Lettori madrelingua, il governo li equipara ai ricercatori universitari
Le nuove norme approvate in Cdm sanano un lungo contenzioso sul trattamento economico degli insegnanti madrelingua di inglese francese tedesco e spagnolo
Sono solo 500, un contingente tanto piccolo quanto prezioso. Parliamo dei lettori madrelingua: cittadini tedeschi, francesi, inglesi e spagnoli che sono venuti in Italia più di vent’anni fa per insegnare ai nostri studenti universitari la loro lingua. Gli «ex lettori madrelingua» erano stati assunti prima dell’entrata in vigore del decreto-legge 21 aprile 1995 n. 120, con il quale è stata introdotta nell’ordinamento nazionale la nuova figura del «collaboratore esperto linguistico», regolata dal contratto nazionale di lavoro del personale tecnico amministrativo delle università. La metà di essi - 260 - avevano fino ad oggi un contenzioso aperto con gli atenei da cui dipendono.
Giurisprudenza europea
Conformemente a quanto già stabilito da diverse sentenze della Corte di Giustizia europea, il Consiglio dei ministri odierno ha stabilito che verrà riconosciuto loro il diritto a un trattamento economico corrispondente a quello del ricercatore confermato a tempo definito commisurato all’impegno orario effettivamente assolto, con attribuzione di scatti stipendiali a decorrere dalla data della presa di servizio e tenendo conto che l’impegno a tempo pieno corrispondente a 500 ore.
Contratti integrativi i e anzianità
Per sanare i contenziosi aperti e prevenirne di nuovi il governo ha stanziato risorse aggiuntive sul fondo per il finanziamento ordinario delle università statali. Toccherà al Ministero dell’Istruzione d’accordo con il ministero dell’Economia adottare uno schema tipo dei contratti integrativi di sede che dovranno essere definiti da ciascun ateneo entro il mese di dicembre 2017 anche con riferimento alla pregressa anzianità di ruolo.