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Liberazione-"A Milano si è arrestato un processo di integrazione"

Scuole paritarie islamiche. Parla il sociologo Maurizio Ambrosini "A Milano si è arrestato un processo di integrazione" "Non sono contrario all'idea di scuole paritarie islamiche in un sist...

14/09/2005
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Liberazione

Scuole paritarie islamiche. Parla il sociologo Maurizio Ambrosini
"A Milano si è arrestato un processo di integrazione"
"Non sono contrario all'idea di scuole paritarie islamiche in un sistema di regole comuni, sostenute da famiglie e associazioni, così come difendo l'istruzione cattolica". E' il punto di vista (raccolto dall'Agenzia Redattore Sociale) del sociologo Maurizio Ambrosini, esperto di immigrazione, professore associato presso l'Università di Genova, che osserva: "Dietro la chiusura della scuola coranica di via Quaranta, nel momento in cui cercava di diventare parificata e di mettersi in regola, c'è un preconcetto non detto: si colpisce la comunità islamica perché è islamica, la si associa al fondamentalismo e al terrorismo. Si vogliono colpire le istituzioni, la cultura, la società musulmana, arrestando bruscamente un processo di normalizzazione e di integrazione".
A che punto è, secondo lei, il processo d'integrazione degli stranieri in Italia, dei musulmani in particolare?

Cominciamo solo adesso a confrontarci con problemi rilevanti per il nostro futuro, come il percorso d'integrazione da parte delle seconde generazioni. Il nostro sistema istituzionale mette le seconde generazioni in un limbo: se sono nati qui possono chiedere la cittadinanza italiana, se sono venuti a un mese di vita dovranno attendere per anni; molte domande di cittadinanza individuali vengono respinte. Spesso l'unico modo per ottenere la cittadinanza è sposare un italiano.

Come è vissuto questo problema all'interno della scuola?

Ascoltiamo penosi proclami: gli alunni stranieri devono integrarsi, la scuola è di tutti. Poi però precludiamo loro la possibilità di diventare italiani in una società che ostacola la loro piena integrazione. Premetto che ottenere la cittadinanza italiana è una condizione necessaria ma non sufficiente per l'integrazione. Il primo problema da sciogliere è quello di diventare italiani; insegnare la democrazia, chiedere rispetto per le istituzioni è schizofrenico se poi non si può votare.

Qual è la sua opinione rispetto alla chiusura della scuola coranica in via Quaranta, a Milano?

Sono contrario all'idea di una classe islamica in una scuola milanese, e contrario a scuole che non rispettino le regole delle scuole paritarie, che non si inseriscano in un sistema. Dico no a scuole coraniche non qualificate, con insegnanti che non conoscono il nostro paese e che non sono canali per l'integrazione. Due i preconcetti dei genitori musulmani che mandano i figli in queste scuole: il futuro ritorno in patria e la crescita dei ragazzi ritenuta migliore rispetto alla scuola di tutti. Dietro questi preconcetti si nascondono la paura di discriminazioni e la svalutazione pratica della loro cultura e tradizioni da parte della società in cui vivono. D'altra parte, nel momento in cui la scuola di Milano cercava di mettersi in regola e tentava la parificazione, questo processo di normalizzazione è stato arrestato bruscamente.


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