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Liberal: Scuola, la rivoluzione francese

Punti del documento Attali

25/02/2008
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Liberal

Ecco la rivoluzione proposta per la scuola francese dal documento Attali. Riportiamo di seguito ampi stralci del programma.

Vi sarà crescita sostenuta soltanto se la società sarà in grado di aiutare ciascuno ad individuare gli ambiti in cui può essere più felice e creativo. La crescita, nel lungo periodo, dipende dalle potenzialità dei giovani, dalla fiducia che hanno in loro stessi, dal loro ottimismo, dal loro gusto di creare, dalla loro capacità d’innovare e, infine, dal loro inserimento personale e professionale nella società. I giovani costituiscono il motore delle più grandi imprese di domani e molte delle più recenti imprese industriali e digitali del mondo, per la maggior parte americane, sono state opera di giovani di meno di 25 anni.

La crescita dipende anche dalla capacità di non far gravare sui giovani i costi della società. La padronanza dei comportamenti e dei saperi fondamentali, acquisita sin dalla più tenera età, dipende dalla capacità della famiglia, dell’ambiente sociale e degli insegnanti di valorizzare le attitudini intellettuali, scolastiche, sportive o artistiche di ciascuno, di ampliare le modalità di valutazione delle potenzialità dei giovani, di sensibilizzarli rispetto all’importanza della volontà, della resistenza dinanzi all’insuccesso, dell’interrogarsi e del lavoro di squadra.

Una spesa per l’istruzione in costante aumento
La Francia destina una parte considerevole e crescente della propria ricchezza all’istruzione: la spesa per l’istruzione è cresciuta di 1,8 punti dal 1980, fino a raggiungere l’attuale valore pari al 6,8 per cento del Pil. Dal 1980, la spesa per l’istruzione superiore ha registrato un aumento del 120 per cento ed oggi si attesta a 9.370? per ciascuno studente.

Risultati molto deludenti nonostante gli sforzi compiuti:
• Il tasso di disoccupazione dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni è tra i più alti dei Paesi dell’Ocse e, nel 2007, aveva raggiunto quasi il 22 per cento, mentre dal 1980 non è mai sceso al di sotto del 15 per cento;
• Il 40 per cento degli alunni che terminano il ciclo di studi primari lo fa con gravi lacune;
• Il 17 per cento dei giovani lascia la scuola senza aver ottenuto né il Certificat d’aptitude professionnelle (Cap), né il Brevet d’études professionnelles (Bep), né il diploma di maturità (baccalauréat);
• 50.000 all’anno, pari a circa il 6 per cento di una generazione, (una percentuale significativa, quindi) esce dal sistema scolastico prima di aver concluso l’ultima classe della scuola superiore (terminale);
• Il 41 per cento degli studenti interrompe gli studi senza aver conseguito un diploma (11 punti in più rispetto alla media Ocse);
• Secondo uno studio americano, (Programma internazionale di ricerca sulla lettura scolastica – 2007), nella disciplina della lettura, i francesi sono ventisettesimi su quaranta, dopo gli studenti di Russia, Italia, Germania e Stati Uniti e, rispetto alle indagini precedenti, hanno perso posizioni;
• In ambito scientifico, secondo l’Ocse i bambini francesi passano al decimo al diciannovesimo posto. Eppure, i Paesi in testa alla classifica non sono quelli che stanziano le risorse più ingenti per ciascun alunno. L’estrazione sociale non è mai stata tanto determinante nella definizione della carriera scolastica e quest’ultima, a sua volta, non ha mai avuto tanta influenza sulla carriera professionale:
• Il 52 per cento dei figli di operai consegue il diploma di scuola superiore (baccalauréat), contro l’85 per cento dei figli di alti dirigenti. Meno della metà dei giovani appartenenti alle classi popolari riesce a superare l’esame di maturità liceale, contro l’83 per cento dei figli di alti dirigenti.

Le chiavi del cambiamento
È giunto il momento di apportare delle modifiche ai metodi d’istruzione, d’orientamento e di promozione sociale. L’interesse per il risultato (vale a dire il successo di tutti gli studenti) deve oggi prevalere sulla semplice necessità di risorse. Il peggioramento dei risultati nella lettura, nelle materie scientifiche e nelle relazioni umane non è un caso. I Paesi che hanno registrato progressi o hanno colmato il divario preesistente hanno, più della Francia, tenuto conto della notevolissima plasticità dell’intelligenza e dell’incessante creazione di nuovi rituali culturali. Hanno tutti puntato su ritmi scolastici fondati sui processi biologici d’apprendimento: vacanze estive più brevi, giornate più brevi e leggere, sport e attività ricreative nel primo pomeriggio… I ritmi scolastici francesi sono caratterizzati da giornate pesanti e programmi mal suddivisi, che rallentano i processi d’apprendimento!

Obiettivo: fornire tutti i ragazzi dei requisiti necessari per affrontare il mondo.

Decisione 1
- Migliorare la formazione degli educatori di asilo nido e delle assistantes maternelles1, valorizzarne il diploma ed aumentarne il numero.
Un bambino su tre registra sin dai primi mesi difficoltà di sviluppo e vive la scolarizzazione successiva come un trauma, iniziando a presentare disturbi che provocano un’inibizione razionale ed intellettuale, con conseguenti scarse prestazioni. La priorità consiste nel formare le 280.000 assistantes maternelles e tutte le educatrici degli asili nido, perché contribuiscano all’acquisizione da parte del bambino di elementi fondamentali quali il linguaggio. Tale formazione potrà aver luogo in massima parte via internet e potrà essere erogata a partire dal 2009. È, inoltre, necessario raddoppiare da 120 a 240 le ore di formazione delle assistantes maternelles e delle educatrici d’asilo nido, oltre ad aumentarne il numero.

Decisione 2
- Aggiungere allo “zoccolo” comune di conoscenze il lavoro di gruppo, la lingua inglese, l’informatica e l’economia.
La Pubblica Istruzione ha strutturato uno “zoccolo comune di conoscenze” in 7 pilastri: la padronanza della lingua francese, la conoscenza di una lingua straniera viva, la conoscenza degli elementi di base di matematica e la padronanza di una cultura scientifica; il possesso di una cultura umanistica, il possesso delle tecniche d’informazione e comunicazione di base, l’acquisizione di competenze sociali e civiche, la capacità di autonomia e lo spirito d’iniziativa.

La padronanza di questa base è verificata alla classe Ce1 (7 anni), alla fine dell’école primarie ed al raggiungimento del brevet (alla fine del collège). Tra le conoscenze di base, non sono annoverati: la capacità di utilizzare internet, la capacità di lavorare in gruppo, la padronanza della lingua inglese, lo sviluppo della creatività e l’apprendimento dell’economia. È necessario introdurre tali insegnamenti, senza appesantire il carico di lavoro scolastico dei ragazzi. Bisogna dare un forte impulso all’apprendimento dell’inglese e all’utilizzo di internet, sin dal primo ciclo di studi.

La capacità di utilizzare internet passa attraverso la disponibilità degli strumenti, i quali consentono di privilegiare metodi d’insegnamento che promuovono creatività, analisi critica, sperimentazione e lavoro di gruppo. Consentono anche di agevolare la maturazione di attitudini specifiche (linguistiche, informatiche, artistiche, sportive, creative) allo stesso modo di quelle teoriche e di trasformare ogni insuccesso o bocciatura in un’occasione di apprendimento e non di punizione.

Decisione 3
- Prendere le misure necessarie ad evitare la ripetenza nella scuola primaria.
La ripetenza non fornisce alcuna soluzione al ritardo degli studenti. Bisogna evitare quanto più possibile la bocciatura. Il ruolo dell’insegnante deve, quindi, essere volto innanzitutto a dare ed ingenerare fiducia. L’ottimismo si acquisisce già da questa età e determina il piacere di lavorare, creare, intraprendere.

Obiettivo: Fare in modo che tutti gli istituti della scuola primaria e secondaria si impegnino per il successo di tutti gli alunni

Decisione 4
- Concedere maggiore autonomia agli istituti della scuola primaria e secondaria.
Una maggiore autonomia gestionale degli istituti scolastici a partire dalla scuola primaria, consentirebbe di adattare meglio l’insegnamento alle necessità. Deve essere redatto un elenco nazionale di reclutamento: una sorta di “vivaio”, dalla quale possano attingere gli istituti per l’assunzione dei docenti. Tale autonomia consentirebbe, inoltre, motivando il corpo docente, di incoraggiare metodologie innovative adattando la pedagogia ai bisogni specifici degli alunni, mentre l’attuale gestione degli insegnanti, troppo centralizzata e fiscale, preclude loro la possibilità di riappropriarsi delle lezioni. Tale autonomia sarà integrata da strumenti idonei, forniti alle scuole dei quartieri e delle periferie svantaggiati.

Decisione 5
- Valutazione degli insegnanti in base alla loro capacità di far progredire tutti gli alunni
Ogni scuola dovrà essere oggetto di valutazione da parte di un’autorità amministrativa, indipendente dal Ministero, che tenga conto del parere dei fruitori, dei loro risultati e dei progressi registrati a medio termine. I risultati di tale valutazione dovranno essere resi pubblici. La valutazione del corpo docente non può dipendere unicamente dai voti riportati dagli studenti migliori, né dall’analisi degli ispettori. Essa deve basarsi anche su di una valutazione della loro attività pedagogica effettuata dagli stessi allievi, nonché sulla loro capacità di far progredire tutti e sulla considerazione dei risultati scolastici successivi.

Decisione 6
- Consentire ai genitori di scegliere liberamente il luogo di scolarizzazione dei figli
La “carte scolaire”, che obbliga i ragazzi ad iscriversi nell’istituto di quartiere viene spesso aggirata. Bisogna consentire la scelta completamente libera dell’istituto da parte di genitori e studenti, che potranno tenere conto della valutazione pubblica degli istituti scolastici. In caso di superamento del numero massimo di domande d’iscrizione ad un istituto, vengono fissati criteri di accesso trasparenti, di natura geografica e sociale. A ciascun bambino verranno assegnati dei “diritti alla scuola”, utilizzabili in tutti gli istituti scolastici: tale meccanismo consentirà una vera libertà di scelta, perché ognuno possa fruire, nella propria zona, di scuole governative e private convenzionate. In pratica, lo Stato erogherà alle famiglie una somma di denaro per ciascun alunno.

Ogni genitore potrà utilizzarla in un istituto scolastico governativo o privato a sua scelta. La stipula delle convenzioni con gli istituti privati dovrà basarsi su criteri rigorosi di valutazione della natura dell’insegnamento e del rispetto dei valori della Repubblica. I genitori potranno in tal modo godere di una completa libertà di scelta dell’istituto scolastico e beneficeranno della sovvenzione, indipendentemente dalla scelta operata. La Svezia utilizza già questo sistema, che si è dimostrato efficace. D’altro canto, lo sviluppo del tutoring e dell’insegnamento “on-line” deve aiutare a colmare il divario gli alunni usciti dall’ultimo anno delle scuole elementari senza ancora padroneggiare le conoscenze di base.

Obiettivo: Favorire, nel ciclo di studi secondario, la fioritura di tutte le intelligenze

Decisione 7
- Rifondare l’informazione sull’orientamento sulle carriere e tenere in maggiore considerazione le attitudini non accademiche.
Oggi, la scelta degli studi viene operata in larga misura “per esclusione”: spesso i ragazzi si iscrivono quasi alla cieca, senza conoscere l’offerta formativa né gli sbocchi, e senza particolare vocazione. Pertanto, è necessario riformare l’informazione sin dalla penultima classe del collège, perchè gli studenti conoscano la varietà dei corsi di studio e dei successivi sbocchi. Inoltre, l’ammissione alla scuola superiore resta basato su criteri puramente accademici senza tenere conto di motivazione, attitudini, creatività, dinamismo, e di doti e condizioni particolari di ciascuno.

Decisione 8
_ Sviluppare gli stage presso le aziende.
Alunni ed insegnanti devono imparare a conoscere meglio il mondo dell’impresa e della ricerca. Ogni studente di collège effettuerà, a partire dalla penultima classe, una settimana di stage a trimestre (anziché da 2 a 5 giorni come avviene attualmente) presso aziende o associazioni in collaborazione con le regioni, i pôles de compétitivité e le camere di commercio. Una delle missioni dei senior che rimangono presso l’associazione o l’impresa sarà l’accoglienza ed il tutoring di questi giovani. Un meccanismo siffatto potrà essere istituito progressivamente in cinque anni, al fine di consentire alle piccole e medie imprese di organizzarsi.

Decisione 9
_ Bandire concorsi per l’innovazione. I collèges ed i lycées che lo desiderino devono poter entrare in contatto con le università, i centri di ricerca e le imprese per organizzare “concorsi per l’innovazione” cui possano partecipare i loro studenti, volti alla messa a punto di nuovi servizi, prodotti o opere d’arte. Tali concorsi promuovono l’innovazione e, contemporaneamente, il lavoro di gruppo. Alle idee migliori verrà concesso un finanziamento da parte dei partner, per la realizzazione di un prototipo o un esperimento. Dei proventi dell’eventuale commercializzazione dei prodotti usufruiranno gli studenti e gli istituti scolastici.

Decisione 10
- Istituire, al collège, un servizio civico settimanale.
È opportuno iniziare gli studenti al lavoro associativo attraverso l’istituzione, al collège, di “pomeriggi di servizio civico”. Queste mezze giornate prevederanno, ad esempio, attività di assistenza agli anziani soli, ai diversamente abili o ad altre categorie di persone in difficoltà; formazione alla manutenzione dei boschi e alla ristrutturazione degli edifici antichi. Il servizio deve essere diffuso dall’a.s. 2008-2009, per mezza giornata alla settimana, in collaborazione con gli uffici di assistenza sociale comunali e le associazioni che operano nelle zone degli istituti. Ciò presuppone un alleggerimento nei curricula, e una maggiore autonomia ai dirigenti d’istituto nell’organizzazione degli orari.


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