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Lettere ai giornali

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17/11/2001
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La Stampa
"Corteo degli studenti
Tanti dubbi tra noi ragazzi" Perché eravamo così pochi a una manifestazione tanto importante? Ci sarebbero molte risposte, ma andiamo con ordine. La mattina del 15 u.s. un gruppo piuttosto cospicuo di ragazzi di ogni scuola di Imperia si incontra in p.za Calvi per iniziare un corteo, che si spingerà fino davanti al Comune per far presente la nostra posizione nei confronti della riforma Moratti. Dopo un brevissimo presidio sui gradini del Palazzo una piccola delegazione viene ricevuta all'interno per esprimere la propria idea: domande confuse e poco chiare vengono avanzate dagli studenti per far chiarezza su un tema spesso tenuto in ombra, ma la risposta che segue è più inconsistente del quesito. Per avere informazioni precise sulla riforma che dovrebbe investire il futuro dei nostri fratellini e dei vostri figli dobbiamo rivolgerci ai nostri istituti, che dovranno avanzare una richiesta, perché venga redatto un volantino e intanto la riforma procede senza che nessuno possa muovere un dito! Ma perché non è possibile muoversi tra le istituzioni senza essere un'istituzione? Noi ragazzi non vogliamo esserlo, non vogliamo incanalare i nostri pensieri in un unico cervello "ritardato", che non sarebbe mai in grado di divenire dinamico e sfuggente fra gli agguati burocratici. Vogliamo invece avere un luogo dove poter confrontare le nostre idee: attraverso tale confronto, possiamo crescere e imparare a far valere i nostri diritti, perché realmente crediamo in ciò che facciamo! E' stato necessario che una seconda delegazione salisse di nuovo in Comune per far presente questa necessità, ma l'Italia è un paese in cui, purtroppo la politica dello scarica-barile non è ancora stata soffocata ed è così necessario che vi siano riforme di legge, istituti giuridici, garanti. Molte cose ancora non vanno, la vera urgenza è salvaguardare il nostro spirito critico: è questo ciò che stanno cercando di sottrarci, non solo la Moratti, ma tutti quelli che, come lei, ci percepiscono come la "povera-generazione-sbandata-del-duemila" che ha bisogno di essere guidata! Noi abbiamo bisogno solo di essere cresciuti e a questo pensano le nostre famiglie, abbiamo bisogno che ci sia data la nostra opportunità, quell'opportunità che viene sentita come una minaccia dall'alto delle calde poltrone. A volte forse sbagliamo perchè mille modi ci sarebbero per far valere nostra opinione in modo più efficace, ma non si può dimenticare che, se è vero che "ogni uomo è un inizio", ci deve essere data la possibilità di sbagliare, sempre nei limiti del lecito, e il corteo ha dimostrato che ciò è possibile poiché la presenza dei celerini è stata superflua. Non vogliamo portare scompiglio, ma democrazia! Siamo illusi? Forse! Siamo così giovani e pieni di ideali, che abbiamo ancora le forze per portare avanti la nostra piccola rivoluzione con la speranza e la fiducia che si realizzino prima di venire completamente disillusi da questa sistema. Questa lettera vuole essere anche un appello perché chiunque si senta di impegnarsi socialmente e voglia apportare il proprio contributo in modo concreto: ogni mercoledì alle 17 ci si ritrova in p.za San Giovanni, all'aperto, qualunque tempo ci sia, per discutere di questioni che dovrebbero riguardare "tutti" e di tutti dovrebbe essere l'impegno di prenderne atto per far rivivere quel senso di giustizia da troppo tempo oppresso da partiti di qualunque colore, politicanti e approfittatori che pensano a soddisfare i loro propri ingenti bisogni: potere, denaro, controllo! Non penso di scrivere solo a nome mio se dichiaro che siamo stufi di vivere all'ombra di bandiere che ormai non ci appartengono più: hanno preso il largo cariche dei nostri propositi, delle nostre, aspettative, dei nostri sogni e dei sogni dei nostri genitori infrangendoli contro un sistema creato da loro stessi per sopraffarci. Una studentessa, Imperia


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