquistato azioni della Parmalat. Le pensioni integrative sono la gallina d'oro dei mercati finanziari.

Più vecchi in pensione
La pensione di anzianità dopo 35 anni di lavoro era già stata annacquata dalla legge Dini del '95. Con le nuove norme la pensione di anzianità viene cancellata. Ci si potrà pensionare dal 2008 solamente con 40 anni di contributi o quando si sono compiuti i 60 anni se donna, e i 65 se uomo. Il combinato disposto di 35 anni di contribuzione e 57 di età è stato liquidato.

L'aumento dell'età di pensionamento è in regressione per il mondo del lavoro. E' una misura che equivale all'aumento dell'orario di lavoro giornaliero o mensile. E' un peggioramento in particolare di quanti sono impiegati in lavori alienanti, ripetitivi, manuali, faticosi e questi sono la stragrande maggioranza degli occupati. L'obiettivo di ridurre il tempo di lavoro è sempre stato ed è un fattore di crescita sociale e culturale.

Siamo poi certi che per la pensione di vecchiaia tenteranno di eliminare i 5 anni di differenza di età tra uomo e donna: perché le donne che hanno una speranza di vita maggiore degli uomini dovrebbero pensionarsi cinque anni prima?

Per il bene dei giovani tutti in pensione più vecchi e nel nome della parità tutti in pensione, uomini e donne, a 65/67 e perché no a 100 anni!

Gli incentivi a restare
Invece di pensionarsi, maturati i requisiti, si potrà continuare a lavorare. A chi resta viene garantito un incremento salariale pari alla contribuzione che attualmente viene versata all'Inps cioè il 32,5% del salario. A decidere della continuazione o meno del rapporto di lavoro è solo l'azienda in ragione delle sue convenienze. Il periodo di lavoro, dopo la maturazione del diritto alla pensione, non determina aumenti dei futuri importi: la pensione viene congelata. Nemmeno una lira di contributi viene versata all'Inps e poi si denunceranno le difficoltà finanziarie delle pensioni. Nella legge vi sono molte altre norme e sono previste decine di deleghe: il governo si è lasciato aperto varchi per altre manomissioni.

La legge finanziaria
Non vi è nulla ancora di certo ma vengono ventilati altri interventi sulle pensioni, si ipotizza un giro di vite sulle pensioni degli assegni di invalidità. Per essere riconosciuti invalidi sarà necessario che ci sia il prete in attesa di impartire l'estrema unzione.

Il Tfr che non affluirà ai fondi pensione verrebbe dirottato all'Inps che dovrebbe utilizzarlo come quota di "dotazione", cioè sostituirebbe parte dei rimborsi dovuti dallo Stato per gli oneri assistenziali sostenuti dall'istituto.

Pensioni e precariato
Sono questi i nodi di fondo che sono stati ignorati. Da diversi anni abbiamo chiesto un aumento generalizzato delle pensioni. Questa proposta è stata considerata per un lungo periodo fastidiosa e demagogica dai partiti del centrosinistra ed anche dai sindacati. Se ci fossimo spesi tutti insieme forse Berlusconi non avrebbe vinto le elezioni: ricordate il milione al mese?

Cinque milioni di anziani e invalidi percepiscono da pochi euro a 412,18 al mese. I sindacati dei pensionati denunciano una perdita nel decennio del potere di acquisto delle pensioni di circa il 30%. Alla denuncia non ha corrisposto però una richiesta di aumenti generalizzati ma misure parziali legate al meccanismo di rivalutazione annuale e al fisco. Rifondazione comunista rivendica e continuerà a farlo in tutte le sedi un aumento generalizzato di 100 euro al mese e un minimo di 539,95 sempre al mese. L'aumento generalizzato delle pensioni sarebbe salutare per l'economia ma soprattutto è un atto dovuto, un rimborso parziale a milioni di anziani.

Per il mondo del precariato, per i tanti giovani ragazzi che lavorano quando e come viene loro imposto, rivendichiamo la costruzione di un percorso contributivo che garantisca una quota di pensione minima e certa per ogni anno di contribuzione versata o figurativa per permettere loro di poter godere di una pensione dignitosa.

Una vera riforma
Cacciato Berlusconi si rende necessario rimettere le mani sulle pensioni. Abbiamo già detto che gli importi delle pensioni vanno aumentati, che va garantito un futuro pensionistico al mondo del precariato. Si tratta inoltre di affrontare con grande determinazione la questione del lavoro usurante e pesante, l'età per il diritto al pensionamento, il finanziamento sia con misure che raffreddino l'evasione, sia con prelievi sui rendimenti aziendali, le pensioni d'oro. Si rende poi necessario completare la divisione tra previdenza e assistenza e riordinare la normativa che attiene il mondo degli inabili e degli invalidi.

Cgil, Cisl e Uil si sono opposte alla nuova legge. Significative le manifestazioni e lo sciopero generale. Si poteva fare di più sia presentando una piattaforma rivendicativa più incisiva (livello pensioni-precariato), sia con atti di lotte più forti, in particolare in queste ultime settimane dopo il voto al Senato: credo sia mancato lo sciopero generale. Ma non bisogna arrendersi, le pensioni sono uno degli indicatori del livello di civiltà di una comunità.

Sante Moretti


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